I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 5 settembre 2021

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

Riproponiamo per il terzo anno consecutivo il sussidio di meditazione relativo al Vangelo della domenica.
Con la stessa struttura, nel sussidio viene proposto quest’anno un unico cambiamento rispetto alle immagini settimanali riportate sulla prima pagina a introduzione del Vangelo, della meditazione e della proposta di lavoro personale.

La meditazione anche per quest’anno sarà guidata dalle riflessioni di don Rocco Acquistapace che ha rinnovato la sua disponibilità ad accompagnarci in questo cammino. Con l’augurio che il sussidio possa rappresentare motivo di condivisione comunitaria alla luce e nell’ascolto della Parola.

L’équipe pastorale Caritas

Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.

Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse:

«Effatà»,cioè: «Apriti!».

E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano:

«Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Parola del Signore

Ascolto e medito:

Le città della Decapoli, oggi Israele, erano state conservate dai romani staccate da tutte le altre; erano abitate da persone pagane. Un ebreo non andava lì, perché erano considerate città maledette e lontane, non come quelle dei samaritani.

Gesù si spinge fino a queste città, perché Gesù abita laddove c’è bisogno di luce e dove c’è bisogno della sua Parola. Gesù non ha paura di camminare in queste città. Non come noi che abbiamo paura di portare la sua Parola laddove non è condivisa o, secondo il nostro parere, accettata.

Lì, gli portano un sordomuto, lo portano degli amici, preoccupati per il loro compagno. Le malattie rimandano a uno stato dell’animo: questa persona non sente e non parla. Un po’ la condizione in cui a volte ci troviamo noi: non ci si capisce! non ci si ascolta!.

Oggi abbiamo esasperato la contrapposizione: si sceglie di non ascoltare, si è sordi e facciamo fatica a farci capire, siamo muti e incapaci di comunicare. Tutto questo ci porta alla solitudine, anche a noi oggi, apparentemente sempre connessi. Abbiamo bisogno, come il sordomuto del Vangelo letto e meditato, di ritrovare il linguaggio profondo che unisce e ricostruisce i rapporti, di ritrovare la capacità di ascoltarci e comunicare; di ritrovare Gesù.

Abbiamo anche bisogno di amici che ci portano a Cristo. Non si arriva alla fede per caso. Gesù porta il sordomuto lontano dalla città. A volte anche noi siamo talmente impregnati dal giudizio degli altri che stare in mezzo a loro ci impedisce di guarire completamente. Per riappropriarci della nostra anima, dobbiamo tagliare un po’ i ponti, entrare dentro di noi con una preghiera, una passeggiata, con ciò che non è possibile fare in mezzo al “caos”. Sono molto importanti i momenti di silenzio.

Infine i gesti che Gesù compie per guarire il sordomuto: utilizza solo gesti tangibili e concreti. Nella nostra vita noi possiamo conoscere Gesù anche attraverso dei segni e dei sacramenti che rendono concreta la nostra fede. “Effatà”: “Apriti!”. A quante cose ci dobbiamo aprire, alla novità di Cristo, alla fede, alla speranza, a una disciplina interiore per usare parole che costruiscono e non demoliscono; dobbiamo imparare ad ascoltare. Il Signore ci chiede di spalancare la mente, lo sguardo e il nostro cuore.

Medito e condivido

  • Cosa ci rende sordi e muti?

Il metodo

Ciascuna nostra azione,  pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.

La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale. 

È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.

Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.

Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:

SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;

SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;

SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.

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