Povertà, le 10 “fake news” da superare

da Alleanzacontrolapoverta.it, Alleanza contro la povertà in Italia.

1. La povertà assoluta in Italia non esiste

Secondo le statistiche ufficiali la povertà assoluta esiste e colpisce milioni di persone in Italia. Negli ultimi 10 anni è in costante aumento. Secondo le Stime preliminari dell’INPS, nel 2023 riguardava l’8,5% delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui.

2. I percettori dei sussidi sono furbetti o fannulloni

Si tratta di una generalizzazione ingiusta che non rappresenta la realtà complessa delle persone che ricevono questi sostegni. Le misure dirette di contrasto alla povertà, come in tutti i Paesi Europei hanno salvato dalla povertà assoluta circa un milione di persone in situazione di grave disagio socio-economico. Il programma prevedeva l’obbligo di cercare lavoro e partecipare a percorsi di formazione. Stando ai dati dei Carabinieri, le truffe al RdC valgono solo l’1% della spesa totale.

3. Le misure di contrasto alla povertà sono uno spreco di soldi pubblici

Le misure di contrasto alla povertà sono un investimento importante per promuovere il benessere sociale ed economico di un Paese. Secondo i dati ISTAT, il Reddito di Cittadinanza (RdC) ha contribuito a sollevare circa 1,5 milioni di persone dalla povertà relativa. Come riferisce il ministero del Lavoro, solo durante la pandemia (2020-2021) la misura “ha consentito la fuoriuscita di circa 450 mila famiglie dalla condizione di povertà (circa 300mila nel 2022). Metà della spesa erogata nel biennio, circa 8,3 miliardi di euro ha contribuito a ridurre dell’0,8% l’indice delle disuguaglianze e dell’1,8% il rischio di povertà” (fonte Ministero Lavoro). Da non sottovalutare inoltre il positivo impatto sui consumi che queste misure hanno determinato, considerata la tipologia dei beneficiari che necessariamente si trova a dover impiegare interamente il sostegno reddituale per beni di prima necessità.

4. La povertà è una colpa

La povertà è un fenomeno multifattoriale e dalle molteplici cause. Ridurre la povertà a una “colpa” individuale implica una visione limitata delle sue cause, che ignora le dinamiche sistemiche e le ingiustizie sociali. La povertà è una condizione che richiede comprensione del fenomeno, solidarietà e interventi collettivi, non un giudizio morale.

5. Chi lavora, non è povero. Chi è povero, non lavora

Il lavoro può certamente contribuire a proteggere dalla povertà, ma non è sempre sufficiente per garantire sicurezza economica e una vita dignitosa. La protezione dalla povertà dipende da diversi fattori legati alla qualità e alle condizioni del lavoro stesso, lo dimostra il crescente numero di working poor: principalmente lavoratori a tempo parziale, precari e coloro che ricevono salari insufficienti a coprire le spese fondamentali per la vita. Circa il 9-10% dei lavoratori si trova oggi in questa situazione e il numero è in aumento.

6. I poveri in Italia sono soprattutto stranieri

Le persone di origine straniera sono spesso più vulnerabili e più rappresentate nelle statistiche sulla povertà rispetto agli italiani. Tuttavia, non si può dire che i poveri in Italia siano “soprattutto” stranieri. Secondo i più recenti dati Istat, il 70% dei poveri assoluti sono cittadini italiani, mentre il 30% proviene da contesti migratori.

7. Sono soprattutto gli stranieri a ricevere sussidi

I dati mostrano che, sebbene gli stranieri abbiano un’incidenza più alta di povertà rispetto agli italiani e dunque possano avere più bisogno di assistenza, la maggior parte dei beneficiari dei sussidi sono cittadini italiani. Per esempio, il 91% dei nuclei percettori di Reddito di cittadinanza erano di nazionalità italiana. Con l’Assegno d’Inclusione, la percentuale di cittadini non italiani percettori del sussidio è scesa ulteriormente dal 9 all’ 8% (fonte INPS)

8. La povertà riguarda solo i giovani

La povertà è un fenomeno complesso che interessa persone di tutte le età e si manifesta in modi diversi a seconda del gruppo demografico coinvolto. Secondo i dati ISTAT più recenti, circa il 6,2% degli anziani (over 65) vive in povertà assoluta in Italia, pari a circa 1 milione di persone. Sono particolarmente vulnerabili alla povertà assoluta le famiglie con minori (12%) e tra queste le famiglie con 3 o più figli (20,3%). Sempre secondo l’ISTAT, anche le famiglie in affitto e in povertà assoluta sono aumentate a quasi 900.000. Colpite o a forte rischio sono anche le persone con disabilità (Studio CBM, Fondazione Zancan)

9. In Italia, la povertà colpisce solo alcune regioni del sud

Secondo gli ultimi dati ISTAT, l’aumento della povertà in Nord Italia è in crescita, sebbene i tassi siano generalmente inferiori rispetto al Sud. La povertà assoluta nel Nord riguarda l’8% delle famiglie, con variazioni tra le diverse regioni

10. Le misure di contrasto sono cambiate, i beneficiari no

I beneficiari delle nuove misure (ADI e SFL) sono poco più della metà rispetto ai beneficiari del Reddito/Pensione di cittadinanza. Secondo gli ultimi dati INPS, su un totale di 1.324.104 nuclei che avevano percepito almeno una mensilità di RdC/PdC nel primo semestre 2023, 695.127 sono quelli che hanno avuto accesso all’Assegno d’Inclusione nello stesso periodo del 2024.

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