
Il 13 aprile 2010 ci lasciava tragicamente l’amico Alessandro Colombo, consigliere provinciale delle ACLI di Milano, Monza e Brianza e responsabile per diversi anni del settore Pace e Solidarietà Internazionale delle ACLI regionali. Di Alessandro testimoniamo l’affetto, l’impegno, l’amicizia, la capacità di dialogare e di ascoltare. Alessandro si era dedicato a sviluppare incontri in Italia e all’estero con associazioni di diversi paesi europei e, dal 2001 insieme con il nostro Circolo, con gli amici russi. Proponiamo questo articolo di Alessandro che ricostruisce il primo tratto del cammino di dialogo ecumenico con la Russia, pubblicato sul periodico della sede provinciale delle ACLI di Como ACLI Como … informando … (n. 2 del 20 maggio 2009) e disponibile su Acliarosio.it.
L’esperienza delle Acli regionali lombarde di incontro e di scambio con la società russa, prima, e con le comunità ortodosse poi, risale ormai a circa 20 anni fa.
Sull’onda del rinato movimento ecumenico sorto con la prima conferenza ecumenica europea di Basilea del 1989, seguita dal crollo del muro di Berlino dello stesso anno, le Acli milanesi, rispondendo con la Caritas all’appello del Cardinal Martini del 1992 x il sostegno alla Chiesa russa, ha portato alcuni di noi a creare contatti in particolare con il Patriarcato di Mosca e la città di Kostroma.
Da quella esperienza si sono aperti dei contatti con il consiglio degli studenti dell’Università Lomonosov di Mosca, a cui abbiamo proposto l’esperienza degli scambi culturali giovanili promossi dal nostro Ministero degli esteri e che come Acli regionali avevamo già iniziato proficuamente con un’associazione polacca. Questa esperienza era ritenuta molto importante perché, con poche parole, portava a contatto i ragazzi con le famiglie di propri coetanei e con il contesto reale delle società ospitanti.
E’ iniziata così una stagione di conoscenza reciproca tra due realtà che si stavano scoprendo reciprocamente. Non era ancora un’esperienza ecumenica, ma essendo questo uno delle nostre sensibilità, ha avuto il pregio di dare tempo a noi di comprendere meglio il contesto sociale, le difficoltà e le speranze dei giovani cittadini russi (meglio, moscoviti, perché come abbiamo imparato negli anni, “Mosca non è la Russia”) prima di approfondire il dialogo di fede.
Per noi, che intendiamo il dialogo come una lenta e paziente maturazione fatta di INCONTRO, CONOSCENZA, RISPETTO come elementi fondamentali affinché si possano creare le condizioni per un DIALOGO vero, questo “tergiversare” è stato proficuo per conoscere e farci conoscere.
Questo percorso si è interrotto dopo qualche anno a fronte delle difficili situazioni economiche delle famiglie moscovite, non più in grado di sostenere le accoglienze di ragazzi stranieri, riprendendo poi non più con il tramite dell’università, ma direttamente con i responsabili di una fraternità ortodossa chiamata “Sretenie” promotrice dell’istituto superiore per l’insegnamento della fede ortodossa “St. Philaret”.
All’ inizio si è dovuto costruire tutto con molta pazienza: le Acli per loro erano l’associazione che avevano incontrato a Kostroma, inviati dal Cardinal Martini, ma allo stesso tempo erano anche un’associazione che portava nel nome la dicitura “Cristiana” ma che in quanto italiana veniva letta più come “Cattolica”. Ed in tempi di proselitismo cattolico in Russia, questo non aiutava a superare la diffidenza … Abbiamo dovuto armarci di pazienza, superando possibili incomprensioni reciproche ed alla fine, grazie anche all’aiuto ed alla tenacia degli amici aclisti del canturino, abbiamo registrato significativi progressi fino a quella che è cronaca dei nostri giorni.
Finisco solo registrando le parole del nostro cardinale Dionigi Tettamanzi all’ultima settimana di unità dei cristiani di Busto Arsizio, perché mi sembrano una felice sintesi anche del nostro cammino ecumenico, partito da Basilea 1989, passato attraverso la scoperta dei “volti” delle comunità cristiane europee, alimentandosi agli incontri annuali di Motta di Campodolcino (SO), di Basilea e di Ca’ Forneletti (BS):
C’è un fatto che non può non colpirci: è la convinzione ferma e incrollabile – e sempre più condivisa da parte di chi lo pratica – che la scelta dell’ecumenismo è una scelta di non ritorno. È così irrevocabile tale scelta che non può essere smentita neppure da eventuali insuccessi o possibili irrigidimenti nelle relazioni tra le Chiese.
E’ la riflessione sulla meta del cammino ecumenico, per cui preghiamo annualmente in questa settimana: tale meta non è l’unità delle Chiese, bensì l’unità dei cristiani. Ora io ho terminato il mio impegno nelle Acli Regionali, e con questo termino anche questa breve cronistoria del nostro percorso, lasciando ora agli amici delle Acli locali di continuare nel racconto di dove oggi questo percorso ci sta portando e ci porterà…
Alessandro Colombo