Ero cieco sulla via di Damasco, oggi finalmente ci vedo. Una testimonianza di Nicola Comparato

In genere, a seconda delle situazioni, si sente utilizzare dalle persone la frase, l’espressione “il mistero della Fede”. E in effetti la Fede è proprio un mistero. Io stesso mi sono interrogato tante volte su questo argomento, e altrettante volte sono inciampato, perdendo l’equilibrio e di conseguenza la mia cristianità.

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Le religioni: speranza per un mondo in bilico

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Alcune personalità hanno firmato un appello alle religioni perché diventino protagoniste di un processo di pace a cui tutti aneliamo.

Un mondo in bilico

Viviamo in un mondo in bilico. Le sfide che l’umanità deve affrontare sono enormi:

  • In molte parti del mondo si stanno combattendo guerre barbare; la minaccia di un eccesso di armi atomiche (ABC) e di disastri nucleari nelle zone di guerra è acuta.
  • Il delicato sistema climatico ha raggiunto molti punti critici; se questi vengono superati, lo spazio vitale sulla terra è minacciato.
  • Le guerre, la disperazione dovuta alla povertà e le catastrofi climatiche hanno già spinto più di 100 milioni di persone a fuggire; crescono le tensioni politiche nei paesi che ricevono i profughi.
  • Nei paesi ricchi è in atto un processo di informatizzazione che sta cambiando la struttura sociale in modo simile all’industrializzazione.
  • La pandemia ha messo in ombra questi processi, facendoli passare in secondo piano. Nel frattempo hanno raggiunto la politica.

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Africa: tra sofferenza e mistero. Un saggio di Tudor Petcu

Il mondo in cui viviamo è senza dubbio il fascino del mistero e della curiosità, un esercizio ininterrotto di comprensione della realtà. Tutta la storia che è stata scritta finora, triste e gloriosa, oscura e luminosa, ha lasciato un’eredità che ha decisamente segnato la costituzione delle tribù, delle culture e delle civiltà dell’umanità. Un mondo lacerato dalla tentazione della distruzione e dell’annientamento ma benedetto dall’enigmatica passione della conoscenza.

Nell’infinito apparente e illusorio della Terra, appare un continente che esprime una gamma di realtà e significati esistenziali, una voce di riconciliazione con il destino crudele, un perpetuo abbraccio della tragedia e una teologia dell’infanzia. Tutte queste sono alcune delle caratteristiche fondamentali e ontologiche dell’Africa, un continente così ricco di risorse naturali e spirituali, ma così in ginocchio di fronte ai traumi della storia.

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Francesco uomo libero – tracce di ebraismo nel santo di Assisi

Francesco d’Assisi è stato davvero un uomo libero, che non ha avuto paura di avvicinare strati sociali, culture, religioni differenti, e da esse raccogliere suggestioni che hanno permeato la sua vita. Mentre conosciamo bene il suo contatto con l’Islam, grazie alle tante narrazioni e studi fatti sull’incontro tra il santo ed il sultano Malik al-Kamil, non abbiamo evidenti prove storiche di sue relazioni con il mondo ebraico.

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Il terzo necessario per un sano equilibrio tra testa e cuore (credenti)

dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.

Da Istanbul ricevo una email dove lei mi informa di avere brillantemente superato l’esame di religioni comparate. Le rispondo “alf mabruk ala najahiki”, complimenti! È la giovane musulmana sunnita che qualche settimana fa mi aveva chiesto aiuto per prepararsi a quell’esame: dovevo rispondere a una lista di 22 densissime domande sulla mia fede. Una cosa quasi unica in tanti anni di rapporto con i musulmani, che so più inclini a informare i cristiani sul cristianesimo, piuttosto che esporsi alla loro narrazione. Lei dunque ha compiuto un atto coraggioso, con metodo rigoroso.

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Italia e libertà religiosa. Recensione di un libro di Massimo Giusio a cura di Tudor Petcu

Di recente ho avuto modo di prendere possesso di un volume estremamente interessante, firmato dal professor Massimo Giusio, con il quale ho il privilegio di collaborare all’Università San Giovanni Crisostomo di Roma.

Il titolo di questo volume è “La libertà religiosa in Italia”, un tema, infatti, estremamente interessante se si pensa alla storia un po’ tumultuosa del paese dell’umanesimo rinascimentale.

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Perché (e da quando) gli ebrei non mangiano maiale

da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.

Si potrebbe dire che la ragione per cui il Signore benedetto ha creato il maiale è perché gli ebrei non lo mangiassero. Ovviamente è soltanto una battuta, come quella della seconda sinagoga, costruita per non mettervi mai piede; tuttavia potrebbe non essere così sciocca come sembra. Quando la Torà (Waiqrà/Lv 11,7) mette il suino nella lista degli animali proibiti al consumo alimentare dei figli di Israele, dà semplicemente i criteri per fare la distinzione tra animali puri e animali impuri, kasher i primi e non kasher i secondi: dei quadrupedi, solo quelli che hanno lo zoccolo spaccato e che ruminano sono ‘adatti’ al consumo; ma tali criteri non ci dicono affatto il perché alcuni siano kasher e altri no. Questa non-spiegazione ha offerto nel corso dei secoli il destro per le più diverse ipotesi, interpretazioni ed esplicazioni, da quelle più scientifiche, connesse all’igiene o all’ecologia, a quelle più simbolico-rituali.

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San Francesco e il Sultano. Riflessioni di un imam italiano

da Coreis.it, il sito della COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana), una comunità islamica nel cuore dell’occidente.

Quando il beato Francesco per la fede
in Cristo volle entrare in un grande fuoco
coi sacerdoti del Soldano di Babilonia;
ma nessuno di loro volle entrare con lui,
e subito tutti fuggirono dalla sua vista.

Legenda Major: IX, 8

Da questa citazione della biografia di San Francesco, scritta da San Bonaventura da Bagnoregio su commissione dell’Ordine dei Frati Minori, trasse ispirazione forse Giotto nel descrivere l’undicesima scena
del ciclo di affreschi della Basilica Superiore di Assisi.

Gli storici riconducono l’incontro fra San Francesco e il sultano ayyubide d’Egitto al viaggio che il Santo di
Assisi intraprese durante la quinta crociata in Oriente e narrano l’offerta generosa di doni preziosi del sultano, stupito per la qualità ascetica del frate. In quell’occasione, si tramanda che San Francesco abbia preferito testimoniare la veridicità della sua fede passando incolume attraverso il fuoco, suscitando timore e ammirazione tra i presenti.

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Gesù, l’islam e la promessa di un Consolatore

dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.

Quando verrà il Consolatore, mandato da Dio, dal Signore, lo Spirito santo uscito dal Signore, sarà testimone riguardo a me, e anche voi lo sarete, perché siete stati con me da lungo tempo. Per questo ve l’ho detto, perché non vi addoloriate.

Cosa ci fa nella più antica biografia (Ibn Ishaq m. 767) del Profeta dell’islam quella che a colpo d’occhio sembra proprio una citazione del “discorso di addio” di Gesù nel Vangelo di Giovanni, precisamente Gv 15,26?

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Domande che insegnano

dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.

Da una giovane musulmana di Istanbul ricevo una lista di 22 domande che fanno tremare le vene ai polsi: che cosa pensi di Dio? E Cristo? I bambini nascono col peccato? E dopo la morte cosa c’è? Che effetto ti fa pregare? Pensi che se uno prega si comporti anche meglio? È mai possibile attribuire ai profeti azioni disonorevoli? Che cosa vuol dire confessarsi dal prete? Ci sono profeti dopo Gesù? Il destino che cos’è per te?

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Musulmane e studiose, o studiose musulmane

dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.

All’improvviso si fa viva Fatima, egiziana del sud, che avevo conosciuto sette anni fa mentre studiavo al Cairo. Bella sorpresa. Oggi è professoressa universitaria. L’avevo lasciata studentella alle prese con il suo dottorato in letteratura cristiana antica, in lingua siriaca.

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Ricostruire il mosaico spezzato

dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.

Un povero prete nelle mani di un gruppo di guerriglieri dell’Isis? Nient’affatto: il signor parroco tra le pecorelle del suo gregge. Lui è don Giuseppe Manfredi, da Mondovì, che tra il 1891 e il 1904 resse la parrocchia latina di Madaba, nella Giordania centrale. La foto viene dalla ricerca antropologica di Géraldine Chatelard (Briser la mosaique: Les tribus chrétiennes de Madaba, Jordaie, XIX-XXe siecle), che ha svolto un ruolo decisivo nella formazione della mia personale visione delle cose: apparteniamo allo stesso mondo, siamo tessere di un solo mosaico, dove le fedi religiose, i dogmi, i culti sono parti di un tutto che è fatto anche d’altro. Ciò ovviamente non vuole contestare la pretesa di verità che ciascuna religione porta in sé (e io credo fermamente nella mia), ma semplicemente fare i conti con la realtà.

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Un carisma da vivere. La lezione di Max Weber

da Voceevangelica.it, «La Voce Evangelica» Giornale protestante on-line.

A cento anni dalla morte del sociologo Max Weber (1864-1920), la sua opera, e, in particolare L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, guida in alcune riflessioni, che potrebbero persino migliorare la vita. E continua a fornire spunti profetici rispetto al panorama religioso contemporaneo. In particolare è interessante riflettere sulla religione come fattore d’innovazione sociale. La crescita di una particolare forma di cristianesimo carismatico-pentecostale include, tra l’altro, un annuncio di speranza capace di concretizzarsi nell’emancipazione sociale. Quali e quante conseguenze ciò è in grado di produrre specialmente nelle comunità giovani, con alte percentuali d’immigrati? Sembra proprio che possa accompagnarne con successo l’evoluzione e l’inclusione.

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Sacrosante risate

dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.

Ma le religioni sanno ridere? Il dubbio mi assale incrociando dopo tanti anni “Il nome della Rosa” di Umberto Eco che, come si sa, è costruito intorno a un complotto omicida contro il buon umore. E il fattaccio ha per scenario un monastero.

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Il recinto e la palma

dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.

Dalle inferriate di un solido (?) recinto spingo lo sguardo sul bel tramonto giordano. Secondo la toponomastica biblica questi sono i monti di Moab. Stando alla tradizione, Mosè è morto a due passi da qui.

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Elementi di spiritualità nel pensiero di Dimitrie Cantemir

Il dottor Tudor Petcu ci invia un suo breve saggio che volentieri pubblichiamo su un grande pensatore rumeno, Dimitrie Cantemir. Dimitrie Cantemir (Silișteni, 26 ottobre 1673 – Dmitrovsk, 21 agosto 1723) è stato un letterato, filosofo, storico, compositore, musicologo, linguista, etnografo e geografo. Di estrazione popolare, fu, per due brevi periodi, voivoda della Moldavia (nel periodo marzo-aprile 1693 e tra il 1710 e il 1711).

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