Due richieste/invocazioni per seguire Cristo. Omelia di p. Georgy Kochetkov

Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando l’evangelo di Dio e dicendo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’evangelo».

Or passando lungo il mar della Galilea, egli vide Simone e Andrea, il fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E Gesù disse loro: «Seguitemi, ed io farò di voi dei pescatori d’uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono.

Poi, spintosi un po’ più oltre, vide Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che anch’essi in barca rassettavano le reti; e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se n’andarono dietro a lui.

Mc 1:14-20

Cari fratelli e sorelle!

Rallegriamoci sempre a sentire ogni parola del Vangelo perché avvertiamo sempre la sua attualità, rendiamoci conto quanto sia applicabile al nostro tempo ed a noi. Ad eccezione, forse, di alcune circostanze particolari, in sostanza tutto è attuale. Il Vangelo è vivo anche nei nostri tempi.

Il Signore annunciava l’Evangelo di Dio e diceva che il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Noi sappiamo che il Signore ci ha aperto la strada di questo Regno. In verità si è avvicinato e si è rivelato a quelli che accolgono Cristo con il cuore aperto. Per farlo non si richiede molto: “Ravvedetevi e credete all’evangelo” – questo è l’Evangelo del regno di Dio: che è vicino. Ravvedetevi significa lasciare lo stile di vita sbagliato, ogni ingiustizia esteriore e interiore. Ravvedetevi significa credere e aprire i cuori al regno di Dio per poter cominciare a vivere nell’amore di Cristo che è senza alcun dubbio sempre legata alla Croce, ma che ci porta anche la Resurrezione. Un tale Amore ci unisce a Cristo e al regno di Dio.

Non è a caso che non appena ha iniziato il Suo annuncio il Signore inizia a raccogliere anche la Chiesa cominciando dalla piccola comunità dei suoi discepoli. Durante il Suo cammino vede le persone che sono pronte a credere o credono già – qualunque cosa facessero nella loro vita quotidiana sono pronte ad accettare l’Evangelo, il pentimento dentro loro è già maturato. Quanto spesso ci mancano queste cose! Quanto spesso ci manca la penitenza per la nostra vita, per tutti i peccati e gli errori, per la vita del nostro popolo, per la vita del nostro Paese! Viviamo da un’epoca intera come se non fosse necessario un pentimento; è da un centinaio di anni che non riusciamo a liberarci dalle conseguenze di quella vita.

Ci manca la fede, per di più la fede rimane per molti un problema. Come aprire il nostro cuore quando la vita ci insegna di guardarci con sospetto e aver paura del nostro vicino: per noi è più un nemico che un amico, e anche se fosse un amico, ci chiediamo che vantaggio ci porta. Allora noi chiudiamo il nostro cuore al vicino e come conseguenza a Dio e al Suo Regno e alla fine non crediamo più nell’Evangelo.

Due fratelli Simone e Andrea hanno lasciato tutto, l’hanno fatto immediatamente. Hanno lasciato le reti, la barca che aveva un certo valore, siccome erano persone benestanti: secondo le ultime ricerche esegetiche avevano un proprio business. Nella stessa maniera sono chiamati anche i fratelli, figliuoli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Il Signore chiama e loro rispondono prontamente . “Prontamente” ha un significato particolare nel vangelo secondo Marco: il tempo è compiuto e tutto succede prontamente. Se il tempo è compiuto, arriva un tempo ‘mistico’, dove la decisione viene presa subito: “ora o mai più”.

Anche noi a volte sentiamo che il tempo sta per compiersi e si avvicina il momento quando si applica l’“ora o mai più”. O siamo gli eredi del regno di Dio, o ci integriamo in una folla senza volto, una massa che soltanto viene guidata e comandata per mezzo anche di diverse tecnologie.

Nel nostro tempo la situazione è ancora più complessa rispetto a duemila anni fa. Dobbiamo pentirci non solo per noi stessi. Una persona conosce la propria colpa, ma fa fatica a capire la necessità del pentimento per una epoca, per un paese, ‘perché ha peccato contro tutti ed è colpevole per tutto’ come dice Dostoevskij. Molti protestano, dicono: “Come mai? Non è possibile! Non abbiamo niente a che fare con questo delitto, perché allora dobbiamo pentirci?”. Dobbiamo capire che se non ci ravvediamo, non entriamo nel regno di Dio.

Abbiamo bisogno di rinnovare la nostra fede. La fede richiede sempre un rinnovamento. Non è mai una ripetizione di cose già fatte, di cose già formulate e realizzate sulla terra. Non è mai neanche un sogno, una cosa solo dell’aldilà, dell’oltretomba.

Perciò se desideriamo seguire Cristo, realizziamo il suo richiamo “ravvedetevi e credete all’evangelo” (Mc 1:15) e “Seguitemi, ed io farò di voi dei pescatori d’uomini” (Mc 1:17). Oggigiorno pescare gli uomini è un affare molto pericoloso!

Quante reti sono gettate nel mondo per pescare la gente e ci sono migliaia di persone che vengono prese in queste reti, come una volta ha detto p. Vsevolod Schiller, ma c’è una rete sola dove non ci si deve vergognare di essere catturati. Che Dio ci aiuti di non confonderla!

Il Signore vuole fare di ogni suo discepolo e seguace, di ognuno che ama Lui e il Suo Regno, un pescatore d’uomini senza distruggerne la persona, ma piuttosto ricostruendo la sua personalità e libertà. Il nostro tempo non può vantarsi per le conquiste nel campo della libertà e dell’amore e per le qualità superiori della personalità e della conciliarità (‘sobornost’), anzi molti cristiani hanno dimenticato cosa siano queste qualità. Dobbiamo aprire i nostri cuori e diventare veramente credenti e fedeli e facendo così realizziamo la nostra salvezza in Dio.

p. Georgy Kochetkov

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