Il diario di un’idea. Un testo di Macrina Grigore

Tudor Petcu ci invia un testo di Macrina Grigore, una brillante studentessa presso il Liceo Little London International Academy in Romania.

Era buio. Era come se tutta la luce che una volta aleggiava nella sua vita fosse svanita. Qui in Pensiero, le pareti sono morbide e soffocanti, ti inghiottono dove dimora l’Immondo.

In basso, nel profondo della disperazione, sotto l’anestesia di una vecchia speranza, giace un orsacchiotto. È rosa sporco, indossa un fiocco rovinato… È nascosto da qualche parte da fiamme sporche.

Mi chiedo ancora qual è il punto… Io, qui.
Rabbrividisco e una fondina effimera sembra suonare. Si annuncia la veglia di un’anima che sembra troppo giovane.

,,Aiutami!” gridò una voce sorda, intasata di peccati… L’umidità perisce, e la luce mi acceca terribilmente.

Vita. È vivo adesso.

Mutilato, striscio in qualche luogo profondo, sublime. Qui, dove ruggisce l’Infinito, è imbandita una tavola reale. Il vapore del pane sembra un vortice apocalittico. Il vino, come un cadavere solenne, assume fredde sfumature di viola.

Qui però, su un piedistallo d’argento graffiato di rimpianti, siede una gabbia.

La vita è l’eterno ricordo della solitudine.

Corro… Corro… Davanti a me giace un guscio di lumaca dentellato… Una scala!

Sto scendendo. Il nulla mi bacia.

Presto, appena possibile, me ne andrò. Io sono l’Idea.

L’inconscio è duro, il conscio è assente. Il mio cervello è dolorante… accendo la mia candela, anche se so che sto galleggiando in una tanica di benzina e sto scrivendo il mio nome su Sleeping.

Non capisco le persone, né penso che dovrebbero. Dopotutto, sono solo un’idea. Non sono né Pensiero, né Speranza, né Memoria. Sceglierò un’altra vittima… Un non-parlante!

Macrina Grigore

Traduzione in italiano di Tudor Petcu

Lascia un commento