La Luce e il cieco. Omelia di p. Georgy Kochetkov

Omelia di p. Georgy Kochetkov per il brano del vangelo secondo Giovanni 9,1-28.

Fratelli e sorelle, cristiani!

Abbiamo sentito un brano del vangelo secondo Giovanni dove si racconta come Gesù ha guarito un cieco fin dalla nascita. Non è per caso che si legge questo brano in questo periodo, tra la Pasqua e la Pentecoste. Questo periodo è illuminato dalla luce della conoscenza di Dio e della professione di fede in Gesù come Figlio di Dio così come viene rivelato nel vangelo secondo Giovanni.

Vi ricordo anche che non è un caso che, nella chiesa antica, il vangelo secondo Giovanni si leggesse subito dopo il battesimo perché i battesimi erano celebrati proprio a Pasqua. Questo vangelo si legge dopo che le persone nei loro cuori si uniscono con la Luce di Cristo, dopo aver cominciato a partecipare regolarmente ai sacramenti della Chiesa.

Il Signore dice: “Finché è giorno, devo portare a termine il compito assegnatomi da Dio, che mi ha mandato. Poi viene la notte, e allora nessuno può più lavorare. Ma finché sono ancora qui sulla terra, sono io la luce del mondo”. Noi potremmo dire non solo finché il Signore è ancora qui sulla terra, ma perché sulla terra Lui è la luce del mondo!

Ma da chi e da cosa dipende che Lui è presente sulla terra oppure Lui non c’è più tra noi? Ovviamente questo dipende da noi, cari fratelli e sorelle. Davvero Cristo non verrebbe se venisse chiamato? Davvero non verrà e non si presenterà in mezzo a noi se noi prepariamo i nostri cuori per l’incontro con Lui, se noi prepariamo il vino nuovo e gli otri nuovi?

Sono parole importanti: “finché sono ancora qui sulla terra, sono io la luce del mondo”. Una vera e propria illuminazione proviene dalla luce di Cristo e non potrà mai essere interpretato nelle categorie della comodità, del conforto o del benessere.

Uno può non avere nulla, eppure possedere ogni cosa nel caso la Luce di Cristo illumini il suo cuore.

Il cieco fin dalla nascita ha mostrato una incredibile forza d’animo. Dopo che i suoi occhi sono stati aperti è riuscito di superare tutti gli ostacoli e i pericoli. Nemmeno i suoi genitori, che ovviamente erano felici per lui, hanno avuto coraggio di riconoscere il Cristo, mentre lui ha detto quello che ha riconosciuto. Quando gli hanno chiesto: “chi dici che sia quel tale che ti ha guarito?”, – ha risposto: “E’ un profeta”.

Chi è un profeta? E’ uno che è in comunione con la Verità di Dio e che porta dentro di sé questa Verità. In verità Cristo era un profeta, ma era anche di più, perché non solo era in comunione con la Verità di Dio, ma era la Verità di Dio nella pienezza.

Il cieco quando ha incontrato Cristo era talmente abituato a rispondere in modo difensivo che ha iniziato a parlare con il Signore nello stesso modo che usava parlando con farisei. Quando il Signore ha chiesto: “Credi tu nel Figlio di Dio?”, il cieco ha risposto quello che pensava: “ Chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Lui voleva credere, ne aveva gran voglia, ma per credere prima bisogna sapere qualcosa sulla fede. I suoi occhi sono stati aperti e con questo lui si è preparato alla rivelazione spirituale, ma ci voleva anche una testimonianza, una testimonianza nello Spirito, una testimonianza della Verità. Il Signore gliel’ha data subito, coraggiosamente e apertamente, così come alla donna di Samaria: «L’hai visto il Messia, sono io, che ti parlo». Questo è il mistero che si è rivelato subito al cieco e lui ha testimoniato allo stesso momento con franchezza: “Signore, io credo. E gli si prostrò dinanzi”.

Tornando ai nostri tempi, purtroppo dobbiamo dire che capita di incontrare una persona davanti al quale il Signore ha fatto grandi miracoli, e questa persona sembra essere pronta a credere, anzi, dice: “Sono credente”, però non vuole né prostrarsi dinanzi, né servirlo, perché non vuole cambiare la propria vita. Lo capisce con la testa, ma la sua vita è tale che non riesce proprio a comprendere l’adorazione e il servizio a Dio. E’ una delle tragedie del nostro tempo! Prima le persone vivevano una vita più intensa religiosamente e anche noi dobbiamo aspirare affinché tutta la nostra vita diventi integra e completa. Se hai accettato una cosa, devi fare un passo avanti, se hai fatto qualcosa per il Signore, non ti fermare, vai sempre avanti.

Inutile pensare che basta attraversare la soglia della chiesa e tutto sarà a posto. Non basta neanche fare la comunione, leggere la Sacra Scrittura e qualche altro libro o pregare.

Bisogna essere accoglienti con la Chiesa, essere in unione con Essa. Bisogna essere umili e non pensare di sapere già tutto. Troppo spesso le persone che pensano di aver già cacciato via tutta l’oscurità da sé stessi, in realtà le tenebre chiudono loro ancora gli occhi. Succede che noi assomigliamo al cieco che non conosceva chi fosse il Figlio di Dio.

Finché Cristo è nel mondo e siccome Lui è nel mondo – Lui è la Luce del mondo – ricordiamolo! – non ci innalziamo perché “ Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili”. Uno che ha di sé un concetto troppo alto ed è troppo sicuro di sé e delle sue opinioni, si trova su una strada pericolosa. Più una persona sa, più è consapevole di non sapere ancora molte cose. Cristo ha detto : “Sono la luce del mondo”. E’ una luce che il mondo non riesce a contenere. E’ la Luce che nasce in noi, una dimora della luce. Ogni giorno noi dobbiamo glorificare Dio come Luce – questo fa parte dei pezzi più antichi dei vesperi e dei mattutini.

Fratelli e sorelle, facciamo uno sforzo perché tutte le parole che fanno risuonare in noi la risposta Amen, corrispondano alla nostra vita e la colmino.

p. Georgy Kochetkov

 

Lascia un commento