da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
In questo inizio di XXI secolo, il Cristianesimo protestante classico attraversa probabilmente la crisi più violenta della sua storia. È inevitabile menzionare anzitutto il dato statistico, che vede una drammatica riduzione numerica di tutte le Chiese protestanti tradizionali in Europa e Nordamerica; ma la stessa rilevanza culturale del protestantesimo nel dibattito pubblico è in caduta libera.
da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).
Le moderne società sono caratterizzate dalla pluralità di approcci culturali, politici, etnici, morali e religiosi. In un contesto impossibile da circoscrivere tramite definizioni unitarie, la proposta di vita del cristianesimo è chiamata ad assumere una forma umile, semplice e in grado di generare senso. Per approfondire tale approccio sembra opportuno riprendere la lezione dello scritto anonimo del II sec. d. C. intitolato A Diogneto.
da BarbaSophia, il canale YouTube in cui il prof. Matteo Saudino spiega e racconta concetti e storia della filosofia.
Con filosofia patristica (dal latino pater, patris, “padre”) si intende la filosofia cristiana dei primi secoli, elaborata dai Padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici. Il diffondersi e il radicarsi del cristianesimo apre una nuova stagione di riflessione filosofica, che sarebbe poi divenuta dominante nell’Europa occidentale dei secoli successi: la filosofia cristiana. Coloro che si adoperarono nell’elaborazione di una dottrina filosofica del cristianesimo vennero chiamati “padri della Chiesa” e tale dottrina patristica.
Aurelio Agostino d’Ippona (in latino: Aurelius Augustinus Hipponensis; Tagaste, 13 novembre 354 – Ippona, 28 agosto 430) è stato un filosofo, vescovo e teologo romano di origine nordafricana e lingua latina.
È Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, detto anche Doctor Gratiae (“Dottore della Grazia”). È forse il maggiore rappresentante della Patristica. Se le Confessioni sono la sua opera più celebre, si segnala per importanza, nella vastissima produzione agostiniana, il trattato La città di Dio.
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Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) è stato un filosofo, scrittore, pedagogista e musicista svizzero.
Dal suo primo testo filosofico importante, il Discorso sulle scienze e le arti, emergevano già i tratti salienti della filosofia rousseauiana: un’aspra critica della civiltà come causa di tutti i mali e le infelicità della vita dell’uomo, con il corrispondente elogio della natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone.
Questi temi sarebbero stati ulteriormente sviluppati dal Discorso sull’origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini del 1754: da questo secondo Discours emergeva la concezione di Rousseau dell’uomo e dello stato di natura, la sua idea sull’origine del linguaggio, della proprietà, della società e dello Stato.
Un altro testo, il Contratto sociale del 1762, conteneva la proposta politica di Rousseau per la rifondazione della società sulla base di un patto equo – costitutivo del popolo come corpo sovrano, solo detentore del potere legislativo e suddito di sé stesso.
Questi e altri suoi scritti (soprattutto l’Emilio, sulla pedagogia) vennero condannati e contribuirono a isolare Rousseau rispetto all’ambiente culturale del suo tempo. Le sue relazioni con tutti gli intellettuali illuministi suoi contemporanei, oltre che con le istituzioni della Repubblica di Ginevra, finirono per deteriorarsi a causa di incomprensioni, sospetti e litigi, e Rousseau morì in isolamento quasi completo.
Considerato per alcuni versi un illuminista, e tuttavia in radicale controtendenza rispetto alla corrente di pensiero dominante nel suo secolo (definibile quindi un preromantico o illuminista anti-razionale) Rousseau ebbe influenze importanti nel determinare certi aspetti dell’ideologia egualitaria e anti-assolutistica che fu alla base della Rivoluzione francese del 1789; anticipò inoltre molti degli elementi che, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, avrebbero caratterizzato il Romanticismo, e segnò profondamente tutta la riflessione politica, sociologica, morale, psicologica e pedagogica successiva. Alcuni elementi della sua visione etica saranno ripresi in particolare da Immanuel Kant. Le idee di Rousseau ebbero una risonanza europea e mondiale, tale da ispirare le future costituzioni degli Stati Uniti e della Rivoluzione francese
L’educazione è sempre stata un fattore determinante nell’evoluzione e nell’igiene morale della società, nel plasmare un livello di principio di alta qualità, sia individuale che collettiva. A questo proposito, non potevo dimenticare la scuola filosofica di Eleusi, che insegnava ai piccoli a spezzare il filo in quattro per diventare membri fondamentali della città. Socrate, che definì la comunità come “l’assemblea dei sapienti”, si preoccupava anche di avviare l’ignorante alla conoscenza per il suo divenire sociale.
In altre parole, fin dall’antichità all’educazione è stata assegnata una nobile assiologia nel suo compito di integrare la società in un paesaggio di bellezza cognitiva ed emotiva.
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SAE – Segretariato Attività Ecumeniche
57a Sessione di Formazione Ecumenica, Monastero di Camaldoli– Arezzo 25-31 luglio 2021
«Racconterai a tuo figlio» (Es 13,8). Le parole della fede nel succedersi delle generazioni. Una ricerca ecumenica (I)
Il Card. Matteo Zuppi ha scritto una lettera alla Costituzione italiana in un momento storico di varie incertezze e di pandemia, nel 75° anniversario della Repubblica, richiamandosi allo spirito e ai principi fondamentali della Carta e appellandosi al lavoro dei padri costituenti.
Oltre a ribadire la necessità di costruire una casa per tutti dove ognuno possa abitare nel riconoscimento dei propri diritti, doveri, e concorrere al bene comune.
Mettiamo a disposizione un libro pubblicato nel 1966 di mons. Franco Festorazzi, deceduto in questi giorni e ne riprendiamo direttamente nel post un breve brano delle conclusioni da cui emerge il suo grande amore per la Parola di Dio.
L’uomo di oggi, malgrado alcune manifestazioni che potrebbero sembrare suggerire il contrario, è un uomo pensoso: le esperienze individuali e sociali del mondo contemporaneo lo portano con maggior urgenza e acutezza agli interrogativi più profondi della sua esistenza.
Cos’è l’uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste a così caro prezzo raggiunte? Che reca l’uomo alla società, e che cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?
Poche scuole in Romania riescono a mostrare capacità di adattamento ai nuovi tempi che Aldous Huxley avrebbe definito meravigliosi per loro natura. È chiaro che viviamo nella dimensione concreta del jamming acuto che caratterizza il ritmo serrato della società contemporanea, il che significa che le mentalità sono in continuo cambiamento. Il cambiamento, infatti, dovrebbe essere il concetto chiave per essere oggetto dell’odierna analisi socio-culturale, tenendo conto di una realtà logica fondamentale: tutto ciò che esiste si trasforma. Implicitamente, la struttura della natura umana è modellata dalle principali coordinate di ogni epoca in cui esiste, e se non siamo in grado di assumere questa verità, allora tutto diventerà quello che Nikolai Chernyshevsky avrebbe chiamato “il sogno fallito di una notte d’estate”.
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
Poco meno di tre anni fa, dall’11 al 13 aprile 2018, la Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple) organizzava a Madrid un incontro fra gli operatori della comunicazione delle rispettive chiese (ne avevamo scritto qui; incontri analoghi si sono svolti anche a Losanna, Torre Pellice, Lisbona e Parigi) sul tema “Qual è la presenza delle nostre chiese nel mondo digitale?”.
Nell’occasione, il teologo e giornalista svizzero Michel Kocher aveva proposto di lavorare a partire da alcuni temi chiave: in che modo le chiese possono/devono impegnarsi nel web? Qual è il loro obiettivo primario? Quale profilo devono tenere (le chiese ma anche i singoli pastori) sui social? Come tradurre il Vangelo nel linguaggio del web?
Dopo il bel dialogo sull’Ortodossia in Italia e la recensione sul suo libro sulla libertà religiosa in Italia, ecco un’altra intervista al professor Massimo Giusio,questa volta in riferimento alla sua personalità scientifica. Come sempre a cura del dottor Tudor Petcu. Il professor Giusio è avvocato e giornalista, autore di testi e pubblicazioni in materia storica ed artistica, sociologica e in materie giuridiche, si occupa di storia delle religioni, antropologia religiosa e psicologia sociale ed è stato docente di storia della Chiesa, diritto costituzionale, diritto ecclesiastico e penale presso l’Unitré di Torino.
Il nuovo modello di società proposto da Gesù è, come afferma Juan Mateos, “un mutamento radicale che cambia i fondamenti stessi della società”. Propone e rende possibile un nuovo modello di uomo: sarà l’uomo nuovo a creare una società nuova. Per attuare tale progetto è richiesta una radicalità e una scelta di fondo per la povertà, che elimina l’accumulo di denaro e che si ispira all’amore per l’umanità oppressa e al desiderio di giustizia e di pace. Toglie l’ostacolo che impedisce l’esistenza di una società giusta e costituisce la base indispensabile per costruirla. Nasceranno da essa la generosità del condividere (Mt 6,22s), l’uguaglianza, la libertà e la fratellanza di tutti e tutte. Anche i Padri della chiesa avevano colto l’importanza della condivisione, elemento imprescindibile per cambiare stili di vita ed operare quella “religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo” (Gc 1,27), dove per mondo si intendono le degenerazioni umane del sopruso e dell’oppressione. Un attento studio del padre Zannini circa l’atteggiamento dei Padri verso il rapporto tra ricchezza e povertà, viene proposto qui di seguito.
Questa straordinaria enciclica terrà compagnia ai telespettatori per molte puntate, attraverso una rubrica, in cui diversi esponenti del mondo culturale, locale e internazionale, ci aiuteranno a comprenderne la vastità e l’impatto sulla vita concreta di molti uomini. Luca Crivelli spiega come l’enciclica abbia riportato la dimensione della gratuità nell’ambito della riflessione sull’ordinaria vita economica e come la gratuità non riguarda ciò che non ha valore ma ciò che ha un valore talmente grande da non poter essere pagato.
Padre David Maria Turoldo (1916-1992), prete della congregazione dei servi di Maria, 2 febbraio 1989. Lo abbiamo incontrato a Fontanella di Sotto il Monte, nel bergamasco, poco tempo prima che morisse. Sempre guerriero e agguerrito, non ha voluto parlare del suo cancro, ma dei giovani e ai giovani sì. A loro lancia un messaggio chiaro: se volete essere veramente liberi, abbiate come maestro di vita Gesù Cristo. Padre David in questa intervista invita i giovani a realizzare la propria umanità per essere persone costruttive nella società.
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