Intorno alla figura pubblica (ben prima che alla persona in quanto tale) di Liliana Segre, in un gioco di rifrazioni permanenti, quindi anche di specchi che si riflettono a vicenda, si sta giocando sempre più spesso una partita che assume tratti discutibili se non sgradevoli. E che tuttavia non può sorprendere oltre misura.
In evidenza sui giornali l’intervento della Presidente UCEI Noemi Di Segni sull’istituzione della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, che subito dopo il via libera del Senato ha commentato:
“Con il via libera all’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, mozione che aveva come prima firmataria la Testimone della Shoah e senatrice a vita Liliana Segre, il Senato ha oggi dato un importante segnale a tutta la società italiana. Continua a leggere
da Cortiledeigentili.com, il sito del “Cortile dei gentili” Dipartimento del Pontificio Consiglio della Cultura per favorire l’incontro e il dialogo tra credenti e non credenti.
Odio le verdure e il colore giallo, odio andare a scuola, odio il caffè freddo e odio svegliarmi presto la mattina, odio quei capelli. Odio, odio, odio, e ancora odio.
Odio è un termine che, senza distinzione d’età, è entrato a far parte del nostro vocabolario quotidiano. Lo utilizziamo spessissimo, soprattutto noi giovani, con una semplicità e naturalezza sbalorditiva, come fosse un vocabolo qualunque. ERRORE.
Se ci soffermassimo un attimo solo a pensare cosa realmente significhi e rappresenti questa parola, forse smetteremmo di usarla con tanta scioltezza e facilità.