Le armi sommerse

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

La sera del 20 luglio a Voghera Youns El Boussettaoui, 39 anni, è morto per un colpo di pistola sparato da Massimo Adriatici, assesore leghista alla Sicurezza del comune che, secondo alcune testimonianze e le sue stesse dichiarazioni, era solito girare armato per la città.

Sulla specifica dinamica dei fatti si esprimerà la giustizia, che al momento vede convalidato l’arresto di Adriatici per eccesso di legittima difesa. L’episodio ha però rinfocolato il dibattito pubblico sull’uso di armi in Italia, argomento spesso lasciato in disparte e forse abbinato più ad altri paesi (come gli Stati Uniti) che al nostro.

Giorgio Beretta, attivista di Opal (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa) e di Rete Italiana Pace e Disarmo smentisce, almeno in parte, questa visione.

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Legittima difesa, un messaggio culturale

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Mercoledì 6 marzo la Camera dei Deputati ha approvato con 373 voti favorevoli, 104 contrari e 2 astenuti la nuova proposta di legge sulla legittima difesa, che entro la fine di marzo dovrebbe essere approvata in forma definitiva anche al Senato, nonostante l’opposizione di parte del Movimento 5 Stelle.

Il nuovo testo modifica due articoli del codice penale con lo scopo di rendere più ampio il concetto di legittima difesa. All’articolo 52 viene aggiunto l’avverbio “sempre” riferito alla proporzionalità tra offesa e difesa, richiesta per legittimare il ricorso alla legittima difesa. Con la riforma, quindi, la difesa è “sempre” legittima se l’aggressione avviene in casa o sul posto di lavoro, ed è “sempre” legittima anche se la persona reagisce a una violenza o minaccia. Le modifiche apportate all’articolo 55, che parla dell’eccesso colposo di legittima difesa, fanno sì che non possa essere colpevole di eccesso di legittima difesa chi si difende da un’aggressione nella propria abitazione, collegando quindi in modo ancora più forte i concetti di proprietà e sicurezza.

L’avvocato Eriberto Rosso, segretario dell’Unione delle Camere Penali italiane, spiega che se la riforma entrerà in vigore «ci troveremo di fronte a una causa di giustificazione assolutamente modificata nella sua essenza».

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Verso una difesa sempre legittima e un’Italia più armata?

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Mercoledì 18 luglio è cominciato in Commissione Giustizia al Senato il percorso dei disegni di legge di riforma delle norme che regolano la legittima difesa. In tutto si tratta di cinque disegni di legge che hanno lo stesso relatore, il leghista Andrea Ostellari e che mirano allo stesso fine: ampliare il concetto di legittima difesa, normato dall’articolo 52 del codice penale. Anche i governi della scorsa legislatura cercato di apportare modifiche alle attuali norme, ma il provvedimento si era bloccato durante il suo iter parlamentare.

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