Dichiarazione congiunta del Patriarcato Greco Ortodosso di Gerusalemme e del Patriarcato Latino di Gerusalemme

Sui sentieri della giustizia si trova la vita, la sua strada non va mai alla morte” (Proverbi 12,28).

Qualche settimana fa, il governo israeliano ha annunciato la sua decisione di prendere il pieno controllo della città di Gaza. Negli ultimi giorni, i media hanno ripetutamente riferito di una massiccia mobilitazione militare e dei preparativi per un’imminente offensiva. Le stesse notizie indicano che la popolazione della città di Gaza, dove vivono centinaia di migliaia di civili – e dove si trova la nostra comunità cristiana – sarà evacuata e trasferita a sud della Striscia. Al momento della presente dichiarazione, sono già stati emessi ordini di evacuazione per diversi quartieri della città di Gaza. Continuano ad arrivare notizie di pesanti bombardamenti. Si registrano ulteriori distruzioni e morti in una situazione già drammatica prima dell’inizio dell’operazione. Sembra che l’annuncio del governo israeliano secondo cui «si apriranno le porte dell’inferno» stia effettivamente assumendo contorni tragici. L’esperienza delle passate campagne a Gaza, le intenzioni dichiarate dal governo israeliano riguardo all’operazione in corso e le notizie che ci giungono dal terreno dimostrano che l’operazione non è solo una minaccia, ma una realtà che è già in fase di attuazione.

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Antisemitismo o critica legittima?

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

L’accusa di antisemitismo mi è piovuta addosso all’istante, come previsto, da altri ebrei. Esprimendo sui social e nel romanzo La Metamorfosi dei Papaveri la mia totale disapprovazione della politica israeliana verso i palestinesi, ho chiamato la pioggia, che è divenuta burrasca, lo sapevo. Sono accusato di essere antisemita. Volendo continuare a camminare all’aperto, apro l’ombrello e… mi difendo.

Capita a chiunque osi tanto: governanti, giornalisti o persone comuni. A chi è solito analizzare i problemi con la ragione, può sembrare assurdo, ma su questo tema gli animi si accendono, il cuore parteggia e la mente si offusca.

Pur essendo ebreo nato in Israele, cerco di affrontare la questione fuori dalla mischia, nel modo più neutrale e sereno possibile.

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Cristianesimo e potere

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

In questi giorni, riflettendo sulle sofferenze e le paure che il tempo presente ci riserva, mi sono sentito quasi obbligato a tornare al tempo della prima guerra giudaico-romana per visitare la memoria della decisione della comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme di abbandonare Gerusalemme e rifugiarsi nella città di Pella, nella Decapoli, l’attuale Transgiordania. Un esodo così cruciale da sedurmi come se avesse un valore profetico e normativo per il nostro discernimento di fronte alle guerre devastanti che si abbattono su Ucraina e Palestina.

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