La Parola è la mia casa: [05/02/2023] V dom TO anno A

da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale delle parrocchie di Chiuro e Castionetto.

Un sale e una luce che non si mischiano non danno sapore né illuminano, ma rovinano bocca e occhio

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12a)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

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Cristiani senza Cristo o senza mondo?

da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).

Il 4 maggio scorso, Matteo Matzuzzi, vaticanista del Foglio, firmava un lungo articolo sui “Cristiani senza Cristo”. L’ipotesi di fondo dell’articolo era che a partire da un certo punto della storia la Chiesa avesse perso Cristo – la parte divina di Gesù – e la crisi di fede di oggi ne fosse la conseguenza. Di fatto questo modo di pensare ipotizza che prima di un certo punto storico la Chiesa fosse fedele alla divinità di Cristo e il popolo europeo – almeno nella sua gran parte – fosse convintamente cristiano (assai diverso dall’essere naturaliter cristiano), mentre dopo sia la Chiesa che il popolo cristiano abbiano smarrito Cristo e la sua divinità. Per dimostrare tale infedeltà si richiamano le chiese vuote, la perdita di influenza etica nella società e la destrutturazione di una salda dottrina, il calo delle vocazioni sacerdotali e dell’organizzazione della vita comunitaria di fede. Insomma, il diluvio universale del laicismo.

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La tentazione politica del pentecostalismo

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Vi sono almeno tre ragioni per cui dovremmo usare con maggiore prudenza la categoria della secolarizzazione per interpretare la scena religiosa mondiale. La prima è che chiese vuote, seminari deserti e vocazioni in declino sono fatti sostanzialmente europei: non è così negli altri continenti che invece mantengono alti tassi di “religiosità”. La seconda è che persino nell’Europa “secolarizzata” si affermano forme di religiosità sempre più differenziate, che vanno dalla leggerezza di forme di “nuova spiritualità” alla rocciosa consistenza dei fondamentalismi. La terza ragione è che il vettore pentecostale, il più robusto sulla scena cristiana del XX secolo, non ha perso la sua dinamicità, soprattutto in America Latina e in Africa. Il vento dello spirito pentecostale soffia ancora, e crea più di qualche turbolenza nella navigazione delle chiese storiche. Ma non è questa la novità.

Il fatto nuovo è che, dopo avere lungamente contrastato l’idea di una contaminazione tra chiesa e “mondo” e tra fede e politica, proprio a partire dal grande laboratorio panamericano molte chiese pentecostali oggi legittimano un impegno e uno schieramento nettamente politico.

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