I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 23 agosto 2020

da Caritas.diocesidicomo.it e Caritascomo.it, i  siti della Caritas diocesana di Como.

Sono stati predisposti i sussidi settimanali per introdurre la preghiera nei gruppi di incontro parrocchiali e vicariali Caritas per tutto l’anno liturgico. 

Le riflessioni che guidano il momento di condivisione di questo nuovo anno liturgico, sono proposte da Don Rocco Acquistapace, sacerdote diocesano che con la sua esperienza e saggezza saprà guidarci a fare della Parola il riferimento per ogni azione quotidiana, la guida alle nostre scelte e ai nostri cammini comunitari.

Vangelo secondo Matteo (Mt 16, 13-20)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Parola del Signore

Ascolto e medito:

Potrebbe sembrare semplice commentare questo brano di Vangelo, ma richiede una particolare attenzione. È un brano che sta a fondamento dell’organizzazione ecclesiale. Una Parola che va accarezzata per comprenderne i significati profondi, liberi da scelte e decisioni personali.

Gesù ha portato la sua comunità nell’estremo nord della terra di Israele, fuori da tutti i circuiti sacri e religiosi ed è proprio in quell’ambiente non sacrale che viene riconosciuto con chiarezza come Messia. Gesù non è venuto a fondare una nuova religione ma a portare la presenza di Dio in mezzo alla gente comune, a tutta la gente.

Tre sono le immagini a cui il Vangelo richiama: le fondamenta, le chiavi e il potere di legare e sciogliere. Ciò che Gesù ha compiuto e abbiamo letto nei passi precedenti, ha premesso le domande con cui Gesù si rivolge ai suoi discepoli e le sue scelte conseguenti alle risposte dagli stessi date. Tornando alle tre immagini delle fondamenta, delle chiavi e del potere, possiamo dire che: le fondamenta sono ciò che danno stabilità, che tengono unito dall’origine ciò che da esse nasce e si sviluppa. Pietro è riconosciuto da Gesù come fondamento della Chiesa. Il risultato di stabili fondamenta è una Chiesa con un futuro in cui le forze del male non potranno annientarla; la chiave dà autorità, sigilla la completa fiducia ricevuta da Pietro a custode e delegato al governo della Chiesa; il potere “di legare e di sciogliere” ha in sé diversi significati. Un significato dottrinale che significa interpretare le sacre scritture e dire ciò che è stato promesso; un significato disciplinare: escludere o ammettere gli uomini nella comunità.

Ma non è proprio quest’ultimo il significato a cui tendere se inteso letteralmente, in realtà è il servizio con il quale ci si occupa del bene di chi della comunità fa parte. I ruoli a cui i tre significati richiamano però, non possono essere esclusivi di un solo uomo. Oggi, il successore di Pietro è il Papa ma dobbiamo sentirci successori anche noi perché non si tratta di un potere o una delega assoluta ma posata nelle mani dello stesso popolo di Dio che dà pieno significato alla Chiesa stessa. Un brano di Vangelo dunque che ci rende protagonisti e attori del disegno di salvezza di Dio, che conferma il nostro essere figli e fratelli tra noi; un impegno, o meglio un servizio, al quale siamo tutti chiamati perché riconosciuti.

Medito e condivido:

  • Quali fondamenta, chiavi e potere nelle nostre comunità?

Il metodo

Ciascuna nostra azione,  pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.

La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale. 

È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.

Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.

Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:

SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;

SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;

SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.

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