La forza della speranza nella vita e nel pensiero di Jürgen Moltmann
Daria Dibitonto è docente di Filosofia e Scienze Umane presso il Liceo Scientifico Carlo Cattaneo di Torino ed è anche Dottore di Ricerca in Filosofia dal 2005 presso l’Università del Piemonte Orientale Avogadro. Ha lavorato sul pensiero di Jürgen Moltmann e sul tema del desiderio in Ernst Bloch, svolgendo parte della sua ricerca a Tübingen, dove ha incontrato più volte il professor Moltmann, con il quale ha avuto un rapporto di lungo corso, collaborando come traduttrice in italiano di numerosi suoi articoli, conferenze, contributi e della sua stessa autobiografia. Tra i suoi libri, Dio nel mondo e il mondo in Dio. Jürgen Moltmann tra teologia e filosofia, Trauben, Torino, 2007.
La speranza nasce da “dentro”
Dopo il primo incontro sulla persona e sul pensiero di Jürgen Moltmann, il Centro Culturale San Rocco, venerdì 6 dicembre, sempre alle ore 21.15, alla Sala San Rocco di Piazza del Popolo a Fermo, propone il secondo incontro del ciclo Teologia in Piazza, “La forza della speranza, da Moltmann ad oggi”. Saranno presenti don Giovanni Varagona, parroco, docente all’ Istituto Superiore di Scienze Religiose delle Marche “Redemptoris Mater” ed ex cappellano del carcere di Ancona Barcaglione, insieme a suo fratello Vincenzo Varagona, giornalista, presidente nazionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (Ucsi), autore, tra l’altro, di Vent’anni di speranze. Storie di riscatto intorno al Focolare, Affinità Elettive, 2023. Ci racconteranno la loro esperienza di operatori pastorali in un contesto di reclusione. Il titolo che hanno scelto per questo incontro è “La speranza viene da ‘dentro’”. Sarà un incontro solo apparentemente anomalo rispetto agli altri di questo ciclo. Non sarà un incontro “accademico” ma i due ospiti proveranno a raccontarci la loro esperienza e ad interpretare, alla luce della loro esperienza di fede, questo vissuto. Faranno teologia, quindi. Non una teologia che si confronta con il pensiero, con la filosofia, ma una teologia che si rapporta con il vissuto umano ed esistenziale in situazioni di difficoltà. Quella difficoltà di chi è recluso in un luogo di detenzione, quella difficoltà di chi ha poche e lontane prospettive di futuro. Sentiremo, quindi, che vuol dire portare speranza in un luogo di apparente disperazione.
Speranza come virtù politica
«C’è una teologia coscientemente politica ed una ingenuamente politica, ma non esiste “nessuna teologia politica”. Anche la Chiesa è sempre politica. Si tratta soltanto di sapere se fa una politica buona o cattiva». Così scriveva Jürgen Moltmann nei primi anni ’70. Oggi il contesto culturale, sociale e politico è radicalmente diverso da quegli anni, eppure il ruolo politico della chiesa e della teologia continua ad essere rilevante. Anche quando, apparentemente, non svolge più nessun ruolo. Quella che è venuta meno è la consapevolezza di questo ruolo. Il pericolo è che davanti alle grandi paure che stiamo vivendo all’inizio XXI secolo, il cristianesimo si trasformi sempre più in un esercizio introspettivo, che chiude la strada verso un futuro nella storia, per rivolgersi esclusivamente ad un futuro escatologico fuori della storia. Una forma religiosa che continua ad alimentare quel dio tappabuchi che tranquillizza le coscienze ma che non alimenta un impegno. Un dio tappabuchi che si alimenta e alimenta paure e angosce, perché solo attraverso le paure e le angosce un dio tappabuchi ha senso. Il Dio cristiano, invece, dovrebbe essere il Dio che si alimenta e che alimenta speranze, che muove la storia verso la completa realizzazione nel Regno dei Cieli, ma che stimola a costruire questo Regno nella storia di tutti i giorni, nel nostro futuro, pur se in maniera ancora incompleta. Ma in che modo la Chiesa italiana sta compiendo questo cammino? Il giubileo prossimo venturo è un passo verso quella direzione o passo verso un’altra direzione? Parleremo di tutto questo, e di altro ancora, nel terzo incontro della serie “Teologia in Piazza. La forza della speranza da Moltmann ad oggi”. Ad accompagnarci nella riflessione sarà Marcello Neri, teologo emiliano, affiliato esterno al «Centro dipartimentale diritto e pluralismo» presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Bicocca di Milano e docente di Etica e deontologia professionale all’Istituto Superiore di Scienze dell’educazione e della formazione «G. Toniolo» di Modena, con una relazione dal titolo: La speranza come virtù politica. Lo faremo mercoledì 11 dicembre, alle ore 21.15, nella sala San Rocco, in Piazza del Popolo a Fermo.
Venga il tuo Regno. La teologia di Jürgen Moltmann
Mercoledì 18 dicembre si terrà il quarto e ultimo incontro della serie “Teologia in Piazza. La forza della speranza da Moltmann ad Oggi”. Interverrà come relatore il prof. Fulvio Ferrario, docente di Teologia Sistematica alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma. Il prof. Ferrario è uno dei più importanti teologi italiani, concluderà il ciclo della teologia della speranza con una relazione dal titolo “Venga il tuo Regno. La teologia di Jürgen Moltmann”. Ascoltare la voce di un teologo protestante come conclusione di questo ciclo è un modo per rimanere ancorati alla prospettiva di Jürgen Moltmann, che era un teologo riformato, e per aprirsi ad una voce che non sia la sola voce cattolica. Per chi è abituato a pensare che il cristianesimo equivalga, in qualche modo, al cattolicesimo, l’incontro con il prof. Ferrario sarà un ottimo modo per relativizzare le proprie convinzioni ed aprirsi alla pluralità delle esperienze di fede delle chiese cristiane. L’attesa del Regno di Dio, come il titolo dell’incontro evoca, è un modo di pensare all’attesa delle cose ultime che ci avvicina all’insegnamento di Gesù e alla letteratura biblica. Dimensioni, queste, che proprio riguardo alle cose ultime sono state trascurate nel corso della storia della teologia, soprattutto cattolica, se non proprio dimenticate.