La qualità dell’educazione nella pandemia. Un saggio di Tudor Petcu

L’educazione è sempre stata un fattore determinante nell’evoluzione e nell’igiene morale della società, nel plasmare un livello di principio di alta qualità, sia individuale che collettiva. A questo proposito, non potevo dimenticare la scuola filosofica di Eleusi, che insegnava ai piccoli a spezzare il filo in quattro per diventare membri fondamentali della città. Socrate, che definì la comunità come “l’assemblea dei sapienti”, si preoccupava anche di avviare l’ignorante alla conoscenza per il suo divenire sociale.

In altre parole, fin dall’antichità all’educazione è stata assegnata una nobile assiologia nel suo compito di integrare la società in un paesaggio di bellezza cognitiva ed emotiva.

Certo, la storia è stata segnata da eventi che hanno cambiato il destino dell’umanità, che ha comportato naturalmente la nascita di nuove mentalità sociali, che, in un certo senso, erano state profetizzate prima della metà del Novecento, soprattutto se si pensa all’opera Oswald Spengler, “Il declino dell’Occidente”, in cui afferma a un certo punto che “la società raggiungerà la sua crisi educativa”.

Ciò che è vero, oggigiorno, in un contesto in cui la pandemia o, in altre parole, la malattia in senso cioraniano, sembra essere diventata il Grande Inquisitore, e l’apparato tecnologico a cui l’educazione stessa si connette per respirare, abbiamo il dovere morale di riflettere sulla nuova pedagogia. In altre parole, di quale qualità dell’istruzione si può parlare nell’era della pandemia che, paradossalmente, può diventare un’era di saggezza?

Sì, si può senza dubbio parlare di una maggiore qualità educativa in un contesto del genere perché, fortunatamente, ci sono unità educative per le quali l’atto educativo non soccombe alle nuove sfide.

Una di queste istituzioni pedagogiche è la scuola Little London International Academy, che, attraverso la sua eccezionale leadership, è stata in grado di presentarsi con dignità e gentilezza completa di fronte ai capricci del Tempo, che ha deciso che il mondo, almeno per un tempo, dovrà integrarsi in una nuova dimensione.

Questa scuola, nella quale l’educazione ha acquisito il rango di arte grazie a docenti dediti e vocati allo spirito di sacrificio verso il bene e i bisogni degli studenti, ha saputo rispondere con un tondo “Sì” alla sfida dell’ignoto, scegliendo di apprendere gli ultimi paradigmi nonostante il ritmo serrato delle trasformazioni che hanno portato all’isolamento di buona parte della società.

Anzi, non è stato facile per nessuno, e tutte le impressioni che ho avuto da alcuni professori della scuola Little London International Academy mi hanno fatto capire che la pandemia, al di là della sua spaventosa schiettezza, è stata e un fattore mobilitante che ha determinato questi ultimi a porsi in un’orbita più alta della propria pedagogia.

Oserei dire che questo è stato l’impatto che ho sentito a seguito delle discussioni emotive che ho avuto con alcuni insegnanti della scuola citata, come la signora Germina Olteanu (insegnante di storia) o la signora Adelina Popa (insegnante di inglese) grazie a cui ho scoperto che l’educazione, nella sua accezione più pura, è possibile, anche in un contesto di pandemia purché vi sia la volontà di adattarsi ai nuovi tempi e la capacità pedagogica di trasformarli in risorse positive per i diretti beneficiari, cioè per gli studenti.

Sì, Little London International Academy significa prestigio pedagogico e dinamica ascendente in un mondo di vigile cambiamento e mi congratulo personalmente con la squadra di gestione per la delicata fermezza con cui gestisce quello che George Orwell avrebbe chiamato il “nuovo tempo dell’umanità” e allo stesso tempo, gli ringrazio per il privilegio che mi ha concesso di diventare parte integrante di questa meravigliosa famiglia per la quale l’educazione è e sarà sempre un’arcana disciplina di vita.

Tudor Petcu

Lascia un commento