Verità, giustizia e bellezza nel pensiero di Adriano Olivetti. Storia e attualità del progettare, a partire dal modello Ivrea

da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.

Parlare oggi di una figura come quella di Adriano Olivetti (scomparso sessanta anni fa), significa cercare di coglierne l’attualità del pensiero e dell’azione in campo industriale, architettonico, urbanistico, sociale, politico istituzionale e culturale. Due termini innanzi tutto sui quali riflettere oggi: quelli di “comunità” e di “città dell’uomo”. Il libro dal titolo Città dell’uomo, uscì pochi giorni prima della morte di Olivetti: contiene una summa del suo pensiero e costituisce una sorta di testamento spirituale. Vi è presentata, rielaborata, tutta la complessità del suo sogno. Pensiero e opera, due aspetti per lui inscindibili che derivano dall’eredità morale trasmessagli dal padre, Camillo; azione sostanziata da pensiero e radicata nella giustizia sociale. E’ da questo testo che prende avvio la nostra riflessione. Due termini, “comunità” e “città dell’uomo”, come vedremo, intrecciati e dal cui serrato dialogo sarà possibile scorgere una luce, un chiarimento per l’oggi e una interpretazione più puntuale sull’originalità.

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Verso uno sviluppo sostenibile

da Circolidossetti.it, Circoli Dossetti, eremo e metropoli.

Nella temperie storica attuale dominata dagli effetti ambivalenti della cosiddetta “globalizzazione” argomentare sul concetto di “sviluppo sostenibile” è diventato ormai imprescindibile, giacché le implicazioni di quello che per converso potremmo definire “insostenibile” sono invece sotto gli occhi di tutti. Al netto delle locuzioni à la page i due asset si differenziano tra loro per un uso diverso delle risorse naturali, più oculato e rispettoso degli equilibri planetari, e orientato verso una distribuzione “democratica” delle ricadute positive sull’esistenza delle persone nel caso della sostenibilità, mentre all’opposto le disparità sociali e l’inquinamento ambientale si tengono insieme, generando un sistema che riduce ogni forma di biodiversità, anche umana.

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Raccontare le Settimane Sociali – La relazione di Mauro Magatti e le sintesi dei tavoli di lavoro

Raccontare le Settimane Sociali: l’appuntamento di Cagliari è stato quasi una miniera di momenti o interventi interessanti e preziosi. Occorre tornarci e scavare. Dalla terza giornata la relazione di Mauro Magatti e qualche informazione sulle sintesi dei tavoli di lavoro sulle buone pratiche. 

“L’Italia è un Paese invecchiato, e invecchiato male”. E’ l’analisi del sociologo Mauro Magatti, segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, che nella terza giornata della Settimana sociale ha affermato che in materia di lavoro l’Italia “si trova di fronte a un bivio: o cadere ancora di più nella spirale dello sfruttamento e delle disuguaglianze che sono il risultato di una società digitalizzata che pretende di controllare le attività di , o di andare verso un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la creatività umana”. Per realizzare questo obiettivo, secondo Magatti, bisogna “navigare tra la Scilla di una società senza lavoro e la Cariddi di una società dove tutto è lavoro”.

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Degrado

da Moked.it, il portale dell’ebraismo italiano.

Scriveva l’altro giorno Anna Foa su queste colonne (« … odio»), a proposito dei tre onorevoli del Pd aggrediti dagli antivax davanti a Montecitorio, che – proprio come all’inizio del fascismo – i deputati ormai si aggrediscono. E sottolineava quanto la foto degli aggressori mostrassero volti di uomini e donne «deformati dall’odio, senza più nulla di umano… si può parlare di una mutazione antropologica». Dietro a tutto ciò Foa immagina molte cause: «Innanzitutto, un’ignoranza crassa. Poi, un rancore sociale violento verso chiunque credano più ricco o più potente di loro. E una violenza sconfinata».
Non solo concordo al 100 per cento con questa analisi, ma mi permetto di aggiungere alcuni pensieri che, da tempo, non mi stanco di ripetere perché ci credo profondamente. Continua a leggere