da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.
Parlare oggi di una figura come quella di Adriano Olivetti (scomparso sessanta anni fa), significa cercare di coglierne l’attualità del pensiero e dell’azione in campo industriale, architettonico, urbanistico, sociale, politico istituzionale e culturale. Due termini innanzi tutto sui quali riflettere oggi: quelli di “comunità” e di “città dell’uomo”. Il libro dal titolo Città dell’uomo, uscì pochi giorni prima della morte di Olivetti: contiene una summa del suo pensiero e costituisce una sorta di testamento spirituale. Vi è presentata, rielaborata, tutta la complessità del suo sogno. Pensiero e opera, due aspetti per lui inscindibili che derivano dall’eredità morale trasmessagli dal padre, Camillo; azione sostanziata da pensiero e radicata nella giustizia sociale. E’ da questo testo che prende avvio la nostra riflessione. Due termini, “comunità” e “città dell’uomo”, come vedremo, intrecciati e dal cui serrato dialogo sarà possibile scorgere una luce, un chiarimento per l’oggi e una interpretazione più puntuale sull’originalità.