Il 3 giugno 1963 la scomparsa di Giovanni XXIII è un evento che commuove migliaia di persone in tutto il mondo. All’apertura del conclave Montini è il successore designato anche se osteggiato dai cardinali conservatori.
Scrive Indro Montanelli sul Corriere della Sera:
Dio ci guardi dalla tentazione di formulare oroscopi: non c’è conclave che non il abbia sbugiardati. Però una cosa si può dire con fondate probabilità di essere nel vero: e cioè che il protagonista almeno delle votazioni iniziali sarà il cardinale Montini.
Il 19 giugno 1963 ottanta cardinali entrano in conclave a Concilio aperto.
Nella tarda mattinata del 21 giugno 1963 viene eletto papa l’arcivescovo di Milano che assume il nome di Paolo VI.
Dopo la morte del cardinale Schuster, il 30 agosto 1954, Pio XII nominò monsignor Montini arcivescovo di Milano. Di fatto fu un allontanamento da Roma: a Pacelli non piacque l’atteggiamento del suo collaboratore nei confronti della situazione politica italiana: troppo vicino a De Gasperi e troppo poco anticomunista, e forse con qualche contatto diplomatico segreto Oltrecortina. Pio XII non presiede la cerimonia di consacrazione, manda solo un radiomessaggio «al suo fedele collaboratore» benedicendo il «novello Pastore».
La decisione di Pacelli poneva tuttavia il prelato cinquantasettenne alla testa della più importante diocesi del mondo, anche se non venne accompagnata dal cappello cardinalizio, tradizionalmente assegnato agli arcivescovi di Milano, né in seguito Pio XII tenne più concistori per creare nuovi cardinali.
La sequenza infernale che stringe come un cappio il collo delle forze politiche in questa campagna elettorale, già imperversante da mesi, l’ha ben descritta, per ultimo, Michele Salvati sul Corriere della Sera: se dici la verità al Paese, non raccogli il consenso sufficiente per governare. Più le spari grosse, più fai promesse luccicanti (veterinario per tutti i possessori di cani, dentiere per gli anziani, reddito universale di cittadinanza, abbassamento delle tasse fino al 15%, due monete – euro e lira -, età pensionabile minima possibile, Europa sì, ma anche no…) e più mieti voti. Se poi, da dilettante, ti metti a inseguire chi, da professionista, promette di più da sempre, arriverai sempre secondo. In ogni caso, una volta giunto nei pressi del governo, non sei in grado di mantenere le promesse, cioè non sei in grado di governare. Continua a leggere
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