da Interris.it, online international newspaper – con i piedi in terra guardando il cielo.
“Tutti noi uomini d’onore pensiamo di essere cattolici, Cosa Nostra si vuole farla risalire all’apostolo Pietro”. Così Leonardo Messina, un mafioso pentito, parlava durante un interrogatorio. In quell’occasione, il boss rivelò anche l’esistenza di una “Bibbia della mafia”, nascosta nelle campagne di Riesi, un piccolo comune in provincia di Caltanissetta. Ad una prima analisi, in effetti, sembra proprio che siano veramente poche le differenze tra un cattolico e un mafioso. Entrambi pregano. Hanno in tasca, o nel portafoglio, un santino: una Madonna Addolorata, un Cristo crocifisso, un Padre Pio, ecc. Anche i mafiosi sono religiosi. Tutti. Campani, siciliani, calabresi, boss. Per anni il confine tra credente e mafioso è stato invisibile. Continua a leggere