«Caravaggio 2025». Catalogo della mostra

Caravaggio 2025 – Catalogo della mostra
A cura di Francesca Cappelletti – Maria Cristina Terzaghi
304 pagine, con illustrazioni a colori,
(Collana Cataloghi), Marsilio Arte, 2025,
www.marsilioarte.it

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«La Preghiera. Studio di storia e psicologia delle religioni». Un libro di Friedrich Heiler

Friedrich Heiler
La Preghiera
Studio di storia e psicologia delle religioni
A cura di Martino Doni
Prefazione di Giovanni Filoramo
(Collana Scienze e Storia delle Religioni),
Morcelliana, Brescia, 2016,
pagine 944,
http://www.morcelliana.net

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Aree interne: Lettera aperta al Governo e al Parlamento sottoscritta da 141 tra Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Abati

Pubblichiamo la “Lettera aperta al Governo e al Parlamento”, sottoscritta a conclusione dell’annuale convegno dei Vescovi delle Aree interne. Il documento, firmato al momento da 141 tra Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Abati, resta aperto per ulteriori adesioni. Il testo sarà consegnato all’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili”.

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«Storia della tolleranza nel secolo della Riforma». Un libro di Joseph Lecler

Joseph Lecler
Storia della tolleranza nel secolo della Riforma
Due volumi inseparabili,
Traduzione di Giulietta Basso
(Collana Storia), Morcelliana, Brescia, 2024 (prima edizione 1967, seconda edizione 2004),
pagine 1088,
http://www.morcelliana.net

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«La prima storia del cristianesimo. Gli Atti degli Apostoli». Un libro di Daniel Marguerat

Daniel Marguerat
La prima storia del cristianesimo. Gli Atti degli Apostoli
Cinisello Balsamo (Milano), 2025,
(Collana Guida alla Bibbia),
Edizioni San Paolo,
Traduzione di Paolo Pellizzari,
pagine 304,
www.edizionisanpaolo.it

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«I comandamenti». Un libro di Gianfranco Ravasi

Gianfranco Ravasi
I comandamenti
(collana Dimensioni dello spirito),
Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 2025, pagine 144,
www.edizionisanpaolo.it

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Per una lettura nonviolenta dei propri testi sacri

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Pubblichiamo gli appunti per una relazione orale di Fabrizio Mandreoli svolta in una tavola rotonda – insieme a interventi di Marco Giovannoni, Miriam Camerini, Shahrzad Houshmand e diversi altri/e – svoltasi presso la giornata di formazione “Mediterraneo laboratorio di Pace” presso l’ISSR di Rimini coordinato dal professor Marco Casadei e dalla professoressa Abir Hanna.

Desideriamo indagare – per poterlo disinnescare – quel fenomeno per cui il mistero di Dio – rivendicato da tutti i figli di Abramo, ebrei, cristiani e musulmani, come l’unico, il trascendente, il sempre più grande – viene singolarmente tribalizzato ed etnicizzato (“il nostro Dio”), territorializzato (la “nostra terra santa”), politicizzato (“Dio è con noi qualsiasi cosa facciamo”) e, per così dire, reso coloniale (la “nostra giusta e necessaria superiorità e supremazia”).

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La Riforma nelle valli retiche

da Riformati-valposchiavo.ch, il sito delle comunità riformate della Valposchiavo.

Nella seconda metà del Cinquecento, la Riforma protestante si diffuse nelle vallate meridionali delle Tre Leghe – Valtellina, Chiavenna, Valposchiavo, Bregaglia – dando origine a una trentina di comunità provviste di altrettanti ministri di culto. Si trattò di un fenomeno che coinvolse direttamente circa il dieci percento della popolazione della regione e costituì l’unico tentativo compiuto, in area italofona, di dare corpo a una presenza protestante organizzata. Quel capitolo, durato quasi ottant’anni, venne brutalmente interrotto dal massacro dei protestanti compiuto nel 1620 nella parte centrale della Valtellina e nella bassa Valposchiavo.

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Cercando l’Ararat: la patria diventa domanda

da Lanuovaeuropa.org, La Nuova Europa la rivista legata a Russia Cristiana.

Un documentario russo dal titolo «Patria» (2024) che non la celebra, ma ne mette in discussione la concezione stessa. La vita di padre Giovanni Guaita e altre storie di emigrazione e identità complesse suscitano domande irriducibili.

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Monte Sole per Gaza

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Presentiamo il testo di uno dei discorsi pronunciati alla conclusione della Marcia nazionale per Gaza del 15 giugno scorso. Si tratta di una riflessione pronunciata da suor Mariam Dignatici (cf. qui) e frutto di una prolungata riflessione comunitaria della Piccola Famiglia dell’Annunziata, fondata e ispirata da Giuseppe Dossetti. Un testo che proviene da decenni di permanenza in terra santa, di conoscenza delle lingue, delle persone e dei contesti di quella terra con un radicamento in Cisgiordania e in Giordania cinquantennale. Con una frequentazione del mondo palestinese e israeliano, delle Chiese locali, delle tradizioni religiose mussulmana ed ebraica, che è stata costante, approfondita e costellata di legami, studi e molteplici relazioni. Una riflessione che è quindi frutto di una vita di amicizia e vigilanza e che chiama ad una mobilitazione delle coscienze, delle azioni – personali e collettive – e delle politiche in un senso più umano, responsabile e amante della vita.

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Cattolici e politica. Ripartire dalla realtà

da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).

Specie durante il periodo estivo sono molti gli osservatori e gli opinionisti che riflettono sull’opportuna collocazione che i cattolici dovrebbero assumere in politica. Secondo alcuni i credenti, in barba alle acquisizioni della Gaudium et spes, non possono muoversi in “ordine sparso” bensì collocarsi soltanto in ben definite aree politiche. Invece per altri i cristiani sono chiamati ad un impegno destinato alla ricostruzione di contenitori partitici di “centro”.

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Timidi cristiani dalla prefazione “politica” di Paolo Ricca

da Sondrioevangelica.it, il sito del CEC, Centro Evangelico di Cultura, di Sondrio.

Nella prefazione a Timidi cristiani di Sabina Baral, Paolo Ricca sceglie un tono ironico e riflessivo, definendo l’opera un pamphlet — un termine colto, dal sapore polemico ma non aggressivo.

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I partiti e la Repubblica: un nesso dimenticato?

da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).

L’intera vicenda politica di Dossetti si è svolta nel partito della Democrazia Cristiana. L’adesione a questo soggetto capace di unificare le varie anime cattoliche italiane dopo la seconda guerra mondiale non fu immediata. Dossetti, infatti, rifiutava l’idea di una presenza cattolica in politica in un unico partito, ma preferiva immaginare una partecipazione dei credenti in ogni contenitore partitico e quindi in un orizzonte pluralistico. Ciò non fu possibile per vari motivi. Quello principale era connesso alla presenza in Italia del più forte Partito Comunista dell’Occidente guidato da Palmiro Togliatti. Ma l’afflato valoriale di Dossetti ha orientato il suo impegno nella Democrazia Cristiana non per affrontare il pericolo comunista, ma per delineare un nuovo volto istituzionale tramite una democrazia sostanziale. Quest’ultima andava realizzata attraverso un partito impegnato nella proposizione di programmi di sviluppo con lo scopo di favorire la centralità dei lavoratori all’interno della comunità politica e sociale. Inoltre il giovane leader fu uno dei primi ad intuire la funzione positiva del partito destinata alla costruzione di una classe dirigente capace di ripensare la democrazia alla luce della dottrina sociale cattolica in relazione al pensiero politico contemporaneo e ai cambiamenti culturali in atto dopo la fine della seconda guerra mondiale.

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Due numeri dei Quaderni di studi ecumenici: «Quale spiritualità per il terzo millennio?» e «Una spiritualità ecumenica per l’oggi. Il modello Luigi Sartori»

Quaderni di studi ecumenici n. 1,  «Quale spiritualità per il terzo millennio?»

Istituto studi ecumenici “San Bernardino” Venezia, 2000

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Gli studenti delle Scuole Penny Wirton, fondate da Eraldo Affinati, scrivono a Papa Leone

Erano partiti il 5 maggio dalla stazione Centrale di Milano, sono arrivati a Roma il 14 maggio. In mezzo, un “Cammino della pace” che ha visto Eraldo Affinati, scrittore e fondatore della Scuola Penny Wirton e Piero Arganini, responsabile della Penny Wirton di Parma, percorrere l’Italia per incontrare i ragazzi delle varie sedi della scuola e raccogliere i loro pensieri sulla pace. L’obiettivo era quello di consegnare al nuovo pontefice – al momento della partenza non ancora eletto – una lettera ricca di idee, suggestioni e parole che vengono dal cuore di chi ha affrontato l’esperienza della migrazione. «In tempi come questi il pacifismo non può essere lasciato solo ai politici o agli opinionisti, ma serve una riflessione più ampia che riguardi tutti noi», dice Affinati. «La pace, quella vera, la si costruisce nell’incontro con l’altro, che è quello che facciamo tutti i giorni alla Penny Wirton. E il nostro “cammino” è stato proprio questo: abbiamo mostrato l’Italia agli studenti delle nostre scuole, mentre loro ci raccontavano la propria storia».

da Vita.it

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Il manifesto di Ventotene. IV. La situazione rivoluzionaria: vecchie e nuove correnti

Il Manifesto di Ventotene – che aveva come titolo originale Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto – è un documento per la promozione dell’unità politica europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi (con il contributo di Eugenio Colorni) nel 1941 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno, per poi essere pubblicato da Eugenio Colorni, che ne scrisse personalmente la prefazione. È oggi considerato uno dei testi fondanti dell’Unione europea.

Mentre il precedente Pan-Europa, scritto da Kalergi nel 1922, auspicava un’unione europea a guida tecnocratica, il Manifesto di Ventotene prefigurava la necessità per l’ideologia europeista di istituire una federazione europea dotata di un parlamento e di un governo democratico con poteri reali in alcuni settori fondamentali, come economia e politica estera.

Inizialmente articolato in quattro capitoli, il Manifesto venne diffuso clandestinamente. Nel 1944, poco prima di essere ucciso dalla milizia fascista, Eugenio Colorni ne curò la versione definitiva in tre capitoli: La crisi della civiltà moderna, Compiti del dopoguerra. L’unità europea e Compiti del dopoguerra. La riforma della società. La maggior parte del testo fu elaborata da Spinelli, mentre Rossi contribuì alla prima parte dell’ultimo capitolo.

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Il manifesto di Ventotene. III. I compiti del dopoguerra. La riforma della società

Il Manifesto di Ventotene – che aveva come titolo originale Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto – è un documento per la promozione dell’unità politica europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi (con il contributo di Eugenio Colorni) nel 1941 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno, per poi essere pubblicato da Eugenio Colorni, che ne scrisse personalmente la prefazione. È oggi considerato uno dei testi fondanti dell’Unione europea.

Mentre il precedente Pan-Europa, scritto da Kalergi nel 1922, auspicava un’unione europea a guida tecnocratica, il Manifesto di Ventotene prefigurava la necessità per l’ideologia europeista di istituire una federazione europea dotata di un parlamento e di un governo democratico con poteri reali in alcuni settori fondamentali, come economia e politica estera.

Inizialmente articolato in quattro capitoli, il Manifesto venne diffuso clandestinamente. Nel 1944, poco prima di essere ucciso dalla milizia fascista, Eugenio Colorni ne curò la versione definitiva in tre capitoli: La crisi della civiltà moderna, Compiti del dopoguerra. L’unità europea e Compiti del dopoguerra. La riforma della società. La maggior parte del testo fu elaborata da Spinelli, mentre Rossi contribuì alla prima parte dell’ultimo capitolo.

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Papa Francesco, fraternità ed empatia. Un bilancio ecumenico protestante

da Riformati-valposchiavo.ch, il sito delle comunità riformate della Valposchiavo.

Quando Jorge Bergoglio è diventato papa, la sua elezione ha suscitato, tra i protestanti, grandi aspettative. In particolare, per quanto riguarda il dialogo ecumenico.

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Il manifesto di Ventotene. II. I compiti del dopoguerra. L’Unità Europea

Il Manifesto di Ventotene – che aveva come titolo originale Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto – è un documento per la promozione dell’unità politica europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi (con il contributo di Eugenio Colorni) nel 1941 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno, per poi essere pubblicato da Eugenio Colorni, che ne scrisse personalmente la prefazione. È oggi considerato uno dei testi fondanti dell’Unione europea.

Mentre il precedente Pan-Europa, scritto da Kalergi nel 1922, auspicava un’unione europea a guida tecnocratica, il Manifesto di Ventotene prefigurava la necessità per l’ideologia europeista di istituire una federazione europea dotata di un parlamento e di un governo democratico con poteri reali in alcuni settori fondamentali, come economia e politica estera.

Inizialmente articolato in quattro capitoli, il Manifesto venne diffuso clandestinamente. Nel 1944, poco prima di essere ucciso dalla milizia fascista, Eugenio Colorni ne curò la versione definitiva in tre capitoli: La crisi della civiltà moderna, Compiti del dopoguerra. L’unità europea e Compiti del dopoguerra. La riforma della società. La maggior parte del testo fu elaborata da Spinelli, mentre Rossi contribuì alla prima parte dell’ultimo capitolo.

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