Il richiamo alla terra e la palma da dattero

da Moked.it, il portale dell’ebraismo italiano.

Tu Bishvat è una festa minore che col passare degli anni e dei secoli ha incrementato la sua importanza, perché, probabilmente per il suo carattere eminentemente agricolo, è stato un modo di richiamarsi alla terra di Israele, prima soltanto ad un livello puramente liturgico e religioso. Poi con l’evoluzione del Sionismo, da pura ideologia a realtà statale è un modo per richiamarsi ed aderire agli ideali del riscatto e della bonifica della terra abbandonata e divenuta un deserto.

Inizialmente Tu Bishvat era quasi soltanto la separazione “fiscale” per l’osservanza delle varie “decime”, che erano tasse che gli Israeliti (cioè tutte le tribù che non fossero Levi) dovevano versare con modalità varie e complicate a un complesso di beneficiari: Levi, Cohanim, poveri, il Santuario, con turni e modalità da far invidia alla moderna Agenzia delle Entrate!…Ma da quando nasceva e finiva l’obbligo annuale? A TuBishvat, appunto.

Nel 1600 la forma delle celebrazioni è diventata abbastanza definita grazie al lavoro di rav Itzhack Luria che a Safed con i suoi discepoli ha elaborato un seder simile a quello di Pesach. In particolare si usano mangiare i frutti che nella Torah vengono associati alla terra di Israele: frumento, orzo, uva, fichi, melograni, olive, datteri.

Su ognuna di queste specie ci sarebbero da scrivere decine di pagine, ma oggi ci limitiamo a qualche cenno sulle palme, i cui frutti, i datteri sono considerati dai commentatori come il “miele” della Terra Promessa citato nella Torah.

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L’Omer

da Moked.it, il portale dell’ebraismo italiano.

Cos’è l’Omer? I rabbini vi risponderanno con dotte spiegazioni sul conteggio dei giorni e le settimane che intercorrono tra Pesach e Shavuoth, ma da agronomo mi sia permesso dare una risposta più terra-terra, sul significato letterale della parola ‘Omer. L’Omer è una pratica agricola, un modo di cogliere il frutto della terra che il Signore ci ha concesso.
Quando, a fine stagione, abbiamo un campo pieno di belle spighe cosa dobbiamo fare per coglierle e portare a casa il prodotto che il Signore ci ha elargito? Oggi, se poniamo questa domanda ad un giovane, ci risponderà, giustamente, che si entra nel campo con una macchina mietitrebbiatrice e in breve tempo si porta in magazzino la granella pulita; ma non molto tempo fa non era così, esattamente come non lo è stato per millenni e come facevano i nostri antenati, agricoltori nella Terra Promessa.

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