Mayte Elizalde è una giovane operatrice di Hope Border Institute, un’organizzazione umanitaria basata nella città texana di El Paso, sulla frontiera con il Messico. Dall’altra parte del Rio Grande sorge Ciudad Juarez, dove si concentrano masse di uomini, donne e bambini arrivati dopo un viaggio estenuante e rischioso attraverso il Centro America in fuga da violenza estrema, povertà e disastri naturali, con il miraggio di una nuova vita negli Stati Uniti. Ma le nuove regole per chiedere asilo nel Paese sono ancora più severe che in passato: nell’ultima puntata della stagione Mayte, lei stessa figlia di immigrati messicani, racconta a Finis Terrae la sua storia e l’impegno di Hope Border Institute, insieme alla diocesi di El Paso, per alleviare le sofferenze dei migranti e promuovere una cultura della solidarietà sui due lati della frontiera.
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Le armi, la beneficenza, e il Bambino Gesù
da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.
L’ospedale Bambino Gesù di Roma è un’eccellenza in campo pediatrico che opera a favore di tutti i minori senza alcuna discriminazione. Promuove interventi umanitari in tutto il mondo e necessita perciò di molte risorse messe a disposizione dalla Santa Sede che ne ha il controllo, ma sono numerose anche le donazioni che arrivano da parecchie fonti in maniera discreta e costante.
Sta suscitando scalpore il rifiuto opposto dalla direzione della struttura ospedaliera alla donazione proposta dalla società Leonardo, tra i principali attori del settore industriale della difesa e dello spazio. Continua a leggere
«La guerra e la pace». Brani da una predicazione di Dietrich Bonhoeffer (New York, 1931-1932)
Dal settembre 1930 al giugno 1931 Dietrich Bonhoeffer risiede negli USA grazie ad una borsa di studio. Qui coltiverà diverse amicizie, anche ecumeniche, e conoscerà molto del contesto statunitense di allora dal punto di vista teologico ed ecclesiale, ma anche sociale, culturale, etico, politico, letterario e musicale. Terrà anche diverse conferenze, soprattutto a New York.
Ecco alcuni passaggi della predicazione su 1Gv 4,16 che Bonhoeffer tenne, appunto, in una chiesa di New York.
E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
1Gv 4,16
Intelligenza artificiale e vita ebraica: il caso dell’Haggadah illustrata
da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.
La domanda se l’Intelligenza Artificiale possa entrare in sinagoga e più in generale nella vita quotidiana ebraica ha cominciato a circolare già da un po’. All’inizio di quest’anno, ad esempio, il rabbino senior di New York Josh Franklin, del Jewish Center of the Hamptons, aveva pronunciato un sermone un po’ particolare. Strutturalmente impeccabile, era stato scritto utilizzando, il chatbot ChatGPT, un programma di AI capace di produrre testi a partire dal suggerimento di temi e parole chiave. La cosa sconvolgente era che la maggior parte della congregazione newyorkese era convinta che il testo fosse stato redatto da un ministro del culto. Da qui le inevitabili resistenze verso l’ennesimo ritrovato tecnologico potenzialmente capace di sostituirsi all’uomo, portando via non solo posti di lavoro, ma soprattutto mettendo in discussione l’insostituibilità della mente umana. Per fugare questi timori lo stesso Franklin aveva affermato che, per quanto i sermoni prodotti dal software fossero tecnicamente perfetti, sarebbero comunque sempre stati privi di anima.
Giovanni Battista Scalabrini raccontato da don Saverio Xeres
Scalabrini spiegato a tutti
Intervista a don Saverio Xeres, tra i maggiori conoscitori del Santo, storico della Chiesa, docente al Seminario di Como e alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale a Milano.
Farsi carico, oggi, del bene possibile
da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).
Mi sono chiesto: su cosa si può fissare lo sguardo nell’attuale panorama sociale, politico, ecclesiale? In questi giorni c’è l’imbarazzo della scelta.
Dugin e la Russia di Putin. I fondamenti dell’ideologia di Aleksandr Gel’evič Dugin
da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.
L’Europa occidentale è decadente, perde tutta l’identità e questa non è la conseguenza di processi naturali, ma ideologici. Le élites liberal vogliono che l’Europa perda la propria identità, con la politica dell’immigrazione e del gender. (…) L’Europa sarà sempre più contraddittoria, sempre più idiota. I russi devono salvare l’Europa dalle élites liberal che la stanno distruggendo (…). I paesi vicini alla Russia erano costruzioni artificiali dopo il crollo dell’Unione sovietica e non esistevano prima del comunismo. Sono il risultato del crollo comunista. Erano invece parte di una civiltà euroasiatica e dell’impero russo prerivoluzionario. Non c’è aggressione di Putin, ma restaurazione di una civiltà russa che si era dissolta.
Aleksandr Dugin, intervista rilasciata a Giulio Meotti, il Foglio, 2 marzo 2017
Questa non è una guerra con l’Ucraina. È un confronto con il globalismo come fenomeno planetario integrale. È un confronto a tutti i livelli, geopolitico e ideologico. La Russia rifiuta tutto nel globalismo, unipolarismo, atlantismo, da un lato, e liberalismo, anti-tradizione, tecnocrazia, Grande Reset, in una parola, dall’altro. È chiaro che tutti i leader europei fanno parte dell’élite liberale atlantista. E noi siamo in guerra esattamente con questo.
Aleksandr Dugin, Agenzia Stampa Italia, 4 marzo 2022
Aleksandr Gelevic Dugin è un ideologo russo, conosciuto in tutto il mondo come il principale esponente della corrente di pensiero definita “eurasiatismo”, in base alla quale esiste uno spazio geopolitico a cavallo fra l’Europa e l’Asia che rappresenta un unicum, alternativo – culturalmente e politicamente – all’Occidente atlantista e all’Oriente. Uno spazio caratterizzato da valori storicamente determinati e universali, irriducibile alle suggestioni della modernità e della mondializzazione.
Una dichiarazione sulla dottrina del “mondo russo” (Russkii mir)
Un gruppo di teologi ortodossi di tutto il mondo ha pubblicato la seguente dichiarazione (la traduzione è dei teologi cattolici Fabrizio Bosin e Gianluca Montaldi), nella quale, sostanzialmente, si condanna come eretica la variante kyrilliana del cosiddetto filetismo, una dottrina sul rapporto tra fede ortodossa e appartenenza etnica e nazionale.
Dossetti e la pace
da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.
Pubblichiamo qui la riflessione di Paolo Barabino della Piccola Famiglia dell’Annunziata per la marcia per la pace presso Monte Sole del 6 marzo 2022. Si tratta di una rilettura di alcune convinzioni profonde di Giuseppe Dossetti sulle premesse concrete per una spiritualità, cultura e politica della pace. Prospettive che suonano singolarmente interroganti per leggere il drammatico momento storico e per decifrare i processi di medio e lungo periodo che l’hanno reso possibile. Per ulteriori approfondimenti riportiamo qui alcuni testi che crediamo utili:
G. Lercaro, Non la neutralità, ma la profezia, Zikkaron, Marzabotto 2018; L. Gherardi, Le querce di Monte Sole, con una introduzione di G. Dossetti, EDB, Bologna 1994; A. Baldassarri, Risalire a Monte Sole, Zikkaron, Bologna 2019; G. Dossetti, L’eterno e la storia, EDB, Bologna 2021; G. Dossetti, Il Signore della Gloria, Il pozzo di Giacobbe 2021. Per documenti e informazioni si veda il sito “Studiare Dossetti”, qui (Fabrizio Mandreoli).
Ucraina: lettera a una professoressa
da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.
Stamattina mi ha scritto un mio ex allievo che si è diplomato lo scorso anno (con il massimo dei voti). Il papà è italiano e la mamma ucraina. Gli ho chiesto il permesso di leggere le sue parole ai miei figli e lui mi ha risposto che è contento se le sue parole possono trasmettere qualcosa anche a qualcun altro. Perciò le giro anche a voi, perché ne possiamo fare preghiera.
Una professoressa
Salve prof,
volevo scriverle in questo momento di totale sconforto per la mia famiglia. In questi anni sono sempre stato passivo davanti a numerosi disastri della storia recente; oltre alla pandemia, le guerre che hanno attraversato il mondo non mi hanno mai toccato tanto, le ho sempre viste come cose certo terribili, ma “problemi di altri”, che non mi hanno mai veramente toccato emotivamente.
Tutti quanti riconosciamo che la guerra sia il male più grande che possa colpire l’uomo, ma spesso pronunciamo questa frase come una filastrocca, non rendendoci veramente conto di cosa significhi.
Coltivare la cultura: stili di vita ebraici ecosostenibili
da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.
Cos’è l’agricoltura? Tecnicamente, il termine racchiude i processi di produzione alimentare.
Eppure l’agricoltura è molto di più – in un certo senso, si può pensare alla storia umana a partire da 12mila anni fa come il progredire della relazione tra l’Uomo, il terreno e il mondo animale.
Come scienza, ha dunque un’enorme componente socio-antropologica: tutto il cibo è prodotto da umani. L’antropologia dell’agricoltura ne analizza la dinamica di scambio – l’agricoltura è dialogo quando i prodotti vengono scambiati in un mercato che a sua volta crea una comunità. L’agricoltura è infine interessante anche per gli architetti del paesaggio, che analizzano come il paesaggio agricolo cambi nelle epoche a seconda dei valori socioculturali.
Segnali di cambiamento dal mondo del lavoro
da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.
Mentre ancora siamo alle prese con la quarta ondata della pandemia, le notizie che vengono dal mondo del lavoro, in queste settimane, confermano che in ogni caso essa non rimarrà soltanto una dolorosa parentesi da dimenticare, lasciandosela dietro le spalle per tornare alla vita di prima e di sempre, ma costituirà una frattura radicale, che già sta profondamente segnando gli stili di vita delle società occidentali, compresa quella italiana.
Crescita economica e crescita sociale non possono essere disgiunte
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
La cosa più difficile del tempo che viviamo è, probabilmente, seguire la rapidità di evoluzione e la complessità dello scenario nel quale siamo immersi. L’inaugurazione della XXXII Olimpiade ci ha offerto un intero indice di argomenti per rappresentare tale complessità: il 23 luglio del 2021 si sono infatti aperte le Olimpiadi di Tokyo 2020. L’asincronia contenuta in tale denominazione segna la catastrofe che ha investito il mondo: probabilmente tale tragedia si è avviata nell’autunno del 2019. Nei primi mesi del 2020 l’epidemia di un oscuro virus originata in Cina ha cominciato a percorrere le rotte dei movimenti globali. L’11 marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò ufficialmente al mondo che era in corso una pandemia. Da allora, abbiamo assistito a stadi diversi della lotta al Covid-19: prove terribili per i sistemi sanitari; tentativi, fallimenti e progressi immani della scienza; errori – e speculazioni indegne – di natura politica che si sono alternati a decisioni di grande coraggio e lungimiranza di portata storica.
Le armi sommerse
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
La sera del 20 luglio a Voghera Youns El Boussettaoui, 39 anni, è morto per un colpo di pistola sparato da Massimo Adriatici, assesore leghista alla Sicurezza del comune che, secondo alcune testimonianze e le sue stesse dichiarazioni, era solito girare armato per la città.
Sulla specifica dinamica dei fatti si esprimerà la giustizia, che al momento vede convalidato l’arresto di Adriatici per eccesso di legittima difesa. L’episodio ha però rinfocolato il dibattito pubblico sull’uso di armi in Italia, argomento spesso lasciato in disparte e forse abbinato più ad altri paesi (come gli Stati Uniti) che al nostro.
Giorgio Beretta, attivista di Opal (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa) e di Rete Italiana Pace e Disarmo smentisce, almeno in parte, questa visione.
«Uomini», di Evgenij Aleksandrovič Evtušenko
Evgenij Aleksandrovič Evtušenko, nato Gangnus (in russo: Евгений Александрович Евтушенко; Zima, 18 luglio 1932 – Tulsa, 1º aprile 2017), è stato un poeta e romanziere russo.
Stati Uniti: Protestantesimo e suprematismo bianco
da Voceevangelica.ch, Chiese evangeliche di lingua italiana in Svizzera.
Nelle settimane successive all’assalto al Campidoglio di Washington dello scorso 6 gennaio, molti americani si sono chiesti se quella violenza fosse un evento isolato, o se invece fosse la conseguenza di spinte più profonde. La storica Kelly J. Baker, studiosa di religione e odio razziale, ha individuato in quell’assalto elementi a lei ben noti: molti assalitori, prevalentemente bianchi, erano motivati da fervore religioso e si vedevano come partecipanti a una sorta di guerra santa. Alcuni brandivano bandiere confederate, altri croci. Tra coloro che invocavano il nome di Gesù c’erano membri di gruppi di estrema destra come i Proud Boys, animati da sentimenti misogini e xenofobi. Altri erano motivati da teorie cospirazioniste come QAnon, o spinti da una fede cristiana conservatrice.
Il filo d’oro. Raimon Panikkar. Documentario intervista a cura di Werner Weick e Andrea Andriotto
Fin dai tempi più antichi, il filo d’oro è il simbolo di un sapere che nasce dall’esperienza personale e che è libero dai condizionamenti istituzionali. È un filo perché rappresenta la continuità di un’esperienza sempre antica e sempre nuova ed è esile perché in ogni generazione questa consapevolezza viene mantenuta da una minoranza di individui. Questo filo è d’oro perché è immortale, rimane sempre anche nei periodi più caotici e oscuri, a volte più apparente, a volte più nascosto.
Raimon Panikkar
Il Primo Maggio del lavoro sommerso
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
La pandemia di coronavirus, unita alle misure adottate per limitarne la diffusione (soprattutto quelle a singhiozzo che hanno caratterizzato, tra gli altri paesi, l’Italia), ha dato un colpo pesantissimo al mercato del lavoro italiano.
Ad inizio aprile Istat ha pubblicato un rapporto che metteva a confronto i numeri del febbraio 2021 con quelli dello stesso mese del 2020, ovvero l’ultimo mese prima che si diffondesse anche in Italia il virus Covid-19. Basta un numero per comprendere la gravità della situazione: la diminuzione degli occupati è di 945mila unità. L’emorragia riguarda tutti i settori, anche se in modo non omogeneo, perciò non è il caso di stilare la classifica delle categorie più in difficoltà. Sono però emerse recentemente alcune nuove istanze sulle quali, in vista del Primo Maggio, ci si può soffermare per provare a tastare il polso complessivo.
Il diritto di resistenza
da Unacitta.it, il mensile di interviste e foto “Una città. Le domande vengono prima delle risposte”.
Perché alla Costituente la proposta di Dossetti e di Moro di sancire il diritto di resistenza del cittadino a una violazione del patto costituzionale non passò? L’impossibilità evidente di una normativa non scalfisce la giustezza del principio. La freddezza di Togliatti e di De Gasperi. L’idea, al fondo, di un’immaturità all’autogoverno dei cittadini, a cui solo i partiti potevano porre rimedio. Intervista a Umberto Mazzone. Umberto Mazzone insegna Storia della Chiesa e Storia dei movimenti religiosi presso il Dipartimento di Discipline storiche dell’Università di Bologna.
Il dialogo interreligioso. Intervista a cura di Tudor Petcu al prof. Luigi Berzaro
Proponiamo l’intervista sul dialogo interreligioso a Luifi Berzaro a cura di Tudor Petcu. Luigi Berzano, sociologo, prete, accademico, è nato ad Asti nel 1939. Già ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze politiche all’Università degli Studi di Torino, è parroco di Valleandona, frazione di Asti. E’ coordinatore nazionale della sezione “Sociologia della religione” della Associazione Italiana di Sociologia. Collabora anche con la Facoltà Teologica, l’Università Rebaudengo e il Center for Studies on New Religions. Dal 2005 è membro del Comitato scientifico della rivista Studi di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano e dal 1992 presidente del Centro Studio Nuove Religioni di Torino. Coeditore di Annual Review of the Sociology of Religion (Brill, Leiden-Boston), dal 2010 dirige l’Osservatorio sul Pluralismo Religioso a Torino, che ha censito circa 150 gruppi e realtà religiose nella metropoli torinese. I suoi studi vertono su pluralismo e libertà religiosa nelle società multiculturali, in particolare nei confronti delle esperienze della religiosità individuali e di gruppo, sia nelle forme organizzate nelle religioni storiche, sia nelle forme più marginali delle minoranze e nuovi movimenti spirituali come la New Age. In Sociologia dei lifestyles ha sviluppato una ricerca sugli stili di vita e nelle pratiche collettive condivise come modello di analisi della stratificazione sociale.
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