
da Caritas.diocesidicomo.it e Caritascomo.it, i siti della Caritas diocesana di Como.
Sono stati predisposti i sussidi settimanali per introdurre la preghiera nei gruppi di incontro parrocchiali e vicariali Caritas per tutto l’anno liturgico.
Le riflessioni che guidano il momento di condivisione di questo nuovo anno liturgico, sono proposte da Don Rocco Acquistapace, sacerdote diocesano che con la sua esperienza e saggezza saprà guidarci a fare della Parola il riferimento per ogni azione quotidiana, la guida alle nostre scelte e ai nostri cammini comunitari.
Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad esser gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”.
Parola del Signore
Ascolto e medito:
Sale, luce del mondo, città sul monte.
Questi quattro versetti del vangelo di Matteo, ci indicano cosa deve essere il cristiano per l’umanità e la sua responsabilità di fronte al mondo. Gesù ce lo indica, attraverso il sale, la luce della lanterna e la città sul monte.
Il sale dà il sapore ai cibi, se manca ce ne accorgiamo. I cristiani fedeli al Signore e alla sua Parola sono sale della terra quando portano gli uomini a conoscere il Padre, comunicando la sapienza del cuore, il senso della vita, del dolore e della morte, della gioia e dell’amore e lo comunicano con gioia e serenità.
La luce della lanterna fa vedere le cose che sono intorno, consente di vedere la strada, ci si accorge del suo valore quando manca. Proviamo a pensare di camminare al buio senza luce. Ci si trova immersi nelle tenebre, non si sa più dove andare, si allargano le braccia, si cerca un appoggio. La luce consente di vedere la strada. I cristiani che seguono la parola di Dio sono luce quando sono fedeli a ciò che Gesù dice, vivendo in rapporto con lui e gli insegnamenti che ci ha messo nel cuore; segnano la strada e camminano a fianco. La Luce, è la fede.
Poi la città in cima al monte: è un punto di riferimento. Così i cristiani devono essere nei confronti delle persone del loro tempo; se non sono più fedeli al loro Signore e alla sua Parola e venissero in loro meno le opere buone e l’amore, diventano sale insipido, lampada spenta, inutili e insignificanti.
Questa è la nostra responsabilità nel mondo come cristiani. Ognuno è chiamato ad essere sale e luce per qualcuno, l’amico per l’amico, i genitori per i figli, i figli per i genitori, il marito per la moglie, la moglie per il marito e ognuno per tutte le persone. Tutti abbiamo fatto l’esperienza di incontrare persone che sono state per noi luce, sale e punto di riferimento e sono un dono di Dio. Le nostre famiglie, i nostri genitori, i nostri amici … sono sale, luce e città sul monte. Anche noi siamo stati luce e punto di riferimento per gli altri. Forse lo siamo stati senza rendercene conto, abbiamo mancato a qualche appuntamento.
Il banco di prova sono le opere buone. Se vogliamo essere le tre cose dobbiamo fare opere buone, è lì che brilla la luce e gli altri riconosceranno il Padre nostro celeste. Le opere buone sono le semplici azioni quotidiane, fatte con bontà, con amore e per amore. Tutto questo è dono di Dio, è la sapienza del cuore, la consapevolezza amorosa e riconoscente della vita come dono, è qui che nascono le opere buone,dalla mia risposta di amore all’amore continuo e concreto di Dio per me.
Medito e condivido:
- Ripenso a chi per me è stato sale, luce e città sul monte.
- L’importanza di essere sale, luce e città sul monte. Quale responsabilità oggi, quali difficoltà, quale gioia?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.