
da Caritas.diocesidicomo.it e Caritascomo.it, i siti della Caritas diocesana di Como.
Sono stati predisposti i sussidi settimanali per introdurre la preghiera nei gruppi di incontro parrocchiali e vicariali Caritas per tutto l’anno liturgico.
Le riflessioni che guidano il momento di condivisione di questo nuovo anno liturgico, sono proposte da Don Rocco Acquistapace, sacerdote diocesano che con la sua esperienza e saggezza saprà guidarci a fare della Parola il riferimento per ogni azione quotidiana, la guida alle nostre scelte e ai nostri cammini comunitari.
Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 1-14)
In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze! Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale? Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Parola del Signore
Ascolto e medito:
In questo brano di Vangelo i personaggi sono molti, la vicenda complessa e la conclusione sorprendente.
Si parla di una festa di nozze ma non si citano mai gli sposi. Il re, i servi e gli invitati sono coloro attorno ai quali ruota la vicenda delle nozze. Il re desidera che gli invitati partecipino alla festa, tanto da inviare i suoi servi a chiamarli ed accoglierli ma gli invitati, da parte loro, non mostrano interesse per questo invito, anzi trovano altro da fare.
I servi, su ordine del re, devono trovare altri invitati, e li cercano ovunque, invitano tutti, tanto che ne arriva uno senza abito di nozze che viene gettato fuori nelle tenebre.
Anche questa parabola è molto trasparente: il re è Dio, le nozze rappresentano la venuta di Gesù, i primi chiamati sono i profeti, la gente presa per strada rappresentano gli altri popoli chiamati a formare il nuovo popolo di Dio. Visto che i primi, chiamati, non hanno ascoltato, vengono sostituiti da altri. Poi c’è colui che si presenta senza abito, è un simbolo che richiama a un forte significato: non basta rispondere alla chiamata, bisogna vivere in coerenza con la propria fede.
Per ciascuno di noi c’è un invito che si ripete tutte le settimane: la messa domenicale, la mensa del corpo di Cristo che entra nel nostro cuore. Lì, tutto ha il carattere della festa, è l’unione del Figlio di Dio con la sua Chiesa che siamo noi. Il mistero del Corpo e del Sangue ricorda, rinnova e trasmette l’amore di Gesù Cristo per noi. Quante scuse e quanti motivi esprimiamo però a volte per non partecipare alla festa del Signore. Non ci rendiamo conto che siamo invitati dal Padre e dal Figlio a partecipare a una gioia immensa, a un grande dono d’amore. Una gioia e un amore che a nostra volta dobbiamo portare laddove ce n’è bisogno, nelle nostre scelte quotidiane in famiglia così come in comunità. Dobbiamo vestirci a festa e andare a nozze, donare la nostra gioia e il nostro amore agli altri, con una scelta preferenziale per i poveri.
Medito e condivido:
- Come ci comportiamo come invitati alle nozze?
- Quale vestito indossiamo?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.