
da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.
Riproponiamo per il terzo anno consecutivo il sussidio di meditazione relativo al Vangelo della domenica.
Con la stessa struttura, nel sussidio viene proposto quest’anno un unico cambiamento rispetto alle immagini settimanali riportate sulla prima pagina a introduzione del Vangelo, della meditazione e della proposta di lavoro personale.
La meditazione anche per quest’anno sarà guidata dalle riflessioni di don Rocco Acquistapace che ha rinnovato la sua disponibilità ad accompagnarci in questo cammino. Con l’augurio che il sussidio possa rappresentare motivo di condivisione comunitaria alla luce e nell’ascolto della Parola.
L’équipe pastorale Caritas
Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore
Ascolto e medito:
Portare molto frutto e diventare suoi discepoli: questo ci chiede Gesù e ce lo esplicita attraverso la chiara immagine e metafora della vigna a noi molto nota e di facile comprensione.
Innanzitutto la prima sottolineatura, e cioè che l’agricoltore è il Padre, non siamo noi. Tante volte come singoli o comunità facciamo gli “agricoltori”, decidiamo quali rami secchi togliere e quali lasciare, secondo una legge propriamente nostra e non di certo di Dio. Ma Gesù qui lo dice chiaramente, l’agricoltore è il Padre suo e nostro. Come nel coltivare la vite ne riconosciamo le fatiche, lo stesso potremmo fare nella cura delle nostre comunità, delle nostre relazioni e della nostra fede. È Dio l’agricoltore e a noi come tralci della vite è richiesto l’impegno di rimanere in Gesù, seguire i suoi insegnamenti e dare frutto.
Gesù è la vera vite, coltivata dal Padre e da Lui inviato affinché non fossimo disorientati, affinché avessimo davanti a noi la strada chiara da seguire, la vite entro cui rimanere, la salvezza, e dentro di noi la linfa che ci tiene in vita cioè l’Amore. Siamo nati infatti nell’Amore e dall’Amore e a questo Amore dobbiamo restare attaccati. Lo dobbiamo difendere, coltivare e seguire.
C’è poi la potatura che toglie tutto ciò che non permette di seguire Gesù, tutto ciò che distoglie dalla sua strada, tutto ciò che può ferirci talmente tanto da credere che sia l’agricoltore stesso a volere il nostro male. Ma non è così! Se non perdiamo la fede rinnovando ogni giorno l’Amore che ci lega al Padre e facciamo di ciascuna esperienza che viviamo un’esperienza da condividere, da raccontare, un’esperienza che ci rappresenta, allora non siamo tralci morti ma vivi e ancora capaci di dare frutto. È il vero senso, più vero e più profondo, che possiamo dare alla nostra vita.
Medito e condivido
- Qual è la linfa che percorre le nostre comunità e le tiene vive?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.