I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 3 ottobre 2021

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

Riproponiamo per il terzo anno consecutivo il sussidio di meditazione relativo al Vangelo della domenica.
Con la stessa struttura, nel sussidio viene proposto quest’anno un unico cambiamento rispetto alle immagini settimanali riportate sulla prima pagina a introduzione del Vangelo, della meditazione e della proposta di lavoro personale.

La meditazione anche per quest’anno sarà guidata dalle riflessioni di don Rocco Acquistapace che ha rinnovato la sua disponibilità ad accompagnarci in questo cammino. Con l’augurio che il sussidio possa rappresentare motivo di condivisione comunitaria alla luce e nell’ascolto della Parola.

L’équipe pastorale Caritas

Vangelo secondo Marco (Mc 10, 2-16)

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie.

Ma egli rispose loro:

«Che cosa vi ha ordinato Mosè?».

Dissero:

«Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».

Gesù disse loro:

«Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro:

«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro:

«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».

E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Parola del Signore

Ascolto e medito:

Gesù è ancora una volta messo alla prova, perché?! Per trarlo in inganno? Per sciogliere qualsiasi dubbio? O perché si ha fede in Lui? Certo è, che ogni messa alla prova di Gesù diventa per noi un grosso insegnamento.

Gesù con la sua risposta, ancora una volta è capace, a partire da una domanda, di mettere in discussione l’interrogatore, il dubbioso, di farlo esporre rispetto alle sue azioni e al suo pensiero.

Gesù pone il problema posto, sulla questione della relazione con Dio e con l’altra persona. Se i farisei fanno proprio il punto di vista dell’uomo che vuole ripudiare la moglie, Gesù risale all’origine dell’uomo e della donna, al momento in cui i due si uniscono per fare una storia insieme. Ciò che conta è imparare l’amore come impegno, come fatica, come storia. L’amore che fa scegliere i due deve diventare amore che i due scelgono facendo divenire il loro incontro storia. Solo allora l’amore diventa pazienza, ascolto, reciprocità, perdono, sacrificio, attenzione, cura vicendevole.

Ancora una volta Gesù è interessato, non a una questione teorica, ma alla verità delle persone che ha di fronte, a declinare la legge di Dio sulla vita delle persone.

Per sottolineare il rimprovero ai farisei, Gesù ci parla loro dei bambini, li accoglie e benedice. Non sono in contrapposizione con gli adulti, ma anzi ne richiamano il vero atteggiamento laddove nasce il desiderio di entrare nel Regno di Dio. Un atteggiamento puro, libero dal possesso, accogliente, curioso, desideroso di camminare.

C’è in ogni adulto una dimensione di bambino che non va spenta, ma riconosciuta e vissuta così da non mettere alla prova, non essere ingannevole, non porre ostacoli, ma essere terra vergine in cui Dio può regnare.

Medito e condivido

  • Come il bambino e l’adulto che sono in me si rapportano con Dio?

Il metodo

Ciascuna nostra azione,  pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.

La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale. 

È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.

Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.

Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:

SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;

SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;

SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.

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