I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 10 aprile 2022

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

È iniziato il nuovo anno liturgico-pastorale.
Prosegue per il quarto anno consecutivo la proposta di meditazione al Vangelo della domenica con il consueto sussidio.

Alleghiamo di seguito la presentazione della nuova modalità di raccolta delle meditazioni stesse.
Il sussidio, aggiornato ogni settimana, rimane strumento di accompagnamento all’Ascolto e alla meditazione della Parola, per chiunque avesse occasione di utilizzarlo, in preparazione di incontri parrocchiali o familiari, o anche per momenti di riflessione personale.

L’équipe pastorale Caritas

Leggi la presentazione della proposta

Passione di Nostro Signore Gesù Cristo (Lc 22, 14-23, 56)

Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi … 

Parola del Signore

Ascolto e medito

Proviamo a entrare nel tempo della Passione, un tempo per noi che siamo chiamati a vivere come inizio della Settimana Santa, uno, il più importante dei momenti del nostro essere cristiani. Il mistero della Passione, Morte e Resurrezione che incarna in sé il progetto salvifico di Dio per noi, attraverso il Figlio, Gesù Cristo.

Un progetto che nasce da lontano e trova il suo culmine in questo tempo, in ogni tempo, in cui ciascuno trova il senso del cammino a cui Gesù chiama. Alcuni fatti, alcune parole, da sottolineare per guidarci alla Luce e alla Verità.

Condivisione, Gesù condivide fino all’ultimo con i suoi, anche con quelli meno vicini, che non hanno capito, che lo tradiscono. Non si esime da nessuna relazione nemmeno la più ardua. Gesù dona sè stesso e lo fa attraverso il pane e il vino e infine la croce.

Fare memoria, è quello che nei secoli è stato fatto e faremo noi in questa settimana come del resto tutte le domeniche, facendo memoria di questi giorni. Una memoria che ricorda la nostra redenzione dal peccato, l’offerta del Corpo e Sangue di Cristo versato per noi, per ciascuno di noi, la salvezza per un mondo nuovo dove il bene vince il male.

La Passione, quella sofferenza che Dio fatto uomo ha vissuto nel farsi come noi, con il cammino verso il Calvario portando la croce, non la sua ma tutte le nostre croci.

La morte, accanto ai condannati, di quel tempo e di ogni tempo, a voler sottolineare la non comprensione e la non accettazione da parte di un popolo allora e di un mondo, oggi che sembra andare da tutt’altra direzione. A niente si è sottratto Gesù, nemmeno quando ha urlato “Padre, perché mi hai abbandonato”. Tutto questo può dare senso al deserto che stiamo attraversando in questo periodo storico. Ma abbiamo bisogno di cambiare. Innanzitutto il nostro rapporto con il dolore e il male, che non vengono da Dio come spesso ci è più comodo pensare quasi a voler giustificare il nostro agire come altro da noi. Dobbiamo lasciar perdere quando ci sentiamo migliori degli altri ed aprire alla vera conoscenza dell’altro, senza pregiudizio e fini egoistici.

Nonostante ciò che viviamo, in questo clima da fine che stiamo vivendo, dobbiamo avere il coraggio di seguire Gesù verso la piena manifestazione dell’Amore. Quando ha intrapreso il suo ultimo e doloroso cammino Gesù ne era consapevole. Ha accettato tutto, tutto ciò che umanamente non si vuole. A partire
dall’entrata in Gerusalemme, una scena che a immaginarla sembrerebbe festeggiare un Dio glorioso; ma è l’umiltà che ne traspare, è l’antifona a tutt’altro che alla gloria che pensiamo noi.

Dentro questa settimana di Passione per tutti, per gli ucraini, per chi ancora è colpito dalla pandemia ma anche per tutti coloro che vivono le altre storie di sofferenza non raccontate, dobbiamo, grazie riscoprire la tenerezza e allo stesso tempo il coraggio di colui che ha osato, di colui che non si è tirato indietro, di colui che ha creduto all’unico vero progetto d’Amore.

Dio, oscurato dalla totale umanità di Cristo, riceve il SI del suo stesso Figlio. Gesù gli affida la sua stessa vita e ci dona la salvezza. Gesù non ci ha salvato attraverso la sofferenza ma con la misura del suo amore. E’ libero, non ci fa sentire in colpa, ha compiuto il suo gesto per Amore. La croce è esaltazione dell’Amore non della morte. Non corriamo il rischio di sbagliare a pensare che è il dolore che ha vinto, altrimenti non troveremo mai la strada per affidarci, nella nostra vita, a Dio Padre.

Proviamo durante questa settimana, ricca di momenti di preghiera e celebrazioni a vivere la nostra quotidianità in funzione di questi momenti, riportandoci alle ultime ore di Gesù, perché è solo meditando davanti alla croce che possiamo scoprire e sapere quanto siamo amati.

Il metodo

Ciascuna nostra azione,  pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.

La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale. 

È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.

Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.

Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:

SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;

SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;

SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.

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