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«Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani»
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Nel 2025 la solennità dei Ss. Pietro e Paolo determina la liturgia di questa domenica. La Parola di Dio, che vede tra i protagonisti i due santi, ci parla di liberazione, missione, martirio, Chiesa. E ci aiuta a vivere in maniera più consapevole la Chiesa e la sua storia, ma anche e soprattutto la cronaca ecclesiale (pensiamo, ad esempio, agli avvenimenti legati alla morte di papa Francesco e all’elezione di papa Leone che abbiamo vissuto poco più di un mese fa). Inoltre, essendo questa celebrazione legata alla figura del papa e alla diocesi di Roma, può essere l’occasione per informarsi ed essere meno superficiali nella propria visione ecclesiale.
Infatti Pietro e Paolo vivranno entrambi il martirio nella capitale dell’impero e, proprio per questo motivo, fin dall’età apostolica si scriverà che la comunità cristiana locale “presiede nella Carità” (S. Ignazio di Antiochia nella sua lettera ai romani). Questa è l’origine del ruolo del suo vescovo, detto “papa”, che avrà poi un notevole sviluppo nei due millenni di storia della Chiesa. E con lui, anche del collegio dei cardinali, eredi dei presbiteri, dei diaconi e dei vescovi di Roma e delle diocesi suburbicarie, chiamato ad eleggerlo. Non a caso l’identità dei cardinali è contraddistinta dal colore rosso, il colore del sangue dei martiri.
Il senso di tutte queste istituzioni ecclesiali è il servizio alla Chiesa e alla sua missione di annuncio e di conoscenza di Gesù. Proprio l’identità della Chiesa ci aiuta a leggere in profondità tutto questo.
La Chiesa, dice il credo niceno-costantinopolitano, è una, cioè unita nelle sue diversità, come diversi e in dialogo, non senza qualche contrasto, erano Pietro e Paolo e gli altri apostoli e rappresentanti delle differenti sensibilità e spiritualità.
La Chiesa è santa, perché è realtà umana ma anche divina, in cui è presente Cristo, martire e ragione di ogni martirio.
La Chiesa è cattolica, perché non si ferma alle appartenenze umane e ai confini nazionali e il Papa, in quanto Vescovo di Roma, è segno di unità ma anche di apertura universalistica.
Infine, la Chiesa è apostolica, perché fondata sulla successione che parte da Pietro e dai suoi compagni, ma anche perché la prima comunità dei discepoli, costantemente, è ispirazione di ogni ritorno al Vangelo e Riforma della vita cristiana e delle istituzioni ecclesiali.
O Roma felix – Roma felice, adornata di porpora dal sangue prezioso di Principi tanto grandi. Tu superi ogni bellezza del mondo, non per merito tuo, ma per il merito dei santi che hai ucciso con la spada sanguinante.
Paolino di Aquileia