da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).
L’intera vicenda politica di Dossetti si è svolta nel partito della Democrazia Cristiana. L’adesione a questo soggetto capace di unificare le varie anime cattoliche italiane dopo la seconda guerra mondiale non fu immediata. Dossetti, infatti, rifiutava l’idea di una presenza cattolica in politica in un unico partito, ma preferiva immaginare una partecipazione dei credenti in ogni contenitore partitico e quindi in un orizzonte pluralistico. Ciò non fu possibile per vari motivi. Quello principale era connesso alla presenza in Italia del più forte Partito Comunista dell’Occidente guidato da Palmiro Togliatti. Ma l’afflato valoriale di Dossetti ha orientato il suo impegno nella Democrazia Cristiana non per affrontare il pericolo comunista, ma per delineare un nuovo volto istituzionale tramite una democrazia sostanziale. Quest’ultima andava realizzata attraverso un partito impegnato nella proposizione di programmi di sviluppo con lo scopo di favorire la centralità dei lavoratori all’interno della comunità politica e sociale. Inoltre il giovane leader fu uno dei primi ad intuire la funzione positiva del partito destinata alla costruzione di una classe dirigente capace di ripensare la democrazia alla luce della dottrina sociale cattolica in relazione al pensiero politico contemporaneo e ai cambiamenti culturali in atto dopo la fine della seconda guerra mondiale.



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