La Giornata della lingua rumena. Un articolo pubblicato su “Timeless Magazine”

La rivista “Timeless Magazine” del Liceo Little London International Academy, di Bucarest in Romania, offre la possibilità agli studenti di far conoscere i loro talenti, le loro capacità artistiche, tutte queste essendo rappresentate da creazioni poetiche, saggi filosofici, riflessioni personali e così via. È una rivista incentrata sugli sviluppi intellettuali e creativi degli studenti, incoraggiando la diversità dei punti di vista, certamente, alla luce dei diversi argomenti.

Oggi, la Giornata della lingua rumena si è trasformata in un momento di consapevolezza della necessità di prevenire il processo del suo degrado. La cura per la parola deve esistere in ogni contesto, e la lingua rumena lo merita, merita il rispetto guadagnato nella storia, senza che questo rispetto si opponga all’evoluzione, alla “modernizzazione”. Anche la scuola Little London  sostiene e lotta per un linguaggio pulito, corretto, vivo e autentico. Oggi si è parlato della PAROLA, dei suoi significati, dei SENSI.

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Che aspetto aveva «il mal’āḵ di ’Ělōhîm» apparso a Mānôaḥ e a sua moglie in Gdc 13?

dal gruppo facebook Maghen David.

Il mal’āḵ di Ělōhîm si fece vedere alla moglie di Mānôaḥ, la quale affermò di aver visto “l’uomo di Ělōhîm“. Qui lo scrittore semita utilizza lo stato costrutto (’îš hā·’ĕlōhîm), tradotto lett. “l’uomo di Ělōhîm“. La traduzione ’îš con “uomo” può trarre in inganno, perché anche ’āḏām viene tradotto con uomo; ’îš in ebraico ha un significato come “di qualcuno che ha potere su qualcosa“. Probabilmente nelle Bibbie per famiglia troverete tradotto “un uomo di Dio“, è una traduzione che non condivido, i traduttori hanno reso indeterminata la locuzione (’îš hā·’ĕlōhîm), invece nella Stuttgartensia ebraica leggo che la locuzione è determinata, perchè il sostantivo reggente (’îš) dello stato costrutto viene determinato dall’articolo determinativo della parola che la segue (hā·’ĕlōhîm).

La traduzione corretta è “l’uomo di Ělōhîm“.

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Il sostantivo šāmayim (ebr. שָׁמַיִם)

dal gruppo facebook Maghen David.

L’etimologia (ebr. שָׁמַיִם ,šāmayim) è incerta, secondo alcuni deriverebbe dall’assiro šamâmi e, per epentesi della finale “i”, trasformata in šamaimi, da cui, rilasciando l’ultima vocale breve si ottiene šamaim; secondo altri deriverebbe dalla radice שָׂמָה che in Arabo significa “essere alto” da cui poi in ebraico “cielo” , “cieli” (cfr. Gesenius’s Hebrew and Chaldee Lexicon to the Old Testament Scriptures, William Gesenius; cfr. The Analytical Hebrew and Chaldee Lexicon, Benjamin Davidson, pag. 723).

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L’ebraico šālôm (ebr. שלום)

dal gruppo facebook Maghen David.

L’ebraico šālôm (ebr. שלום) è una parola che di solito viene tradotta con pace, ma deriva dalla radice (ebr.שלם) che più letteralmente significa:

«essere intero e completo».

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ḥayyîm (ebr. חַיִּים) «vita»

dal gruppo facebook Maghen David.

Il sostantivo ebraico ḥayyîm (ebr. חַיִּים) dal punto di vista morfologico è in realtà un plurale maschile “vite”, secondo la regola della lingua ebraica, che prevede che i plurali maschili terminino quasi sempre con il suffisso (ebr. ים ,îm).

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I misteri del cervello umano. Intervista a Dumitru Constantin Dulcan a cura di Tudor Petcu

Questa volta Tudor Petcu ci invia il testo dell’intervista a una grande personalità rumena contemporanea, il prof. dr. Dumitru Constantin Dulcan, neurologo e psichiatra, autore di un gran numero di monografie, trattati, libri e saggi di grande valore scientifico.

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parole …

da Moked.it, il portale dell’ebraismo italiano.

“…Kechù immachèm devarìm veshuvu el Ha Shem ….”, “…Prendete con voi parole e tornate all’Eterno…” (Hoshea, 14; 3) abbiamo letto nella Haftarà dello scorso Shabbat Teshuvà, il primo Shabbat dell’anno nuovo, lo Shabbat fra Rosh Hashanà e Kippur. La nostra Teshuvà, il pentimento, il ritorno, deve cominciare dall’emendamento delle parole, perché la cultura della Torah, la cultura ebraica, è la cultura della parola. Solo se sapremo usarla nel modo giusto avremo la chiave per costruire noi stessi e una comunità basata sul rispetto concreto dell’altro. Continua a leggere

Il 19 novembre 2017 sarà la prima giornata mondiale dei poveri. Il messaggio: «Non amiamo a parole ma con i fatti»

Il 19 novembre prossimo, prima Giornata mondiale dei Poveri, papa Francesco offrirà il pranzo a 500 poveri nell’Aula Paolo VI, dopo aver celebrato la Messa nella Basilica Vaticana. Lo ha annunciato l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, presentando il messaggio di Bergoglio. Continua a leggere