
da Caritas.diocesidicomo.it e Caritascomo.it, i siti della Caritas diocesana di Como.
Sono stati predisposti i sussidi settimanali per introdurre la preghiera nei gruppi di incontro parrocchiali e vicariali Caritas per tutto l’anno liturgico.
Le riflessioni che guidano il momento di condivisione di questo nuovo anno liturgico, sono proposte da Don Rocco Acquistapace, sacerdote diocesano che con la sua esperienza e saggezza saprà guidarci a fare della Parola il riferimento per ogni azione quotidiana, la guida alle nostre scelte e ai nostri cammini comunitari.
Vangelo secondo Matteo (Mt 1, 18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre, Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo sposo, poiché era un uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di “Emmanuele”, che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore
Ascolto e medito:
Il racconto dell’evangelista Matteo contiene un triplice messaggio che la liturgia propone alla nostra meditazione e alla nostra preghiera proprio a pochi giorni dal Natale. Gesù è vero uomo, come tutti gli uomini è concepito nel seno di una donna, Maria; e come tutti gli uomini Gesù viene alla luce, si è fatto simile a tutti noi, fuorché nel peccato. Gesù non è figlio di un uomo maschio ma figlio di una donna e di Dio, e come figlio di Dio si è incarnato in una donna. A pensarci bene è un fatto straordinario: è vero ma straordinario. Il bambino che aspetta Maria si chiama Emmanuele, viene dallo Spirito Santo ed è Dio con noi. Gesù è della discendenza di Davide, e questo lo abbiamo già saputo dai profeti che ci hanno detto: “una donna darà alla luce un figlio che si chiamerà Emmanuele …” Questa discendenza di cui Gesù fa parte era stata annunciata dai profeti: la sua nascita è opera creatrice di Dio. Giuseppe è della discendenza di Davide, e lui accoglie Maria nella sua casa e impone il nome al figlio con la sua autorità paterna e così Gesù entra nel corso delle generazioni umane, ma come figlio di Dio. Tutto questo ha come sfondo una situazione umana delicatissima: in questo brano emerge la figura di Giuseppe un uomo timorato di Dio. Mettiamo sempre Giuseppe in un angolo, come uno che non parla, ma ha un’importanza molto grande. Gesù è ebreo perché è ebreo Giuseppe che cerca con la sua umanità una soluzione dignitosa e rispettosa per Maria, una ragazza che aspetta un bambino senza essere sposata; un fatto, per quel tempo, scandaloso. Pensa di rompere in segreto il fidanzamento piuttosto che offendere pubblicamente Maria. Il Signore, attraverso l’angelo interviene e rende ancora più forte la figura di Giuseppe e Giuseppe lo ascolta, prendendo Maria come sposa. Era sicuro di lei. Ormai il Natale è alle porte, il Vangelo ci porta al cuore del Natale, la dolce poesia del presepe introduce a questo messaggio: Gesù, è un figlio adottivo, amato, desiderato, accettato. Le famiglie cristiane, tutte le famiglie devono cogliere il messaggio che ne traspare: di amare i figli, tutti i figli, anche quelli che non sono accettati e amati, abbandonati e non accolti.
Medito e condivido:
- I figli delle nostre comunità sono amati, accolti, poniamo lo sguardo su di loro anche se non sono i nostri?
- Come accogliamo Gesù nel nostro presepe? Quale posto gli riserviamo nel nostro cuore?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.