
da Caritas.diocesidicomo.it e Caritascomo.it, i siti della Caritas diocesana di Como.
Sono stati predisposti i sussidi settimanali per introdurre la preghiera nei gruppi di incontro parrocchiali e vicariali Caritas per tutto l’anno liturgico.
Le riflessioni che guidano il momento di condivisione di questo nuovo anno liturgico, sono proposte da Don Rocco Acquistapace, sacerdote diocesano che con la sua esperienza e saggezza saprà guidarci a fare della Parola il riferimento per ogni azione quotidiana, la guida alle nostre scelte e ai nostri cammini comunitari.
Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli rispose: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito Santo di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.
Parola del Signore
Ascolto e medito:
Perché Gesù si fa battezzare? È la ragione per cui è sulla terra. Ci fa capire che anche noi abbiamo bisogno di chiedere perdono ed essere battezzati. Così dobbiamo e possiamo compiere pienamente la volontà di Dio. Con questo gesto, Gesù vuole rafforzare la missione di Giovanni? O rientra nel suo disegno più generale di farsi simile a noi in tutto, fuorché nel peccato? Attraverso il battesimo Gesù mette in evidenza la sua figliolanza con il Padre. È Dio stesso che si manifesta e conclude l’annuncio che il precursore Giovanni aveva dato. Lo spirito di Dio scende su di lui attraverso la colomba: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compimento”. Giovanni vede confermato il suo annuncio. Il battesimo di Gesù ci riporta al pensiero del nostro battesimo. È in quel giorno che si nasce per davvero. È strano ricordare la data del proprio compleanno e non quella del battesimo, che è il giorno in cui siamo nati come cristiani. In quel giorno, siamo stati innestati nella vita divina, vitalmente uniti alla vita di Cristo, come tralci alla vite. Siamo diventati figli adottivi di Dio per cui, anche per noi la voce del Padre avrebbe potuto dire “Questo è il mio figlio amato” e noi chiamarlo, da allora, Padre. Questa è l’importanza del battesimo. Dobbiamo gioire perché siamo figli di Dio, un’adozione vitale. Oggi celebriamo tutti insieme il battesimo di Gesù come se fosse il nostro. Riscoprire la fede nel battesimo è capire che nella chiesa abbiamo tutti uguale dignità, una dignità dalla quale scaturiscono le vocazioni e i diversi carismi che sottolineano e differenziano le funzioni e le responsabilità. Dobbiamo sentirci appartenenti alla chiesa ed essere persone di testimonianza: battezzati e inviati. I bambini, seppur piccolissimi, che ricevono il battesimo, non ricevono qualcosa di imposto, ma un’eredità che spetta loro di diritto, appunto la vita cristiana; sta a noi adulti sostenerli nel loro cammino di fede. Essere battezzati è un regalo meraviglioso. È una possibilità che da adulti permette di riscoprire la propria fede e fortificarla riconoscendoci figli di Dio, di Dio che ama e perdona.
Medito e condivido:
- Ricordo il mio battesimo e ritrovo il suo significato nella mia vita da adulto?
- Riconosciamo, nelle nostre comunità, di essere tutti figli di Dio con pari dignità pur con i diversi carismi e vocazioni?
- Come accompagniamo i bambini e i ragazzi nella riscoperta della loro figliolanza con Dio?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.