I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 29 agosto 2021

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

Riproponiamo per il terzo anno consecutivo il sussidio di meditazione relativo al Vangelo della domenica.
Con la stessa struttura, nel sussidio viene proposto quest’anno un unico cambiamento rispetto alle immagini settimanali riportate sulla prima pagina a introduzione del Vangelo, della meditazione e della proposta di lavoro personale.

La meditazione anche per quest’anno sarà guidata dalle riflessioni di don Rocco Acquistapace che ha rinnovato la sua disponibilità ad accompagnarci in questo cammino. Con l’augurio che il sussidio possa rappresentare motivo di condivisione comunitaria alla luce e nell’ascolto della Parola.

L’équipe pastorale Caritas

Vangelo secondo Marco (Mc 7,1-8.14-15.21-23)

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono:

«Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

Ed egli rispose loro:

«Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».

Chiamata di nuovo la folla, diceva loro:

«Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».

E diceva [ai suoi discepoli]:

«Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore

Ascolto e medito:

Un tempo, ma probabilmente anche ai giorni nostri, tutto ciò che riguardava Dio era puro il resto impuro. Qualcuno stabiliva cosa era puro e cosa impuro. Una contrapposizione, luce e tenebre, giusto e sbagliato, che rasserenava e semplificava la vita. La fede era rispettare tutto questo.

Una semplificazione che Gesù sbaraglia! Il rischio infatti è che tutti rispettino le regole ma non il cuore. La sostanza vera qual era, di fronte ad un’apparenza impeccabile? Fuori si può essere puri ma dentro impuri. Una Parola dunque straordinaria, anche in questo nostro tempo ancora, e forse di più, caratterizzato dal puro e dall’impuro, dal sano e dal non sano. La nostra chiesa si trova oggi a vivere questa contrapposizione, Gesù strappa da questa logica e riprende una frase del profeta Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me…” Davvero la nostra fede spesso è lontana, fatta di apparenze che ci allontanano dalla vita vera.

Che cosa sta succedendo? Gesù mette a fuoco alcuni problemi tra cui quello della tradizione. Siamo allergici al cambiamento, siamo abituati a fare sempre così! La tradizione in realtà è la consegna di ciò che si è ricevuto, come deve essere la nostra fede, che non è tradizionalismo. Non confondiamo il “si è sempre fatto così” con la volontà di Dio. La storia ci insegna che strutturarsi è positivo ma anche rischioso. Non basta l’esteriorità bisogna convertire il cuore. Non si procede né per rivoluzioni, né per riforme, ma per conversione. Lo Spirito ci invita a un cambiamento radicale. Guardare davvero all’essenzialità con il coraggio di osare e cambiare.

Medito e condivido

  • Quanto costruiamo il cambiamento alla luce della Parola?

Il metodo

Ciascuna nostra azione,  pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.

La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale. 

È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.

Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.

Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:

SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;

SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;

SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.

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