I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 13 febbraio 2022

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

È iniziato il nuovo anno liturgico-pastorale.
Prosegue per il quarto anno consecutivo la proposta di meditazione al Vangelo della domenica con il consueto sussidio.

Alleghiamo di seguito la presentazione della nuova modalità di raccolta delle meditazioni stesse.
Il sussidio, aggiornato ogni settimana, rimane strumento di accompagnamento all’Ascolto e alla meditazione della Parola, per chiunque avesse occasione di utilizzarlo, in preparazione di incontri parrocchiali o familiari, o anche per momenti di riflessione personale.

L’équipe pastorale Caritas

Leggi la presentazione della proposta

dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 17.20-26)

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.

Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio
dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Parola del Signore

Ascolto e medito

“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore … Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia.”

Già nella prima lettura il profeta Geremia mi dice chiaramente che seguendo la via dei desideri il mio cuore si allontana dal Signore, non potrò incontrarlo, non sentirò la Sua Parola per me, non potrò riporre fiducia in lui.

Allora mi fermo, faccio prima tacere il cuore e confido nel Signore, Egli verrà a prendermi per mano ovunque io sia. E quando mi fermo e mi guardo dentro, nel buio profondo che tanto mi spaventa, trovo lì tutta la povertà e i limiti che cerco solitamente di dissimulare, i miei errori che mi tornano in mente, la
fame di giustizia, il dolore per le sconfitte subite e mai accolte, il perdono che non ho ricevuto o donato.

Il buio poi si fa cielo stellato, non sono solo, mi riconosco negli altri poveri che soffrono con me, o le cui sofferenze mi commuovono, mi sento povero con i poveri stretto a loro, nel desiderio di essere amato e amare.

L’evangelista Luca ci esorta poi con le parole di Gesù a non avere paura di restare poveri dalla parte dei poveri, “… Beati voi, che ORA avete fame…beati voi, che ORA piangete…” il qui ed ora sono
importanti, è nel nostro oggi che ribadiamo la volontà di soffrire con chi soffre a costo di non essere compresi, a costo di essere perseguitati da coloro che ci offrono la via facile del consumismo, dell’indifferenza, dell’ambizione, della bellezza, falsi profeti! Profeti di sventura che hanno già ricevuto ogni consolazione dagli uomini come loro. È nell’OGGI che facciamo la scelta della
“sobrietà” che non è demonizzazione della ricchezza, ma la volontà di rimuovere ogni ostacolo che ci impedisce di essere solidali con chi soffre, la sobrietà è denuncia delle ingiustizie e delle scorciatoie
che prevaricano. Paghiamo le tasse non perché siamo sciocchi, ma perché onesti e solidali, per mettere a disposizione del bene comune le risorse.

Anche Papa Francesco ci ricorda che “guardare dall’alto in basso è lecito solo in un caso: quando si sta aiutando qualcuno a rialzarsi. Un altro sguardo dall’alto in basso non è lecito, mai! Perché è uno sguardo di dominio”.

I poveri ci evangelizzano, nella povertà è la profezia! Quando il ricco si china per sollevare il povero, si spoglia come il buon samaritano, si fa condurre dal Signore là dove il povero può ricevere le cure di cui ha bisogno.

La cura del creato allora diventa cura della nostra stessa vita, è farsi raggiungere dal cuore di Cristo che sana le nostre ferite e colma i nostri vuoti con una promessa di beatitudine eterna.

Il metodo

Ciascuna nostra azione,  pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.

La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale. 

È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.

Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.

Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:

SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;

SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;

SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.

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