da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.
Eccoci a ricominciare il ciclo della qiriat ha-Torà, della lettura/ascolto del sefer per antonomasia, chiamato anche il Libro dell’alleanza. Dopo averla celebrata a Simchat Torà, ora la Torà va riletta dal principio. Un principio che i maestri hanno reso paradossale, quando hanno ben pensato di non frapporre neppure un giorno dall’ultima parola di Devarim/Deuteronomio alla prima parola di Bereshit/Genesi.
da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.
Presso molte comunità ebraiche, nelle cinque settimane che da Pesach portano a Shavuot, è tradizione leggere i Pirke’ Avot, le Massime dei padri. I Pirke’ Avot sono un trattato incluso nella Mishnà che comprende una serie di detti attribuiti ai maestri dei primi secoli dell’era volgare o anche di epoca precedente. In questo florilegio dal valore marcatamente etico alcune massime affrontano il tema della parola e del silenzio.
Sostanzialmente Sukkot conclude il periodo delle festività autunnali. Ed è una festa veramente particolare che si differenzia da tutte le altre che si celebrano durante l’anno, in casa ed al Beith Hakneseth. L’apice della celebrazione avviene in una struttura primitiva e provvisoria: una capanna di rami e fronde. Questo per ricordarci da dove veniamo: oggi possiamo essere all’apice del successo, ma la Torà ci impone di non montarci la testa. Siamo sempre profughi che fuggivano da una dura schiavitù, o al massimo figli dei fuggitivi.
da Mosaico-cem.it, sito ufficiale della comunità ebraica di Milano.
Rosh haShanà 5780
Lo Shofar è simbolo di generosità, un invito a rompere la soffocante prigione dell’Io e a guardare davvero l’Altro. Ascoltarne il suono a Rosh haShanà non è solo una Mitzvà: è un messaggio di speranza, di pazienza, di ottimismo. Un appello a guardare il mondo intorno a noi in costante crescita, in un movimento che va dalla “strettezza alla larghezza”.
da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
La tradizione ebraica considera gli animali esseri senzienti, dotati di un’anima. Perciò viene più volte riaffermato il principio di evitare, se possibile, di provocar loro dolore. I grandi leader biblici furono pastori e quella fu la loro “palestra” per guidare il popolo. La sfida è di confrontarsi con chi, umano o animale, non ha voce e non ha potere di opporsi.
Lulav (ebraico לולב), nella tradizione ebraica è un ramo verde di palma (il ramo che cresce al suo centro) utilizzato durante la festa di Sukkot. Fa parte di quattro specie (Arbaat Haminim) da tenere in mano durante la preghiera. Le altre tre specie sono i tre rami di hadas (הדס, mirto), i due rami di aravot (ערבה, salice), tenuti insieme alla palma da legamenti vegetali, e l’etrog (אֶתְרוֹג, un frutto di citrus medica, privo di difetti).
Prenderete per voi nel primo giorno un frutto di bell’aspetto, un ramo di palma, rami dell’albero della mortella e rami di salice, e vi rallegrerete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni …
Levitico 23,40
A Sukkot, gli ebrei impugnano il Lulav per ripetere il rito prescritto già nella Torà da Mosé. Da allora Profeti e Maestri si sono sbizzarriti a trovare significati reconditi in questo rito e nelle singole componenti del Lulav.