«Tonino l’Obbediente». Una poesia di Gianni Rodari

E questa è la canzone
di Tonino l’Obbediente.
Tanto bravo, però
di sua testa non fa niente.

Se gli dicono: Cammina,
lui balza in piedi e va.
Se gli dicono: Alt,
si ferma e fermo sta.

Guardate, si è fermato.
E ora che fa? Riposa?
Ora aspetta che qualcuno
gli comandi qualcosa.

Se nessuno gli comanda
non sa che fare e che dire.
Se non gli dicono: Dormi,
non riesce anche a dormire.

È colpa di un dottore,
anche lui bello stolto,
invece delle tonsille,
sapete cosa gli ha tolto?

Gli ha tolto il verbo “volere”
con la magra scusa che
l’erba voglio non cresce
nemmeno nell’orto del re.

Ora, attenzione, faremo
un piccolo esperimento.
Tonino, per piacere,
avvicinati un momento:

obbedisci a questi signori,
buttati giù dal tetto!
Visto? Ma presto, correte,
salvate quel poveretto!

Senza dire buongiorno
stava per fare un tuffo.
Per fortuna sono qua io,
per i capelli lo acciuffo.

Ah, Tonino, Tonino!
Quando la vuoi capire
che bisogna pensare
prima di obbedire?

Gianni Rodari

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