Pace divina, umana e sociale, nell’insegnamento natalizio di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo

da Ortodossia.it, sito ufficiale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta.

Gloria a Dio negli Eccelsi e pace sulla terra, e agli uomini benevolenza.

L’inno degli Angeli per il Cristo nato, contenuto nel Vangelo di Luca (2,14-15), è spesso citato negli incipit e all’interno di numerosi messaggi natalizi di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. (2005, 2008, 2009, 2011, 2012 ). Il suo significato, pur nella brevità, è ampio e profondo, perché rappresenta una sorta di sintesi teologica cristiana.

Il Patriarca ci ricorda che il Logos di Dio “è sceso come pioggia sull’erba nel seno della Sempre Vergine Maria, per far fiorire la giustizia, l’abbondanza e la pace” (1) . Questa è innanzitutto la Pace divina, in quanto la “scelta dei progenitori, ha portato l’uomo alla morte spirituale, alla vita materiale ed al peccato dell’egoismo. Da tale situazione l’uomo non poteva uscire con le proprie forze” (2). Allora “per amore Dio ha mandato il Suo Figlio Unigenito” (Gv 3,17 in 3), e così “Dio incarnato ha restaurato la relazione amorosa”, dell’uomo con il suo Creatore, per “divinizzare l’uomo”, per farci “partecipare alla vita del Dio-Uomo-Cristo, la quale deve riempirci di gioia celeste e pace, amandolo e chiedendo la Grazia divina” (2).

Cristo mette fine alla maledizione dei progenitori ripristinando la bellezza primigenia dell’Immagine divina; Lui che è “dominatore, principe della pace, padre del tempo futuro”, come ribadisce Sua Santità (1), citando Isaia 9,6.; con l’Incarnazione del Verbo di Dio e ciò che è seguito alla Sua Crocifissione e Resurrezione, il fedele viene rinnovato “all’antica bellezza” ed ha in dono “la vita eterna e la Pace che sempre ha in mente”, e viene costituito “coerede del Regno eterno di Dio” (1). Abbiamo così la possibilità di “ricercare i nostri più estremi limiti”, “l’unione personale con il Dio Trinitario”, perché “la nascita di Cristo … ci dona non solo di ricevere l’adozione, ma anche di entrare in comunione con la natura divina” (4).

L’annuncio degli Angeli è una “promessa di Dio che, se gli uomini seguiranno la strada indicata loro dal Bimbo che nasce, giungeranno alla pace interiore ed alla convivenza pacifica” (5). Purtroppo “una grande parte degli uomini si commuove ed è attratta dai tamburi di guerra e si cruccia all’udire della promessa di una vita di pace” (5). Qui Sua Santità si preoccupa per la pace umana, dal momento che la guerra “appare come una realtà” (5). Di nuovo afferma : “Sulla terra vediamo e viviamo guerre e minacce di guerre” (6). In altri Suoi messaggi ci invita a guardare i “fatti penosi di intolleranza e di inimicizia che devastano l’umanità” (7); agli “atti terroristici contro innocenti” (8); a questo mondo nel quale “echeggia il rumore delle armi, dove viene praticata la violenza non provocata a scapito di persone e popoli” (9).

Il dolore del Patriarca è evidente anche alla luce di ciò che è accaduto, e che accade, nel vicino Oriente, dove i nostri fratelli cristiani sono vittime delle persecuzioni. “Intollerabile è la situazione in cui si trovano innumerevoli bambini, vittime di conflitti bellici, di situazioni confuse, di sfruttamenti vari, di persecuzioni e discriminazioni, di fame e di povertà e di privazioni dolorose” (9). Sono proprio i più deboli i primi a soffrire in tali eventi e molti sono costretti a fuggire dai propri paesi in guerra diventando dei profughi, “così come il Bambino Gesù fu obbligato a fuggire in Egitto” (10). Di fronte all’ondata crescente dei profughi aumenta la nostra responsabilità, perché “Cristo è venuto portando la pace e se questa non signoreggia, responsabili sono gli uomini che non l’hanno accettata e vissuta” (5). La pace è realizzabile se “le cose buone dell’annuncio degli Angeli durante la nascita del Signore … sono vissute in pienezza da coloro che vivono in Gesù Cristo quale Dio-Uomo e Salvatore del mondo … per vivere sulla terra e dentro i nostri cuori l’incomparabile Pace e la benevolenza piena di amore di Dio per noi” (5).

Parallelamente alle guerre in quanto tali, altre guerre, apparentemente meno sanguinose, sono quelle perpetrate a discapito dei ceti sociali deboli, poiché, afferma Sua Santità: “Gli antagonismi economici si intensificano globalmente e la aspirazione al guadagno effimero è promossa a bene capitale” (6).

Il richiamo alla pace sociale risuona forte nei messaggi del nostro Patriarca tanto che ci ammoniva riferendosi alla “maggioranza dei nostri vicini entusiasmati dalle tante occasioni della gioia mondana ed eccessi di divertimento” (2), mentre “sotto le rovine naturali, sociali e spirituali sono in angoscia del tutto schiacciati moralmente e fisicamente innumerevoli dei nostri prossimi” (8). Successivamente dal Vertice dell’Ortodossia veniva ribadito come “il primo uomo creato ed i suoi discendenti fino ad oggi hanno negato l’amore del Creatore nei propri confronti, hanno scacciato l’amore dai loro cuori, si sono rivolti alla creazione impersonale e hanno cercato, senza riuscirci, il riconoscimento della loro personale esistenza nel loro sopravvento e nella loro soddisfazione egocentrica e nel suo contraccambio” (11).

Particolarmente significativa è stata la proclamazione del 2013 quale Anno della Solidarietà Universale, anche a seguito dell’evolversi dei disordini naturali e sociali, aggravati dalla crisi economica mondiale.

Allo stesso tempo Bartolomeo ci dona immensa speranza riportandoci con la memoria e col cuore all’amore “di Dio indubitabile e presente. Il nostro Signore Gesù Cristo aspetta di nascere nel cuore di ognuno per portare in esso il significato della vita”; che “consiste nell’essere amati da Dio, predestinati a gioire della vita nell’amore reciproco e nell’avvertire la pienezza della nostra esistenza nel fatto della nostra comunione nell’Amore con Gesù Cristo, il Dio incarnato, e con tutti gli uomini e con tutti gli esseri buoni”(11), e, citando l’Apostolo delle genti, “per essere senza macchia al suo cospetto nell’amore” (11).
Secondo l’insegnamento di Sua Santità “le fondamenta ed il tetto, l’inizio e la fine, l’Alfa e l’Omega della creazione è l’amore. Il mistero della mangiatoia e della Croce, della Nascita, della Resurrezione e dell’Ascensione ed in genere di ogni presenza di Cristo sulla terra è l’amore. L’inno degli Angeli “Gloria a Dio negli Eccelsi e pace sulla terra e agli uomini benevolenza”, è conseguenza del loro stupore davanti all’inconcepibile amore di Dio” (11).

Vicino a Cristo “non esiste paura, ma perdono, pace e gioia” (11). A Lui la gloria, la potenza, l’onore e l’adorazione, insieme al Padre ed al Santo Spirito nei secoli! Amin

Elaborato scritto per il corso “Teologia, Storia e Vita della Chiesa Ortodossa I” all’Istituto di Teologia Ortodossa della nostra Arcidiocesi (Docente: p. Evangelos Yfantidis)

Giovanni -Mirco- Giacon

Note:

  • 1- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2013
  • 2- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2003
  • 3- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2007
  • 4- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2008
  • 5- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2011
  • 6- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2012
  • 7- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2014
  • 8- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2004
  • 9- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2016
  • 10- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2015
  • 11- Patriarca Bartolomeo: Messaggio natalizio 2005

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