
Come molti altri paesi situati tra l’Europa orientale e occidentale, il passato ortodosso dell’Ungheria è molto nascosto e dimenticato. Sebbene, come la Polonia, l’Ungheria sia stata illuminata solo in un periodo più tardo nella storia dell’Ortodossia europea, molti santi sono sorti dal suo territorio. Ciò è dovuto al fatto che in tempi più antichi, prima della venuta degli ungheresi o magiari, questo territorio era noto come Pannonia ed era anticamente associato all’apostolo Andrea. Come tale, nel IV, V e VI secolo, produsse anche alcuni dei più grandi tra tutti i santi ortodossi, come san Martino di Tours e san Martino di Braga.
Forse fu grazie alle preghiere di questi antichi santi e sulle fondamenta della loro pietà che il popolo ungherese, come gli operai dell’undicesima ora, riuscì a conoscere la santità. Il loro primo missionario fu un vescovo o sacerdote chiamato Gabriel, inviato da Costantinopoli nel 920. Non sappiamo nulla della sua missione prematura, se abbia avuto successo o meno. Una ventina di anni dopo una delegazione di ungheresi andò a Costantinopoli e il loro capo, Bultsu, vi fu battezzato, con l’imperatore come padrino. Sebbene costui avesse in seguito apostatato, pochi anni dopo fu battezzato un altro capo magiaro di nome Gyula, che ritornò dal suo popolo con un vescovo chiamato Hierotheos, consacrato vescovo dei magiari a Costantinopoli. Questi fece molti convertiti tra il popolo ungherese e l’influenza greca continuò per circa due secoli nella metà orientale dell’Ungheria. Tuttavia, fu attraverso le intercessioni dell’arcangelo Gabriele, il patrono del loro primo missionario, Gabriele, che l’Ungheria alla fine arrivò alla Fede sotto il santo re Stefano (+1038), che fondò il Monastero di Pannonhalma, sotto suo figlio, sant’Emerico (+1031) e sotto l’apostolo dell’Ungheria, il santo martire Gerardo (+1046). Tuttavia, di tutti i santi d’etnia ungherese, uno dei più vicini ai cuori ortodossi è san Mosè l’Ungherese, dell’XI secolo, onorato nel mondo ortodosso il 26 luglio. Chi era costui?
Insieme ai suoi fratelli Giorgio ed Efrem, Mosè era il giovane servitore preferito del santo sofferente della passione, il fedele principe Boris a Kiev. Quando nel 1015 Boris fu ucciso insieme a suo fratello Gleb, il loro servitore Giorgio morì con loro, nel tentativo di proteggere i suoi padroni. Sopravvissuto a questo attacco e tornato a Kiev, uno degli altri fratelli, Efrem, divenne monaco a Kiev. Successivamente fondò un monastero in un luogo noto come Novotorzhok. Morto in tarda età nel 1053, fu venerato come un santo e le sue reliquie fecero molte guarigioni. Tuttavia, il destino del terzo fratello, Mosè, doveva essere diverso.
Nel 1018 Mosè fu fatto prigioniero dal principe polacco Boleslav I, che pensò che fosse un peccato uccidere quel bel giovane e lo portò in Polonia. Qui fu acquistato e tenuto come schiavo in catene per cinque anni. Quindi fu visto e acquistato da una potente donna polacca, che era rimasta vedova dopo solo un anno di matrimonio. In realtà, la vedova desiderava sedurre Mosè, sottomettendolo a se stessa. Mosè respinse le sue offerte, poiché a partire dagli eventi del 1015 era diventato attratto dalla vita monastica. Desiderava mantenere la sua verginità, salvando così la sua anima. Mosè resistette ai blandimenti della donna polacca con il digiuno e la preghiera. A questo punto ella lo imprigionò e cercò di farlo morire di fame. Tuttavia, un altro schiavo gli portò segretamente del cibo. Quindi la vedova cercò di sedurlo di nuovo, mostrandogli tutte le ricchezze che potevano essere sue. Ancora una volta egli resistette, respingendo le sue seduzioni.
Si racconta che a quel tempo, per la Provvidenza di Dio, un sacerdote venne in questa regione dal Santo Monte e fece di Mosè un monaco. Il sacerdote fuggì, dopo aver istruito Mosè su come evitare ulteriori tentazioni. Mosè fu quindi picchiato, quasi a morte. Alla fine, la vedova scrisse allo stesso Boleslav, chiedendogli un consiglio. Boleslav convocò la vedova alla sua corte, insieme a Mosè, e parlò con quest’ultimo, esortandolo ad accettare le offerte della vedova. Mosè rispose che il mondo non era niente per lui rispetto alla salvezza della sua anima. Predisse anche che sia Boleslav che la vedova sarebbero presto morti. Ignorando ciò, la vedova cercò di sedurre di nuovo Mosè. Fallendo miseramente, lo fece quindi malmenare e castrare. Boleslav iniziò invece una persecuzione dei monaci, scacciandoli tutti fuori dal suo regno.
Fu subito dopo questo atto di empietà che nel 1025 la profezia di Mosè si avverò. Boleslav, incoronato re solo nel 1024, morì improvvisamente nel sonno e l’intero paese si sollevò in rivolta. Molti nobili, compresa la vedova, furono massacrati. Gli eventi di quel tempo furono successivamente registrati dalla figlia di Boleslav. Molti anni dopo, fuggita dal caos e dalla seguente cattolicizzazione della Polonia, la figlia sposò Izjaslav, che era diventato principe di Kiev nel 1054. Qui diede protezione ai monaci di Kiev, ricordando a suo marito i tristi risultati dell’odio di suo padre per i monaci.
Alla rivolta in Polonia, Mosè fu liberato. Riuscito ad arrivare a Kiev e alle Grotte di sant’Antonio, vi divenne monaco operando per salvare la sua anima. Viveva in una delle grotte, nel digiuno e nella preghiera, ed era particolarmente potente nello scacciare i demoni della tentazione carnale. Così trascorse i restanti sedici anni della sua vita, addormentandosi nel Signore nel 1043. Le sue reliquie sono sempre state di grande effetto nel proteggere e guarire coloro che soffrono per le passioni della carne.
Tudor Petcu