
da Caritas.diocesidicomo.it e Caritascomo.it, i siti della Caritas diocesana di Como.
Sono stati predisposti i sussidi settimanali per introdurre la preghiera nei gruppi di incontro parrocchiali e vicariali Caritas per tutto l’anno liturgico.
Le riflessioni che guidano il momento di condivisione di questo nuovo anno liturgico, sono proposte da Don Rocco Acquistapace, sacerdote diocesano che con la sua esperienza e saggezza saprà guidarci a fare della Parola il riferimento per ogni azione quotidiana, la guida alle nostre scelte e ai nostri cammini comunitari.
Vangelo secondo Matteo (Mt 21, 33-43)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità! Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti asuotempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Parola del Signore
Ascolto e medito:
L’ambiente comune alle parabole di queste domeniche è la vigna, luogo tra l’altro simbolo di questo periodo dell’anno. Anche il Vangelo di oggi, in linea con quello di domenica scorsa e quello che leggeremo domenica prossima, pone l’attenzione non tanto sul Regno quanto sul rifiuto di esso; sull’atteggiamento delle comunità di allora e di quelle di oggi mostrato nei confronti dell’annuncio del Regno e della chiamata a comportarsi e vivere il proprio tempo secondo un certo stile.
L’imperativo di Gesù “ascoltate” richiama all’importanza dell’attenzione a quanto sta per dire. Un ascolto non solo dei contenuti ma come questi possono essere tradotti nella vita di tutti i giorni, quindi a una rilettura e verifica dei propri atteggiamenti, del proprio stare e vivere all’interno di una comunità.
Nella parabola l’atteggiamento dei contadini ai quali è stata affidata la vigna è l’atteggiamento di coloro che vogliono possedere, essere padroni e impartire il loro stile.
È il racconto della storia d’Israele, delle vicende dei capi di quel popolo. Ma non si tratta solo di evidenziare l’incapacità di un popolo di essere stato incredulo e ostile al Maestro; si tratta invece di sottolineare il rischio che corre ciascuna comunità, anche le nostre, di impadronirsi della “vigna del Signore” … o anche solo di sentire il desiderio di sostituirsi al “padrone”. In questo senso le nostre comunità rischiano di essere violente ed espulsive, non perché si uccide ma perché, ai nostri giorni, fatichiamo ad amare chi ci mette in discussioneo va a toccare quelli che sono i nostri interessi. È forte il rischio di volersi impadronire della vigna e chiudersi in essa senza permettere a nessuno di entrarvi. L’espulsione ha molte facce, non per forza dobbiamo agire come i contadini della parabola nei confronti dei servi.
L’obiettivo è produrre i frutti e nessuno può permettersi di escludere qualcun altro da questa possibilità di lavoro nella vigna a cui ciascuno il Signore chiama.
Medito e condivido:
- È difficile il cambiamento nelle nostre comunità?
- Ritagliamo degli spazi o dei momenti in cui verificarsi come comunità?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.