
Mettiamo a disposizione un libro pubblicato nel 1966 di mons. Franco Festorazzi, deceduto in questi giorni e ne riprendiamo direttamente nel post un breve brano delle conclusioni da cui emerge il suo grande amore per la Parola di Dio.
L’uomo di oggi, malgrado alcune manifestazioni che potrebbero sembrare suggerire il contrario, è un uomo pensoso: le esperienze individuali e sociali del mondo contemporaneo lo portano con maggior urgenza e acutezza agli interrogativi più profondi della sua esistenza.
Cos’è l’uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste a così caro prezzo raggiunte? Che reca l’uomo alla società, e che cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?
Gaudium et Spes, n. 10
La storia dell’umanità ripropone continuamente questi problemi : lo studio delle grandi civiltà antiche, che abbiamo trovato seppure sinteticamente nella trattazione, ne è un esempio significativo. L’aver messo in rilievo le differenze essenziali tra le loro soluzioni e quelle della Bibbia non deve trarre in inganno : noi guardiamo con rispetto, con ammirazione e venerazione agli sforzi compiuti dagli uomini alla ricerca della verità.
Sotto la veste pittoresca e un po’ ingenua delle mitologie o delle altre espressioni letterarie si trovano valori umani, idee e scoperte profonde, che manifestano la ricchezza delle civiltà antiche e attestano l’impegno e l’ansia dell’uomo nello sforzo per risolvere i suoi grandi problemi.
L’uomo moderno li ripropone con gravità ancora maggiore, per nuove esperienze della sua storia; ma insieme egli diventa più che mai consapevole dell’impossibilità di risolverli soltanto con le sue proprie forze. La Chiesa, nel suo dialogo con il mondo contemporaneo, si presenta come depositaria e testimone vivente del messaggio della salvezza: sa di poter portare «sempre all’uomo luce e forza per rispondere alla sua suprema vocazione», perché possiede la Parola di Dio. Infatti essa «crede di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine dell’uomo nonché della storia umana» (Gaudium et Spes, n. 10).
Questa vitalità della Chiesa le deriva dal fatto che essa «ha sempre venerato le Divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra Liturgia, di nutrirsi del pane della vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli» (Dei Verbum, n. 21).
Il nostro lavoro ha voluto essere un saggio di accostamento scientifico e vitale alla parola di Dio. Al termine dell’analisi, che ha cercato di utilizzare tutte le risorse del metodo critico-storico (dalla filologia alla storia, all’archeologia ecc.) e di quello teologico, è necessario quasi uno spogliamento: la mente si deve liberare di tante nozioni pur indispensabili in un primo stadio della ricerca, per trovarsi con purezza davanti alla semplicità meravigliosa del disegno divino.
È un invito cordiale a rivedere alla luce della rivelazione (Gen. 1-11 ne ha già fatto scorgere la ricchezza ed è stimolo efficace a continuare la ricerca) i grandi problemi dell’uomo. Non si tratta più, ora, solo di studiare, di indagare soltanto con l’intelletto, ma di assimilare e di aderire con tutta la propria personalità; ancor più, è necessario sperimentare nella propria vita. Adesione e esperienza di fede, che diventano preghiera di adorazione e di lode. Scoperta luminosa e vitale, analoga a quella di s. Giovanni, che attesta il suo incontro misterioso e ineffabile con Dio nell’espressione commovente: Dio è Amore (1 Giov. 4,8,16). Verità e realtà, che esigono dall’uomo la risposta più generosa e totalitaria, la quale lo inserisce pienamente nella storia della salvezza: Noi abbiamo creduto all’Amore! (1 Giov. 4,16).
mons. Franco Festorazzi