
Pubblichiamo l’Intervista a Massimo Introvigne a cura di Tudor Petcu sulla spiritualità del Padre Adeodato Mancini. Massimo Introvigne (Roma, 14 giugno 1955) è un sociologo e saggista italiano. È il fondatore e direttore del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), una rete internazionale di studiosi di nuovi movimenti religiosi. Introvigne è membro della sezione di Sociologia della religione dell’Associazione italiana di sociologia ed è autore di oltre settanta libri, tra i quali l’Enciclopedia delle religioni in Italia, e centinaia di articoli nel campo della sociologia della religione. Padre Adeodato Leopoldo Mancini, al secolo Leopoldo Mancini, nato a Venezia e deceduto ad Antegnate in data 15 giugno 2015, si trasferi’ a Torino, fu ordinato sacerdote nel 1987 nella Metropolia Ortodossa del Vecchio Calendario Portoghese, in seguito passata sotto la giurisdizione della Chiesa Ortodossa Autocefala di Polonia, è stato ordinato Vescovo della Chiesa Assiro-Caldea nel 1992 a Parigi. Padre Adeodato, di origine veneta, monaco, apostolo missionario, laureato, apologista e orientalista, ultimo discendente dei Marchesi di Ausignano, cultore della vita dei padri del deserto, ha riservato i suoi studi maggiori alla Patristica.
Prima di tutto, le chiederei de farmi sapere quando avevate fatto la conoscenza di Adeodato Mancini e cosa ha rappresentato per Lei questo incontro con esso da punto di vista spirituale.
Purtroppo, a differenza di altri amici torinesi, ho incontrato Padre Adeodato soltanto poche volte. Mi ha colpito come un uomo di profonda bontà, sempre gentile e disponibile. Pur avendo ricevuto attacchi ingenerosi, non l’ho mai sentito parlare male di nessuno. La sua serenità era certamente radicata in una profonda vita spirituale e in una continua meditazione delle fonti cristiane antiche, di cui aveva una profonda conoscenza. Era anche un uomo simpatico, una cosa che non è mai di troppo e che non si incontra sempre nel mondo delle religioni.
Come dobbiamo percepire la personalità spirituale di Adeodato Mancini e quanto importanti furono i suoi contributi agli sviluppi della Chiesa Ortodossa Italiana?
L’idea di una ortodossia italiana autocefala, pur non essendo mancati precedenti tentativi, nasce con Antonio De Rosso (1941-2009). De Rosso però è scomparso prematuramente all’età di sessantotto anni e dopo la sua morte non è stato possibile tenere unite diverse anime e tendenze dell’ortodossia autocefala italiana. In questo quadro complesso molti che si riconoscevano nell’esperienza di De Rosso hanno trovato un ancoraggio e un solido punto di riferimento spirituale in Padre Adeodato, che aveva seguito un percorso diverso e indipendente di ispirazione siro-caldea. Direi che il ruolo di Padre Adeodato è stato decisivo nel tenere unita una parte significativa degli eredi di De Rosso e anche nel preservarli da avventure strampalate e dall’influenza di personaggi ambigui che purtroppo – insieme a figure nobilissime – hanno sempre costituito una piaga del mondo ortodosso italiano.
Si potrebbe dire che Adeodato Mancini, oltre Metropolia Antonio de Rosso, abbia rappresentato il cuore della nascita dell’Ortodossia italiana?
Sì, certo. Tuttavia, tranne che per coloro che lo conoscevano e per alcuni accaniti detrattori, Padre Adeodato non era una figura molto conosciuta. Se uno parla di ortodossia autocefala italiana al grande pubblico, molti pensano subito ad Alessandro Meluzzi, perché è una figura molto nota e habitué della televisione grazie alla sua esperienza anche in settori diversi dalla religione. Conosco Meluzzi da molti anni. Abbiamo idee diverse su molte cose ma è sempre una persona con cui si conversa volentieri. Però per quanto riguarda l’ortodossia autocefala italiana Meluzzi è stato insieme una risorsa e un problema, perché l’attenzione mediatica si è concentrata sulla sua forte e pirotecnica personalità, che ovviamente suscita anche opposizioni, a detrimento di altri percorsi come quello di Padre Adeodato che sono rimasti sostanzialmente sconosciuti ai non specialisti.
Quali sarebbero le caratteristiche della teologia di Adeodato Mancini? Come si deve intendere il pensiero teologico di Adeodato Mancini, il suo approccio intellettuale? Possiamo parlare di alcuni contributi intellettuali portati da Adeodato Mancini alla teologia ortodossa in Italia?
Certamente Padre Adeodato ha indotto molti a riflettere sulla ricchezza della tradizione assiro-caldea, che non era molto conosciuta in Italia. Ma ricordo anche il complesso di iniziative intorno alla Pietà del Pellicano, una realtà di origini piuttosto misteriose di cui Padre Adeodato asseriva di detenere una filiazione. Questo è stato contestato da altri, e ci sono almeno due Pietà del Pellicano concorrenti, e la controversia si inserisce in quella più ampia sulle varie filiazioni templari e neo-templari, benché secondo Padre Adeodato le origini della Pietà del Pellicano non siano esclusivamente templari. Al di là delle discussioni su genealogie e filiazioni, non c’è dubbio che Padre Adeodato ci abbia lasciato profonde riflessioni sulla figura del pellicano, che ha una lunga tradizione nella spiritualità cristiana e nell’esoterismo occidentale.
Da un’altro lato sarebbe necessario far riferimento anche all’ecumenismo di Adeodato Mancini. Quali furono esattamente i suoi rapporti con le altre chiese cristiane, soprattutto, con la Chiesa Cattolica in Italia?
Credo che nessuno sappia quali siano stati “esattamente” i rapporti di Padre Adeodato con la Chiesa Cattolica. A un certo punto, guardando le cose da fuori (come dicevo, non sono mai stato fra i confidenti di Padre Adeodato), sembrava che il suo percorso si stesse dirigendo verso la Chiesa Cattolica. Ma poi rivendicò ancora la sua carica di Patriarca Assiro-Caldeo, un ruolo cui aggiungeva l’aggettivo “ecumenico”, per segnalare la volontà di svolgerlo in dialogo e amicizia, non in contrapposizione, con le altre Chiese e comunità cristiane, compresa la Chiesa Cattolica. Tuttavia, mentre ebbe buoni rapporti con singoli sacerdoti e anche vescovi cattolici, Padre Adeodato fu anche bersaglio di attacchi violentissimi da parte di laici cattolici che si erano auto-assegnati il ruolo di cacciatori di eretici, e che avevano e hanno ancora l’abitudine di usare lo stereotipo della “setta” per designare realtà che non incontrano la loro simpatia e che spesso hanno molte difficoltà a comprendere.
Le sarei grato se potesse evidenziare anche alcune riflessioni spirituali di Adeodato Mancini che sarebbero le più importanti per Lei.
Per me personalmente Padre Adeodato evoca soprattutto la figura del pellicano. Noi sappiamo che quello secondo cui la femmina del pellicano nutre i piccoli con il sangue del suo petto è una leggenda. Ma è una leggenda in cui il cristianesimo ha visto il simbolo di Cristo che con il suo sangue nutre l’umanità. Sarebbe anche interessante – e il tema appassionava Padre Adeodato – una ricognizione dei blasoni nobiliari europei che includono la raffigurazione del “pellicano con la sua pietà” (cioè colto nell’atto di nutrire i piccoli con il suo sangue). Padre Adeodato sapeva che nei blasoni si nascondono spesso messaggi esoterici, e gli studiosi di esoterismo sono d’accordo con lui. Al di là della riflessione intellettuale, per Padre Adeodato la figura del pellicano era anche stimolo a praticare la carità nei confronti dei più poveri, di cui non si vantava ma di cui i suoi amici ci hanno lasciato commoventi testimonianze.