
da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.
Riproponiamo per il terzo anno consecutivo il sussidio di meditazione relativo al Vangelo della domenica.
Con la stessa struttura, nel sussidio viene proposto quest’anno un unico cambiamento rispetto alle immagini settimanali riportate sulla prima pagina a introduzione del Vangelo, della meditazione e della proposta di lavoro personale.
La meditazione anche per quest’anno sarà guidata dalle riflessioni di don Rocco Acquistapace che ha rinnovato la sua disponibilità ad accompagnarci in questo cammino. Con l’augurio che il sussidio possa rappresentare motivo di condivisione comunitaria alla luce e nell’ascolto della Parola.
L’équipe pastorale Caritas
Vangelo secondo Marco (Mc 10, 17-30)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò:
«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».
Gesù gli disse:
«Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse:
«Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse:
«Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli:
«Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».
I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro:
«Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro:
«E chi può essere salvato?».
Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse:
«Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli:
«Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose:
«In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Parola del Signore
Ascolto e medito
Gesù cammina, per le strade e incontra e quando viene interpellato si ferma e si relaziona. Dà spazio e tempo agli altri, ai dubbiosi. Si rivolge all’altro sapendo di scuotere cuori che ancora hanno il coraggio di cambiare.
Il giovane ricco porta in sé i nostri dubbi, il nostro bisogno di chiarezza. Riconosce Gesù come buono perché buono d’animo e alternativo, che entra in sintonia con gli altri. Questo giovane, con la sua domanda, fa intendere che sa che la vita eterna non la si merita ma la si accoglie.
Per prima cosa Gesù semplicemente dice di seguire i comandamenti, chiari e precisi, senza correre il rischio di seguire le proprie regole, che ci diamo spesso per comodità. E’ onesto il giovane ricco quando dice che i comandamenti li ha seguiti, e poi Gesù, lo amò. Si perché Gesù prima di riconoscerci ci ama e ci chiede, dopo averci amati, di fare il salto di qualità: accogliere questo amore e divenire capaci di amare gli altri. Gesù non chiede senza prima amare, propone qualcosa di più a chi lo vuole e lo fa con chi capisce di essere amato. Ci dice di non accontentarci di una fede e di una religiosità esteriore ma ci chiede di fare il salto.
Il giovane ricco non vuole lasciare ciò che ha. Il suo cuore è troppo ingombro di cose e di ricchezze. Perché è proprio qua che caschiamo, che sentiamo le fatiche della chiamata di Gesù. Avere il cuore libero dalla bramosia, da false credenze rispetto a ciò che può riempirci il cuore. Eppure è lì che si gioca tutto.
Se vogliamo davvero fare della nostra vita una ricerca seria e divenire suoi discepoli dobbiamo arrivare a scorgere quello sguardo pieno d’amore e penetrante che può chiederci di lasciare tutto. Un tutto sempre sulla porta, un tutto che troviamo sul nostro cammino e ci blocca, ci ferma e a volte ci fa sedere perché la strada è faticosa. Ma l’amore di Gesù è li pronto, attraverso il suo sguardo, a infonderci coraggio, a riprovare e riprovare ancora, Lui ci aspetta nel volto degli altri, nelle piccole conferme quotidiane, Lui è lì in cammino con noi, sulla nostra strada.
Medito e condivido
- Quali incontri e quali dubbi a seguire la chiamata di Gesù?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.