
Aleksandr Vladimirovič Men’ è stato un presbitero russo, teologo e missionario della Chiesa ortodossa russa, autore dei numerosi libri di carattere storico e catechetico, ucciso mentre si recava nella sua chiesa parrocchiale a celebrare la Divina liturgia. Proponiamo due suoi brevi testi.
Le radici
Le «radici» di per sé sono una bella cosa, ma possono essere anche pericolose. Infatti, furono proprio le «radici» a impedire ai farisei di accogliere Cristo. Il passato va tenuto in considerazione, ma non fino al punto da impedirci il movimento.
È un problema vecchio come il mondo. Il cristiano è sempre al confine tra l’avere radici e l’essere uno sradicato. La nostra radice autentica è il Vangelo. «Non abbiamo qui una patria stabile»…
Le vere riforme
Ricordo un apologo narratomi da una persona molto saggia, a proposito dell’evoluzione degli organismi e quindi anche delle Chiese.
Alcuni organismi si sono difesi dagli agenti esterni con la corazza. Così si sono conservati meglio, ma sono più retrogradi e meno dinamici (la Chiesa conservatrice); altri si sono liberati dalla corazza, restando così più indifesi (la Chiesa mondanizzata).
Il vero progresso però è stato quello dei vertebrati, che hanno evitato di rinchiudersi in una corazza ma si sono costruiti invece un robusto tronco, uno scheletro (una fede aperta al mondo, ma solidamente fondata sulla preghiera e sull’esperienza di vita). Questo è il modello più arduo da realizzare, che solo in parte e raramente riusciamo a tradurre in vita, sia loro che noi.
In Russia assistiamo al fenomeno opposto: molti che sono alla ricerca di una religiosità viva passano al cattolicesimo o alle sette, perché la religiosità retrograda, ritualista, conservatrice e intellettualmente povera della nostra Chiesa non li attrae.
A me sembra che la decisione veramente «radicale» non stia nel passare da una parte all’altra (pur essendo un diritto di ciascuno), ma nell’approfondire lo spirito, laddove il Signore ti ha posto. Ciò che troviamo nelle confessioni diverse dalla nostra in realtà può essere raggiunto anche senza «passaggi»: proprio per questo sorgevano, in passato, comunità, ordini, fraternità religiose.
Nelle riforme occidentali sono insiti, certamente, molti rischi e inevitabili errori. L’apertura ai problemi del mondo può risolversi in un doloroso compromesso. Ma altrettanto pericoloso è chiudersi in sé. In questo caso la Chiesa può trasformarsi in una sorta di museo o di circolo per amatori.
La verità, come sempre, ci riporta al cuore…