
Dire della nostra tristezza, dire che scrivo queste note con immensa tristezza, può essere un’ironia verso noi stessi, verso tutti gli operatori di pace; specialmente verso i poveri e gli umili che sono, come al solito, le vittime maggiori della violenza e della guerra.
La guerra è un’immensa vergogna, una sconfitta per l’umanità intera. Dobbiamo dire subito che siamo tutti sconfitti.
E’ sconfitta la ragione: quando uno ricorre alla forza vuol dire che non crede più alla ragione ma solo alla violenza. Si dice “Ora la parola alle armi”. Le armi non hanno parole, le armi hanno solo fragore che uccide ogni parola: sono la morte della parola. E se già il sonno della ragione genera mostri, la sua morte segna la fine di ogni dignità umana, la sconfitta di ogni uomo. La guerra e sconfitta di ogni diritto.
La guerra è sconfitta della politica. La politica è sempre ricerca di convivenza; è fare della stessa pace, non solo un fine – che potrebbe rischiare di essere la pace dei cimiteri – , ma fare della pace il mezzo di ogni politica, l’anima stessa della politica.
La guerra è una sconfitta della religione: Dio non può essere per la guerra contro nessuno; ogni uomo è un’immagine di Dio. La guerra è fanatismo e odio: per questo Dio ha inviato sulla terra il suo Figlio, perché gli uomini non si odino più; per questo ha accettato di morire, perché gli uomini non si ammazzino più. Questo messaggio non è diventato abbastanza coscienza operante da parte dei fedeli.
Pregare è operare giustizia, è rispetto dell’uomo, è farci tutti operatori di pace. Non è dunque Dio che non ci ascolta, siamo noi che non ascoltiamo Dio. Perciò anche Dio, quando l’uomo fa guerra a un uomo, è uno sconfitto.
E’ uno sconfitto più di noi.
David Maria Turoldo