«Qohelet». Un libro di Gianfranco Ravasi

Gianfranco Ravasi
Qohelet
Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 2025,
Prima edizione 1988, pagine 488,
www.edizionisanpaolo.it

La Sinossi del libro:

Poco meno di tremila parole ebraiche, duecentoventidue versetti distribuiti in dodici capitoletti costituiscono Qohelet, l’Ecclesiaste, il «Presidente d’assemblea», forse il libro più originale e «scandaloso» dell’Antico Testamento.

Un libro segnato da quella celebre sigla Havel Havalîm… «vanitas vanitatum», «un immenso vuoto, tutto è vuoto!» (1,2; 12,8). Come scriveva un esegeta, da questo canto del silenzio e del non-senso, della vecchiaia e dell’oscurità, qua e là chiazzato da strani bagliori di un’allegria rassegnata, «non si esce indenni ma adulti o pronti a diventarlo».

Questo commento si articola in tre tappe.

La prima, sotto il titolo tipicamente qoheletico Un immenso vuoto, tutto è vuoto! offre gli strumenti essenziali per sciogliere i primi enigmi dell’opera, quelli dell’autore, del testo, dell’interpretazione, del messaggio.

La seconda tappa è la più ampia e fondamentale, tutta consacrata a seguire col commento il filo poetico e spirituale delle Parole di Qohelet figlio di Davide re di Gerusalemme (1,1).

Un’ultima tappa percorre le terre del nostro pianeta e i millenni della nostra storia alla ricerca dei Mille Qohelet, cioè di tutti coloro che si sono specchiati in questo sapiente biblico del III secolo a.C.

Qohelet
Incontra qui tanti altri libri tra cui il libro dei Salmi, si cita qui dall’incontro con Salmi 56, al riguardo scrive Ravasi:

Anzi, c’è quasi un’anagrafe del dolore umano in cui Dio registra tutte le amarezze per non lasciarle cadere nell’hebel, nel vuoto e nel silenzio del nulla. Ed allora sorgerà forse un’alba non uguale alle altre in cui tutti i Qohelet del mondo e della storia potranno ripetere la «preghiera del mattino» che per il Natale 1943 Dietrich Bonhoeffer, il teologo martire nei campi di concentramento nazisti, ha pronunziato coi suoi fratelli di miseria.

“È buio dentro di me,
ma presso di te c’è la luce;
sono solo, ma tu non mi abbandoni;
sono impaurito, ma presso di te c’è l’aiuto;
sono inquieto, ma presso di te c’è la pace;
in me c’è amarezza,
ma presso di te c’è la pazienza;
io non comprendo le tue vie,
ma la mia via tu la conosci”.

a cura di Maurizio Abbà

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