da Circolidossetti.it, Circoli Dossetti, eremo e metropoli.
In questi giorni, che precedono il Quarantesimo dell’ assassinio di Aldo Moro, la sua figura e la sua esperienza politica sono state da tante parti esplorate e rievocate, sotto diverse luci: opportunamente, poiché l’alto spessore umano, accademico, politico e spirituale dello statista pugliese ci conduce necessariamente alla necessità di studiarlo e ripercorrerlo sotto molteplici aspetti.
Noi, prendendo le mosse dall’ articolo a firma di Gianni Festa, comparso su Avvenire di ieri, 8 maggio, abbiamo scelto di fare nostra la lettura che don Giuseppe Dossetti, suo amico e che con lui e La Pira aveva condiviso molto più che l’esperienza alla Costituente, fece della tragica vicenda del rapimento e dell’assassinio di Moro. Quei fatti spensero, con Moro, la più vivida luce di cui l’Italia disponeva, sul versante politico, in quegli anni tragici, e che proprio per questo è certamente molto significativa: il rapimento e l’uccisione di Moro sono, senza dubbio, l’ evento apicale e simbolicamente più profondo di una stagione, politica e istituzionale, così difficile da mettere in discussione la stessa tenuta democratica del nostro Paese.
Continua a leggere
Mi piace:
Mi piace Caricamento...