Quando ti converti e i tuoi cari non ti capiscono

C’è un detto non privo di umorismo: “Quando in una famiglia appare un neofita, gli altri membri della famiglia diventano martiri”.

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In che modo i convertiti smettono di essere convertiti?

Oggi praticamente tutti gli ortodossi sono convertiti. Dopo la caduta del comunismo, le persone si sono convertite a Cristo a decine e decine di milioni e sono state battezzate nella fede dei loro antenati perché finalmente erano libere di farlo. Anche in Grecia, molte persone si erano allontanate dalla Chiesa dopo gli anni ’60, ma alcune di loro sono tornate da molto lontano, scoprendo l’Ortodossia per la prima volta, nonostante la loro nazionalità e la loro presunta Ortodossia. Tutti questi esempi sono la prova dell’ovvia verità che l’etnia non ha nulla a che fare con l’essere cristiano, un’idea strana che non sarebbe mai venuta in mente agli apostoli, ai martiri, ai santi e ai Padri della Chiesa.

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I pugnali sikh, la Cassazione, i “valori” e la libertà religiosa

da Interris.it, online international newspaper – con i piedi in terra guardando il cielo e da Aggiornamentisociali.it, la rivista dei gesuiti per orientarsi nel mondo che cambia.

Proponiamo due articoli sulla discussa sentenza della corte di Cassazione che condanna un appartenente alla religione Sikh denunciato perché portava alla cintola il Kirpar, un pugnale che è simbolo religioso irrinunciabile. A generare polemica la motivazione che chiama in causa non tanto il rispetto della legge italiana quanto degli imprecisati valori della società occidentale. Il primo articolo, i sikh contro la cassazione: “pugnale vietato: offesa la nostra fede”, contiene una intervista a un ventiseienne indiano residente in Italia; il secondo, I pugnali sikh e il pragmatismo che manca, è il parere di Maurizio Ambrosini, sociologo esperto di migrazioni e direttore della rivista Mondi migranti. Continua a leggere