Cedri del Libano (lettura popolare della Bibbia)

da Profeziaeliberazione.blogspot.com, Profezia e Liberazione “L’uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà” (GS 17).

Ci sono nella Bibbia espressioni e immagini che si possono cogliere appieno soltanto immergendosi nella geografia delle terre, dei mari e dei monti delle regioni in cui è nato il testo. Se dal mare o da qualunque luogo dei territori corrispondenti agli attuali Siria e Israele si guarda verso il Libano, ciò che lascia un’impressione profonda sono le imponenti catene montuose, con cime che, superando i 3.000 metri, si stagliano contro il cielo. Per i popoli delle regioni circostanti, abituati a climi torridi e a piane spesso desertiche, la visione di questi monti ha sempre suscitato timore e riverenza. Molti racconti ugaritici e mesopotamici fanno così delle cime libanesi dell’Ermon luoghi mitici e popolati da divinità. Data la loro altezza, esse sono spesso ricoperte di ghiacci e nevi, e questo fatto è all’origine del nome della regione. Laban nelle lingue semitiche è radice che significa “bianco” (oggi in arabo indica ad esempio il latte) e da qui il nome Libano.

Oggi tali montagne appaiono brulle e rocciose, ma nell’antichità tutta la catena montuosa libanese era di un colore verde vivace dato dalle sterminate foreste di cedri che la ricoprivano. Certi panorami alpini possono soltanto essere un’ombra delle decine di chilometri di foreste ininterrotte che ricoprivano queste montagne, bianche per sei mesi l’anno e verde smeraldo per i restanti sei.

Il cedro è una conifera, albero imponente che può raggiungere 2,5 metri di diametro per 40 di altezza. Essendo l’unica riserva di legno nell’immenso territorio che va dalle regioni dei grandi fiumi mesopotamici all’Egitto, gli oltre tre millenni di sfruttamento del legno per la costruzione di navi, abitazioni ed edifici religiosi da parte di egiziani, amorrei, fenici, cananei, israeliti, babilonesi, assiri, persiani, greci e romani hanno progressivamente ridotto il numero di questi alberi, tanto che, nel 118 d.C., l’imperatore Adriano, per tutelarli, emanò quello che può essere considerato uno dei primi decreti di protezione ambientale della storia.

Oggi le poche centinaia di alberi rimasti sulle catene montuose libanesi sono concentrate in alcuni parchi naturalistici sotto la tutela dell’UNESCO. Queste imponenti conifere hanno rappresentato per i popoli biblici un simbolo di potenza e di ricchezza, di maestà e di imponenza. E con queste categorie ci confronteremo in questo contributo.

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Usa-Iran, Luca Negro, presidente Fcei: «Non nominare nome di Dio invano»

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Non possiamo abusare del nome di Dio e bestemmiare il suo nome arruolandolo in una guerra che è solo di uomini che cercano di affermare il loro potere.

Lo afferma il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Luca Maria Negro, reagendo a diverse dichiarazioni della Casa Bianca e del Segretario del Dipartimento di Stato, che giustificano l’azione militare Usa contro l’Iran con motivazioni che avrebbero la loro radice nella Bibbia e nelle profezie dell’Antico testamento.

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Contemplare il volto di Dio: 9) Il volto del Dio che abbandona. Di Rosanna Virgili

da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.

Rosanna Virgili ci offre dieci schede per la meditazione invitando a contemplare il volto di Dio e aiutando a riflettere sul modo in viviamo questo nostro tempo.

9) Il volto del Dio che abbandona. Quando Dio non risponde

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: “ Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?“. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere , dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Mc 15,33-37

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Ecologia e mitezza. Avere la terra in eredità. Di Piero Stefani

da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.

Berthold Brecht, pensando alla sua epoca, uscì con questa esclamazione: «Che tempi sono questi, quando discorrere di alberi è quasi un delitto perché comporta il silenzio su troppe stragi?».

I suoi anni non sono i nostri. Anche prima degli incendi in Siberia e di quelli sistematici in Amazzonia, eravamo già obbligati a riscrivere la frase in questi termini: «Che tempi sono questi, in cui bisogna discorrere delle stragi degli alberi perché non cada il silenzio su altri delitti?». Le sofferenze dell’ambiente sono pagate innanzitutto dai più deboli.

La Bibbia è di aiuto in tutto ciò?*

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La croce ortodossa russa

da Ortodossiatorino.net, il sito della parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca a Torino dedicata a San Massimo.

Attraverso la Croce è giunta la nostra salvezza. L’immagine del Signore crocifisso ci ricorda costantemente che Cristo è morto per noi, e che è risorto dai morti. Qui sotto vedrete una spiegazione della Croce nella tradizione ortodossa russa, scoprendo a ogni passo il simbolismo in essa racchiuso.

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Il peccato di Sodoma

da Mosaico-cem.it, sito ufficiale della comunità ebraica di Milano.

La Torà non è un libro di racconti; anche quello che potrebbe sembrarci lontano nel tempo e nel modo di fare, è, in realtà, un insegnamento attuale per l’uomo, per ogni uomo o società, portata talvolta a chiudersi in se stessa, a pensare solo al proprio benessere, non volendo essere disturbata da chi ha bisogno del suo aiuto.

Lo dice apertamente il Profeta Ezechiele:

Questo fu il peccato di Sodoma tua sorella: l’alterigia, per l’abbondanza del pane ed il tranquillo benessere, si impadronì di lei e delle figlie, si che non porsero mano al povero ed al misero.

Ezechiele 16:49

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Il richiamo alla terra e la palma da dattero

da Moked.it, il portale dell’ebraismo italiano.

Tu Bishvat è una festa minore che col passare degli anni e dei secoli ha incrementato la sua importanza, perché, probabilmente per il suo carattere eminentemente agricolo, è stato un modo di richiamarsi alla terra di Israele, prima soltanto ad un livello puramente liturgico e religioso. Poi con l’evoluzione del Sionismo, da pura ideologia a realtà statale è un modo per richiamarsi ed aderire agli ideali del riscatto e della bonifica della terra abbandonata e divenuta un deserto.

Inizialmente Tu Bishvat era quasi soltanto la separazione “fiscale” per l’osservanza delle varie “decime”, che erano tasse che gli Israeliti (cioè tutte le tribù che non fossero Levi) dovevano versare con modalità varie e complicate a un complesso di beneficiari: Levi, Cohanim, poveri, il Santuario, con turni e modalità da far invidia alla moderna Agenzia delle Entrate!…Ma da quando nasceva e finiva l’obbligo annuale? A TuBishvat, appunto.

Nel 1600 la forma delle celebrazioni è diventata abbastanza definita grazie al lavoro di rav Itzhack Luria che a Safed con i suoi discepoli ha elaborato un seder simile a quello di Pesach. In particolare si usano mangiare i frutti che nella Torah vengono associati alla terra di Israele: frumento, orzo, uva, fichi, melograni, olive, datteri.

Su ognuna di queste specie ci sarebbero da scrivere decine di pagine, ma oggi ci limitiamo a qualche cenno sulle palme, i cui frutti, i datteri sono considerati dai commentatori come il “miele” della Terra Promessa citato nella Torah.

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Pensieri a Dio. Salmi di Tudor Petcu

Il titolo ebraico per il libro dei salmi è “Tehillim”, che significa “canti di lode”. La traduzione greca “Psalmoi”, da cui deriva il nostro “Salmi”, significa letteralmente “canti da accompagnarsi con strumenti a corda”, e le indicazioni che lasciano trasparire che dovessero essere cantati con accompagnamento sono molteplici. Tutti questi canti sono stati scritti in un arco di tempo di circa nove secoli, dall’epoca di Mosè al ritorno dell’esilio babilonese. Tudor Petcu si è ispirato a questo genere poetico biblico per le belle frasi che ci ha inviato per “La Bottega di Nazareth”.

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Ascoltare il gemito della creazione

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Il Signore rispose a Giobbe: “Dov’eri tu quando io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza”. Allora gli dissi: “Fin qui tu verrai, e non oltre; qui si fermerà l’orgoglio dei tuoi flutti”.

Giobbe 38, 4-11

Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.

Ebrei 11, 3

«Dio disse: Luce! E la luce fu. Dio vide che la luce era bella» (Genesi 1, 3-4). «I cieli furono fatti dalla Parola del Signore» (Salmo 33, 6) e «raccontano la gloria di Dio» (Salmo 19, 1). Eppure la voce della terra, anziché essere un canto di lode per Dio, è diventata un gemito di dolore. «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio e geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto» (Romani 8, 19-22). È una immagine per descrivere il dramma, ma anche il dinamismo dell’evoluzione della creazione: essa è tutto un gemito, come un’immensa doglia del parto. La creazione aspira a qualcosa di diverso. È in una situazione in cui la vita sta per manifestarsi attraverso dolori e sofferenze. Ma questa aspettativa non riesce a realizzarsi pienamente.

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Passi sulla Luna

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Domani 20 luglio celebreremo i cinquant’anni dal primo passo di un uomo sulla Luna. Si dice che l’immagine della Terra come pianeta blu scattata da un astronauta tre anni dopo, nel 1972, abbia in qualche modo cambiato il nostro modo di guardare la Terra: intera, non divisa da muri e confini, un solo pianeta, una sola umanità. Quell’immagine mostra anche l’estrema fragilità del nostro pianeta, isolato nell’universo nero, senza possibilità di essere sostituito. E questa emozione ha dato una spinta all’impegno ambientalista, contro lo sfruttamento di risorse e le innumerevoli cause di inquinamento e distruzione di questo nostro delicato habitat.

La corsa allo spazio, cinquant’anni fa, aveva una valenza di contrapposizione tra Stati Uniti e Russia,e anche tra mondo occidentale giudeo-cristiano e mondo sovietico ateo. Infatti ricordiamo la lettura emozionante dei primi versetti della Genesi fatta dai tre astronauti dell’Apollo 8, la notte di Natale del 1968, e celebrata poi con l’emissione di un francobollo.

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Fede e religione in Leonardo

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

vedendosi vicino alla morte, disputando de le cose catoliche, ritornando nella via buona, si ridusse a la fede cristiana con molti pianti. Laonde confesso e contrito, se bene è non poteva reggersi in piedi, sostenendosi nelle braccia de’ suoi amici e servi, volse divotamente pigliare il Santissimo Sacramento fuor del letto. Sopraggiunseli il re che spesso et amorevolmente lo soleva visitare; per il che egli per riverenza rizzatosi a sedere sul letto, contando il mal suo e gli accidenti di quello mostrava tuttavia quanto aveva offeso Dio e gli uomini del mondo, non avendo operato nell’arte come si conviene …

È un passaggio dello scritto di Giorgio Vasari sulla vita di Leonardo da Vinci (edito a Firenze nel 1550). Il ritorno all’ovile. In questo ultimo gesto Leonardo fu uomo del suo tempo in cui era inconcepibile vivere (e soprattutto morire) fuori dal controllo sociale che esercitava santa madre Chiesa. Leonardo si spense il 2 maggio 1519 nel castello di Cloux, presso Amboise, dove si era recato, nell’autunno del 1516, su invito di Francesco I re di Francia, ammiratore e amico del geniale artista.

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L’opzione preferenziale di Gesù per i poveri

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Tu m’hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano.

Salmo 4, 7

Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo.

I Timoteo 6, 17

La Bibbia non è in generale contraria alle ricchezze materiali, il soddisfacimento dei bisogni materiali appartiene alle cose che Dio sopraggiunge alle innumerevoli benedizioni di cui copre i suoi figli e figlie. Però, il credente è chiamato a vivere nella moderazione e con generosità.

Gesù invece ha effettivamente fatto una opzione preferenziale per i poveri. Nel suo ministero ha mostrato amore, compassione e cura in particolare per coloro che erano in fondo alla scala sociale: poveri, malati, emarginati e peccatori.

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La differenza tra giustizia ed iniquità. Commento a Sal 97, 10

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Egli custodisce le anime dei suoi fedeli, li libera dalla mano degli empi.

Salmo 97, 10

Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente.

1 Pietro 5, 10

Custodire e liberare, cosa possono significare per noi questi verbi nelle prime avvisaglie del nuovo anno? In questo versetto proposto oggi dal Lezionario Un giorno una parola abbiamo uno dei casi in cui il termine nephesh è riferito alla vita dei giusti che è preziosa agli occhi di Dio.

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La «Bibbia degli schiavi»

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

A un anno e mezzo dall’apertura, il Museo della Bibbia di Washington (ne avevamo parlato qui in un articolo di Paolo Naso) fa nuovamente discutere. Da ieri, 28 novembre, e fino ad aprile, significativamente a cavallo del 400° anniversario dell’arrivo dei primi schiavi africani nel Nuovo Mondo, è esposta una nuova mostra, «La Bibbia degli schiavi. Lasciamo che la storia sia raccontata», contenente tra gli altri un volume (38x28x10cm), prestato dall’Università Fisk di Nashville, Tennessee, intitolato Porzioni della Sacra Bibbia selezionate per l’utilizzo da parte degli schiavi neri nelle isole britanniche delle Indie occidentali.

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La Rivoluzione e il grande Concilio di Mosca 1917-1918

“Uomini e Profeti”- “Dialoghi”. “La Rivoluzione e il grande Concilio di Mosca 1917-1918 con Alberto Guasco, Adalberto Mainardi, Antonella Salomoni, Simona Merlo (puntata del 14 ottobre 2017)

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«Le acque non siano segno di separazione tra i popoli, ma di incontro». Messaggio del Papa per la Giornata per la cura del Creato

Pubblichiamo il testo integrale del Messaggio di papa Francesco per la celebrazione dell’odierna Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato.

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«Il prossimo non ce lo scegliamo noi». il discorso finale del moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini, nell’ultimo giorno del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste

Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste si è chiuso con il discorso finale del moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini. Lo proponiamo con alcuni link agli interventi e ai documenti citati nella relazione stessa.

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Quale idea di sicurezza si può ritrovare nella Bibbia? Viaggio nelle Sacre Scritture, tra bisogno securitario e libertà, tra protezione e controllo

da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.

La riflessione biblica sulla sicurezza assume sottolineature differenti a seconda dei soggetti: schiavi, nomadi, cittadini, uomini e donne la percepiscono in modi differenti.

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