Il komboskini (in greco), o Chotki (in russo), è la corona utilizzata dai cristiani d’oriente per rimanere con la mente e il cuore in preghiera. Il nome è greco e significa cordoncino (skini) di nodi (kombos).
Viene usato non tanto per contare le preghiere quanto per darsi un ritmo, facendosi aiutare dallo scorrere lentamente la corona tra le dita, mentre si ripete: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore” (preghiera del cuore).
Il ‘padre dei monaci’ negli anfratti del deserto egiziano costruì la sua vita ascetica attorno alla figura di Gesù maestro di vita.
Nella settima lettera in lingua copta scrive:
Miei cari nel Signore, conoscete voi stessi. Chi infatti ha conosciuto se stesso, conosce anche il tempo in cui vive; e chi ha imparato a conoscere il tempo in cui vive resta ben ancorato agli insegnamenti di Cristo e non si lascia deviare da insegnamenti inutili alla sua vita di grazia.
(La conferenza si è svolta presso il CENTRO CULTURALE SAN BENEDETTO, SEREGNO (MB) nell’ambito dei Corsi Biblici 2014/2015)
da Ortodossiatorino.net, il sito della parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca a Torino dedicata a San Massimo.
Candidi racconti di un pellegrino al suo padre spirituale (titolo originale russo: Otkrovennye rasskazy strannika duchovnomu svoemu otcu) è il titolo di uno dei più diffusi e amati libri sulla preghiera cristiana ortodossa.
L’opera è piuttosto recente: la sua prima edizione in lingua russa è stata stampata a Kazan’ intorno al 1860. Le sue traduzioni in altre lingue, che hanno reso celebri i Racconti di un pellegrino, risalgono agli anni successivi alla prima guerra mondiale.
Nonostante l’età relativamente giovane, e il suo stile narrativo popolare, i Racconti hanno un posto di rilievo tra i più stimati testi spirituali dell’Ortodossia russa. Altrettanto significativa è l’origine del testo. Per quanto immersi nell’atmosfera dell’Impero russo della seconda metà dell’Ottocento, i Racconti provengono dal Monte Athos, e precisamente da un manoscritto anonimo scoperto nel monastero athonita russo di San Panteleimone.
da Ortodossiatorino.net, il sito della parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca a Torino dedicata a San Massimo.
In un testo di ricerca storica che cerca di rivelare le connessioni tra san Sergio di Radonezh e l’esicasmo athonita a lui contemporaneo, vi offriamo in traduzione italiana uno splendido affresco della vita e del prezioso contributo spirituale del fondatore della Lavra della santa Trinità.
San Sergio di Radonezh, uno dei santi russi più amati e accreditato da molti come la forza centrale del risveglio monastico in Russia durante il XIV secolo, è stato paragonato a molti dei padri esicasti della sua epoca.
da Larpadidavide.blogspot.com, Blog cristiano ortodosso – Spiritualità, storia, teologia, patristica, musica, arte e non solo.
Abuna Matta El Meskin (Padre Matteo il Povero, 20/9/1919 – 8/6/2006), monaco Copto Ortodosso, è stata la figura chiave della rinascita del monachesimo egiziano che cominciò nel 1969, quando fu incaricato di rifondare il monastero di San Macario a Wadi El-Natrun in Egitto. Al momento della sua morte la comunità si era accresciuta passando da 6 a 130 monaci, mentre contemporaneamente nuovi monasteri erano stati fondati ed altri già esistenti si erano rinvigoriti numericamente.