«Sentinelle della speranza». Un testo di p. David Maria Turoldo

Il monaco non è quello che sta solo, ma è quello che ha solo Dio in testa. Questo è il monaco.
Anzi, monaco nella battaglia e soldato nel monastero. Questo era il motto antico.

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La Parola è la mia casa: [07/12/2025] II dom TA anno A

da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale di Chiuro e Castionetto.

Il ritorno di Gesù, re di giustizia e di pace: paura o speranza?

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 3, 1-12)

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

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L’anima della “Rerum novarum” /4

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Nella precedente riflessione sulla Rerum novarum (cf. qui su SettimanaNews) abbiamo commentato la fervente difesa della proprietà privata da parte di Leone XIII. Una difesa che il Papa fonda su tre dimensioni: la natura, la libertà e la spiritualità.

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L’anima della “Rerum novarum” /3

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Uno dei temi fondamentali della Rerum novarum di Leone XIII è la difesa della «proprietà privata». Un tema tutt’altro che secondario, perché di fronte al «male» causato dallo sfruttamento dei lavoratori, il Papa diceva chiaro e forte che «i socialisti», invece di dare una risposta giusta, preferivano attizzare «nei poveri l’odio ai ricchi», e pretendevano che si dovesse «abolire la proprietà, e far di tutti i particolari patrimoni un patrimonio comune, da amministrarsi per mezzo del municipio e dello Stato».

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«Sei tu, mio Signore, la mia speranza» (Sal 71,5). Il messaggio del papa per la IX giornata mondiale dei poveri

Nel suo Messaggio per la IX Giornata Mondiale dei Poveri, il prossimo 16 novembre, Leone XIV ricorda che i poveri sono “i fratelli e le sorelle più amati” della Chiesa e spera che questo Anno Giubilare “possa incentivare lo sviluppo di politiche di contrasto alle antiche e nuove forme di povertà” davanti alle disuguaglianze e i conflitti nel mondo. ”Lavoro, istruzione, casa, salute sono le condizioni di una sicurezza che non si affermerà mai con le armi”.

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Obiezione di coscienza e speranza

da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).

Sono addolorato per come il mondo stia vivendo una notevole involuzione, per come si stia lasciando avvitare in dinamiche di egoismo personale, corporativo e di interesse personale a discapito degli altri. Sono addolorato e… preoccupato! Ma non mi voglio rassegnare, ho deciso di reagire.

D’altra parte, non ho intenzione di condannare nessuno, di puntare il dito contro qualcuno, di gridare al complotto o, peggio ancora, al rancore interiore. No. Non è questo lo spirito del Vangelo; non è ciò che serve. La mia decisione è un’altra e ha una dinamica duplice: pensiero critico e azione diversa, personale, nelle scelte quotidiane. Il Regno di Dio, d’altronde, è una cosa piccola, nascosta, impercettibile, eppure potente.

Ecco quindi cosa ho deciso.

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La forza della speranza da Moltmann ad oggi

Daria Dibitonto è docente di Filosofia e Scienze Umane presso il Liceo Scientifico Carlo Cattaneo di Torino ed è anche Dottore di Ricerca in Filosofia dal 2005 presso l’Università del Piemonte Orientale Avogadro. Ha lavorato sul pensiero di Jürgen Moltmann e sul tema del desiderio in Ernst Bloch, svolgendo parte della sua ricerca a Tübingen, dove ha incontrato più volte il professor Moltmann, con il quale ha avuto un rapporto di lungo corso, collaborando come traduttrice in italiano di numerosi suoi articoli, conferenze, contributi e della sua stessa autobiografia. Tra i suoi libri, Dio nel mondo e il mondo in Dio. Jürgen Moltmann tra teologia e filosofia, Trauben, Torino, 2007.

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La Parola è la mia casa: [17/11/2024] XXXIII dom TO anno B

da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale di Chiuro e Castionetto.

Il cielo da leggere nella terra e una nuova terra da attendere dal cielo

Dal vangelo secondo Marco (Mc 13, 24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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Leggere Moltmann: speranza, per la creazione

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Il mio incontro con la Teologia della speranza di Moltmann? Apparentemente del tutto casuale. È in realtà un segno della vivacità della Firenze di fine anni ’70 che una chiacchierata in autobus tra un cattolico curioso alla fine del percorso liceale e un amico con qualche anno di più si concludesse con la segnalazione del fascino di un grande pensatore evangelico. Da lettore vorace, mi trovai così ad affrontare il mio primo importante libro di teologia, capendone allora pochino, ma restando profondamente colpito da un autore cui molte volte sarei poi ritornato.

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La Parola è la mia casa: [17/12/2023] III dom TA anno B

da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale delle parrocchie di Chiuro e Castionetto.

Gioia da desiderare, da attendere, da testimoniare

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

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I paradossi del cattolicesimo borghese (6). Aspettando qualcosa… non Qualcuno.

da Iltuttonelframmento.blogspot.com, il blog di Fabio Cittadini.

Capita che, di fronte a situazioni drammatiche, ci si attenda nuovi interventi, nuovi pronunciamenti, nuove parole, nuove azioni come se non fosse chiaro l’indirizzo o l’orientamento della Chiesa. In un periodo di crisi, come è quello che stiamo vivendo, si moltiplicano visioni, profezie nelle quali sembra imminente la fine. Tutto ciò avviene senza un oculato e attento discernimento né da parte dei sacerdoti né da parte dei laici. Da una parte, pertanto, ci si attende qualcosa di nuovo che faccia chiarezza – ciò che già c’è non sembra a molti chiaro -, dall’altra parte si attende una fine che, a ben guardare non sembra arrivare mai.

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Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace

1 gennaio 2023, messaggio di Sua Santità Francesco per la cinquantaseiesima Giornata mondiale della Pace

Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte.

 Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi 5,1-2

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Sogni e speranza, per la politica che verrà

da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).

L’improvviso palesarsi all’orizzonte delle elezioni politiche – per certi versi una pratica alla quale non eravamo più abituati – non può che sollevare reazioni, considerazioni e aspettative diverse, dal classico disilluso («tanto non cambia niente») al cittadino impegnato che prende seriamente il proprio dovere civico, preparandosi e informandosi «dalla mattina a notte fonda» (sullo stile, per gli appassionati, del rag. Ugo Fantozzi). D’altra parte, soprattutto di questi tempi, non è facile sentirsi liberi di esprimere un proprio parere, specie se all’interno di una cornice chiaramente di fede, per giunta cristiana. Il riferimento ovviamente è alla non poco velata strumentalizzazione di un certo devozionalismo di matrice cristiana (almeno in superficie), che in maniera grottesca mischia politica e credenza (corrompendo entrambe), facendo così perdere a priori credibilità a qualsiasi parere “dal sapore cristiano” in ambito politico.

Queste poche battute, allora, non vogliono suggerire delle preferenze né tanto meno mettere in luce dinamiche, problematiche o aspettative che da più parti, comunque, in questi giorni potremo sentire, percepire e più o meno condividere. L’intenzione, piuttosto, è esprimere a voce alta una speranza, un desiderio, volgendo lo sguardo «alla politica che verrà».

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«Vedendo come sta andando questo mondo guidato da adulti e da anziani, sembra che forse dovreste essere voi giovani a educare gli adulti alla fraternità e alla convivenza pacifica!»

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA EUROPEA DEI GIOVANI [PRAGA, 11-13 LUGLIO 2022]

Cari giovani!

Sono molto contento di rivolgermi a voi che state partecipando alla Conferenza europea dei giovani. Vorrei dirvi qualcosa che mi sta molto a cuore. Anzitutto vorrei invitarvi a trasformare il “vecchio continente” in un “nuovo continente”, e questo è possibile solo con voi. So che la vostra generazione ha alcune buone carte da giocare: siete giovani attenti, meno ideologizzati, abituati a studiare in altri Paesi europei, aperti a esperienze di volontariato, sensibili ai temi dell’ambiente. Per questo sento che c’è speranza.

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Le ACLI lombarde in dialogo con padre GIACOMO COSTA SJ

da Aclilombardia.it, ACLI Lombardia APS, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani Lombardia.

Per la ricorrenza del 1° maggio le ACLI lombarde promuovono un’intervista / dialogo con Padre Giacomo Costa SJ, nuovo accompagnatore spirituale delle ACLI nazionali.

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I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 28 novembre 2021

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

È iniziato il nuovo anno liturgico-pastorale.
Prosegue per il quarto anno consecutivo la proposta di meditazione al Vangelo della domenica con il consueto sussidio.

Alleghiamo di seguito la presentazione della nuova modalità di raccolta delle meditazioni stesse.
Il sussidio, aggiornato ogni settimana, rimane strumento di accompagnamento all’Ascolto e alla meditazione della Parola, per chiunque avesse occasione di utilizzarlo, in preparazione di incontri parrocchiali o familiari, o anche per momenti di riflessione personale.

L’équipe pastorale Caritas

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Papa Francesco e i tre cartelli sulla strada della speranza. Messaggio del pontefice ai partecipanti alla 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani

da ReteSicomoro.it, conoscere per crescere.

«La pandemia ha scoperchiato l’illusione del nostro tempo di poterci pensare onnipotenti, calpestando i territori che abitiamo e l’ambiente in cui viviamo. Per rialzarci dobbiamo convertirci a Dio e imparare il buon uso dei suoi doni, primo fra tutti il creato. Non manchi il coraggio della conversione ecologica, ma non manchi soprattutto l’ardore della conversione comunitaria.»

È con queste parole che Papa Francesco segnala il bisogno di speranza alla quarantanovesima Settimana sociale dei cattolici italiani intitolata “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso”, che si si è tenuta a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021.

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Nelle braccia di Cristo

da Cristianesimo-ortodosso.org, Cristianesimo ortodosso, fede, vita e cultura cristiana ortodossa in Occidente.

Non dovremmo farci condizionare dall’aria un po’ malinconica di fine estate e pensare che la festa della Dormizione della Madre di Dio sia un’istantanea degli ultimi momenti della Santa Vergine in questo mondo. Eppure la ‘tentazione’ c’è, e lo dimostrano i tanti teologi che nella storia si sono impegnati a commentare i padri sulla fine della Madre di Dio e forse anche noi ci facciamo questa domanda guardando l’icona della festa con la Tuttasanta deposta su un catafalco tra gli apostoli in lacrime.

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